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Stabilimento della Tod’s ad Arquata del Tronto

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ricostruzione post-sisma

Stabilimento della Tod’s ad Arquata del Tronto

Andrea DellaValle, Diego DellaValle, il commissario Vasco Errani e il sindaco di Arquata del Tronto Aleandro Petrucci (LaPresse)
Andrea DellaValle, Diego DellaValle, il commissario Vasco Errani e il sindaco di Arquata del Tronto Aleandro Petrucci (LaPresse)

A distanza di un mese dall’acquisto del terreno, il nuovo stabilimento Tod’s ad Arquata del Tronto, una delle zone più colpite dalle scosse di agosto e ottobre, prende forma e diventerà una fabbrica innovativa di 2mila metri quadarti entro la fine del prossimo anno. Un impegno rispettato quello della famiglia Della Valle, con un investimento iniziale da 2 milioni di euro che salirà fino a 5 e porterà a 100 nuove assunzioni, tutti giovani della zona, i quali avranno tutti un’esperienza formativa presso lo stabilimento di Comunanza. «La fabbrica è l’espressione massima della speranza – spiega Diego Della Valle – e sono contento che questa operazione si realizzi nella nostro territorio, anche grazie al contributo delle persone che lavorano con noi, che avranno il compito di trasferire ai neo assunti le loro conoscenze ed esperienze».

Nelle prime file dell’auditorium al primo piano del quartier generale dell’azienda ci sono una rappresentanza delle maestranze e una trentina di ragazze e ragazzi felici: sono alcuni dei neo assunti, pronti a iniziare lo stage, «giovani come tutti i ragazzi d’Italia, che hanno voglia di lavorare e vorrebbero rimanere a vivere dove sono nati, accontentando i nonni che da lì non vogliono muoversi».

E sempre sul lavoro punta il commissario straordinario Vasco Errani, parlando di un’iniziativa che «va oltre la solidarietà e unico modo per dare certezza, soprattutto agli anziani, che i giovani e queste comunità avranno un futuro».

Il nuovo stabilimento Tods

Di lavoro parla anche il sindaco di Arquata, Aleandro Petrucci: «L’intero territorio comunale non esiste più, i 14 borghi sono cumuli di macerie presidiate dall’esercito e non c’è più nessuno», racconta con gli occhi lucidi per la commozione, mentre stringe forte tra le mani un’immagine incorniciata del rendering della facciata del nuovo stabilimento. «Le casette prefabbricate in arrivo sono importanti – aggiunge -, ma senza un lavoro non ci sono prospettive per i giovani e si rischia la desertificazione, per cui mi auguro che l’arrivo di Tod’s abbia anche un effetto traino».

Ne è sicuro Diego Della Valle, che annuncia per gennaio l’avvio di una serie di incontri «con amici imprenditori molto generosi, che hanno manifestato interesse a costruire fabbriche, in questo e in altri territori disastrati, e a portare lavoro». Della Valle guarda però oltre il terremoto e ipotizza una sorta di teoria della solidarietà nazionale, che parte da una considerazione etica, prima ancora che economica: «Quando le imprese vivono di buona salute e sono grandi è auspicabile che facciano delle operazioni sul territorio». Il lavoro resta al centro e da qui la richiesta di «azionare un compasso intorno ad ogni azienda significativa, in modo che si crei un meccanismo virtuoso di relazioni che, se replicato in tutto il Paese, avrebbe lo stesso valore di una legge finanziaria». «Non vogliamo sostituirci a nessuno – chiosa -, perché queste cose vanno fatte nel rispetto delle leggi e delle regole e con il supporto delle autorità locali». «Però sono convinto – conclude - che il mondo dell’imprenditoria, che le cose è abituato a realizzarle, potrebbe fare bene, in fretta e senza quelle zone d’ombra, che spesso vediamo ad agire sono altri».

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