Il secondo Paese manifatturiero europeo arranca nel confronto sulla ricerca privata. E se lo strabismo di questi due dati dipendesse da un fiume di investimenti non calcolati dalle statistiche? Il nuovo credito d’imposta per la ricerca al debutto nel 2017 consentirà un’operazione verità, perché dovrà fare emergere un enorme flusso di spese non contabilizzate in bilancio in assenza di un incentivo fiscale veramente d’appeal. In alcuni casi crollerà qualche alibi, per le aziende che in piena crisi hanno tirato il freno sull’innovazione, in molte altre situazioni nei file dell’Istat entreranno finalmente spese reali, che esistono, e sono in grado di farci recuperare anche nella classifica generale della ricerca in rapporto al Pil.
La nuova versione del “bonus” mantiene il limite di essere calcolato solo sull’incremento di spesa, ma è anche vero che con il credito d’imposta al 50% si raggiunge una delle tassazioni in assoluto più generose nel settore. Un assist per inserire in bilancio tutta la ricerca effettuata in modo informale. Innovazione che c’è. Non è altrimenti spiegabile che la manifattura italiana abbia collezionato diversi primati in termini di surplus e sia finora riuscita a difendersi dal tentativo di rimonta di un concorrente agguerrito come la Francia, dove per inciso vige una delle più corpose agevolazioni alla ricerca. Lo aveva annotato anche il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco mettendo in relazione il numero rilevante di imprese tecnologicamente avanzate con le esportazioni che, pur in un contesto debole, dal 2010 al 2015 sono cresciute più della domanda potenziale dei mercati di sbocco.
Quantificare la quota di R&S che emergerà dall’operazione verità non è semplice. Vecchie stime parlano di almeno uno 0,2% di investimenti che sfuggono alle statistiche e secondo il governo potrebbe attivarsi un flusso di quasi 3 miliardi annui tra ricerca e innovazione industriale. Ogni numero andrà ovviamente verificato sul campo, con il dovuto corollario di controlli sui benefici fruiti, ma almeno avremo una fotografia più nitida e realistica.
© Riproduzione riservata