Economia

Piccole e medie imprese riferimento per i giovani

  • Abbonati
  • Accedi
la questione industriale

Piccole e medie imprese riferimento per i giovani

È arrivata alla settima edizione e i numeri crescono di anno in anno: 40mila partecipanti che hanno visitato le 950 aziende aderenti, cento in più rispetto al 2015. È diventato un evento consolidato il Pmi Day, l’iniziativa che la Piccola industria di Confindustria promuove in collaborazione con le associazioni, che quest’anno sono 70. I cancelli delle piccole e medie imprese si aprono a studenti, insegnanti, giornalisti e amministratori locali per capire cosa c’è dietro un prodotto, percepire lo sforzo di innovazione, ricerca e creatività, condividere l’impegno degli imprenditori per essere competitivi.

«La nostra iniziativa parla ai giovani, che rappresentano il capitale più prezioso del nostro paese. Vogliamo che il Pmi Day sia per i ragazzi l’occasione di vedere le imprese da una prospettiva più ampia, per conoscere cosa facciamo in azienda, ma anche il nostro impegno per la promozione della cultura imprenditoriale e per la crescita del paese», spiega Alberto Baban, presidente della Piccola industria, che ieri ha partecipato a due manifestazioni in Veneto, alla “Fabbrica Pinze Schio” di Santorso e poi alla “Cielo e Terra” di Montorso Vicentino.

Ieri è stata la giornata in cui si sono concentrati la maggiore parte degli eventi: il Pmi Day infatti è l’appuntamento nazionale del progetto più ampio, dal titolo “Industriamoci”, che raccoglie le attività dedicate alla cultura d’impresa e rivolte in particolare alle nuove generazioni, organizzate nel corso del 2016 a livello nazionale e sul territorio dai comitati Piccola industria delle associazioni. Oltre a svolgersi nell’ambito della XV settimana della cultura d’impresa, organizzata da Confindustria, il Pmi Day è inserito nella Settimana europea delle Pmi promossa dalla Commissione Ue.

Non solo sono aumentati i numeri, ma si è anche allargato il raggio d’azione: dopo l’esperienza positiva, nel 2015, di Confindustria Bulgaria, quest’anno hanno partecipato anche Confindustria Albania e Confindustria Serbia, dove oltre 400 studenti non italiani sono entrati nelle aziende associate.

A livello nazionale, la collaborazione con Confagricoltura, avviata già nel 2015, si è ampliata, con sempre più territori coinvolti e una maggiore partecipazione di aziende agricole, anche in filiera con le imprese industriali di trasformazione. Inoltre c’è la novità dell’adesione, per la prima volta, di Federturismo, in attuazione del protocollo d’intesa siglato a ottobre con la Piccola industria.

Per il 2017 già si profilano altre novità, come anticipano sia Baban sia Stefano Zapponini, responsabile nazionale del Progetto Pmi Day e vice presidente della Piccola industria con delega alla cultura d’impresa e ai rapporti con la Ue. Visto il successo della manifestazione, secondo Baban la Giornata delle Pmi potrebbe essere ripetuta più volte nel corso dell’anno, per creare un rapporto più diretto anche tra aziende e scuole.

Zapponini vorrebbe rendere il Pmi Day un progetto europeo, finanziato dalla Commissione Ue. «L’idea è di creare una rete, mandare i nostri studenti oltre confine e fare venire quelli di un paese Ue da noi, in aziende legate da un rapporto cliente-fornitore», spiega Zapponini. Un modo per creare integrazione, analizzare anche questo aspetto del fare impresa, stimolare i legami tra le aziende. Altro progetto su cui sta lavorando, è allargare le adesioni anche al mondo artigiano. Zapponini è stato ieri in Basilicata, alla Pintotecno di Rapone. «Anno dopo anno emerge che tra i giovani c’è una maggiore consapevolezza del ruolo dell’azienda, mi ha colpito l’attenzione e il sentimento di fiducia che hanno in noi e che non dobbiamo tradire. Ci chiedono di contare su di loro», continua Zapponini.

Il Pmi Day, aprendo i cancelli delle fabbriche ai giovani, ha di fatto anticipato il legame scuola-lavoro. «Se inserito in un progetto di alternanza scuola-lavoro è riconosciuto dal Miur come un’attività che contribuisce a realizzare il numero di ore obbligatorio previsto dalla legge sulla Buona Scuola», sostiene Baban. «In un periodo di grande incertezza - continua - vogliamo che le imprese e il lavoro siano il punto di riferimento per i giovani per immaginare il proprio futuro come lo desiderano e che le imprese siano il mezzo per realizzare i loro sogni».

© Riproduzione riservata