«Guardi, se va avanti così in Italia sarà un anno d’oro, speriamo continui». Stefano Tavoletti, manager di Iemca, sorride mentre snocciola i numeri degli ordini già acquisiti a gennaio, un boom di richieste per i caricatori di barre prodotti dall’azienda di Faenza che vede nei bonus di Industria 4.0 l’elemento scatenante. Le commesse raccolte sono già 70, il 20% in più rispetto all’anno precedente, «e abbiamo tantissime trattative aperte - aggiunge il manager - perché in effetti è dal primo gennaio che il mercato è ripartito».
Una prima valutazione del piano Industria 4.0 varato dal Governo, che vede nell’iperammortamento al 250% il “bazooka” per rilanciare gli investimenti in Italia, si può fare certamente qui a Erba, a Lariofiere, curiosando tra gli stand di Fornitore offresi, rassegna dedicata alle Pmi della meccanica arrivata alla nona edizione, “forte” di 360 espositori (per oltre due terzi lombardi), nuovo record storico. Aziende di attrezzature, lavorazioni meccaniche, macchine utensili e strumenti di misura che forniscono al momento una risposta univoca: gli incentivi funzionano. «I clienti quasi sorvolano sulle caratteristiche del prodotto - racconta scherzando Mattia Tironi di Mecmatica- ci chiedono solo che rientri nell’agevolazione».
Per la Pmi di software bergamasca, 15 addetti e 1,5 milioni di ricavi, il 2017 è partito con il “botto”, con ordini in crescita del 30%, interamente targati Italia. «Siamo già al record di ricavi - spiega il giovane - ma quasi certamente andremo anche oltre ».
Da tempo la categoria dei costruttori di macchinari chiedeva al Governo una misura ad hoc per la “rottamazione” dei vecchi impianti, dopo aver verificato sul campo un invecchiamento progressivo del parco macchine nazionale, arrivato ben oltre i 12 anni di età, il massimo di sempre. I bonus previsti per Industria 4.0, combinabili anche con la Nuova Sabatini, possono arrivare in cinque anni a ripagare quasi i due terzi dell’investimento globale, spingendo molte imprese a seguire le esortazioni del Governo: «per i nuovi investimenti, o adesso o mai più».
«Tutti i nostri sistemi di misura - spiega il direttore tecnico di Alpa (6 milioni di ricavi con 20 addetti)Claudio Ricci - rientrano nelle tabelle degli incentivi e vediamo che sul mercato c’è molto interesse. Alcuni clienti hanno già firmato e abbiamo molte trattative aperte, tutti ci chiedono chiarimenti sugli strumenti: le nostre commesse al momento stanno crescendo del l0%».
«Certo che approfitteremo degli incentivi - spiega Matteo Zoia, fondatore della lecchese Zeta Stampi - anche se già l’anno scorso abbiamo acquistato due robot. Ora siamo al record di ricavi, a 2,6 milioni di euro, ma puntiamo a chiudere il 2017 a quota tre milioni».
«Certamente sfrutteremo l’iperammortamento - aggiunge Alessandro Toninelli, direttore commerciale di Aignep, 50 milioni di ricavi nei raccordi e nella componentistica - anche perché stiamo vedendo che il mercato in Italia si muove e sta andando molto bene, con ordini in crescita del 15%».
«Ora che le tabelle sono pubblicate - spiega Emanuele Gaiani, titolare dell’omonima azienda di macchine utensili - possiamo finalmente spiegare al cliente qualcosa in più. Tutti i clienti ci stanno pensando, abbiamo molte trattative aperte legate proprio al 250%: oggi siamo al massimo storico di ricavi, a 7,5 milioni di euro. Ma la speranza quest’anno è di migliorare ancora questa performance».
La sensazione che gennaio possa aver rappresentato effettivamente un momento di svolta è visibile quasi ovunque. La validità statistica dell’osservazione è ovviamente minima ma delle 12 aziende che abbiamo interpellato a Erba, soltanto una ha segnalato ordini 2017 in calo, in un altro caso il livello è analogo al 2017, in 10 casi su dodici le commesse sono segnalate in crescita, sempre almeno a doppia cifra.
«Negli ultimi otto anni non abbiamo guadagnato niente - spiega Ellero Redolfi, titolare di Omc (lavorazioni meccaniche) - ma devo dire che il 2017 è partito molto meglio rispetto al passato. Se devo fare un confronto con il 2016, le commesse sono in crescita del 25%, anche se dei prezzi è meglio non parlare».
«Direi che va benino - aggiunge Fedele Boschello, titolare dell’omonima azienda padovana di lavorazioni meccaniche per semilavorati plastici - e a gennaio le commesse sono cresciute del 10%. Se investiremo ancora? Proveremo a farlo, anche se già lo scorso anno abbiamo investito 270mila euro».
«Certo che faremo di più - spiega Nicola Scelsi, titolare dell’omonima azienda di componentistica da 13 addetti- direi che almeno 200mila euro di nuovi impianti potremo inserirli».
La strada per i dieci miliardi aggiuntivi di investimenti, come da piano del Governo, resta lunga e accidentata. Ma il cammino, per l’azienda Italia pare in effetti già avviato
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