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Industria, Torino al top nella creazione di valore

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Industria, Torino al top nella creazione di valore

La capitale del valore finanziario? È Torino, trainata dalla riscossa dell’automotive e della meccanica strumentale. Ma sul podio salgono anche Venezia e Mantova. Sono queste le tre province che guidano la classifica elaborata da K Finance per Borsa Italiana. La società di consulenza ha passato ai raggi x i bilanci non consolidati sul 2015 (gli ultimi disponibili) di oltre 50mila società di capitali con un fatturato superiore a 5 milioni di euro censite dalla banca dati Aida di Bureau Van Dijk.

«La ripresa - spiega l’amministratore delegato di K Finance Filippo Guicciardi - sembra irrobustirsi ogni anno sempre di più». Tanto che complessivamente le 25 province a maggior fatturato hanno creato valore per circa 67 miliardi contro i 44 miliardi del 2014 e i 40 del 2013. In 24 si trovano al Centro-Nord, mentre l’unica rappresentante del Sud è Napoli, che lo scorso anno aveva guadagnato la seconda posizione. «Prosegue la crescita della marginalità, che si attesta al 12% - aggiunge Guicciardi - mentre si arresta il processo di deleveraging avviato negli esercizi precedenti: nel 2015 si è assistito a una leggera crescita dell’indebitamento (pari al 2%) sulla scia delle politiche monetarie espansive della Bce che non ha comunque inciso negativamente in termini di creazione di valore».

A segnare la migliore performance in termini di crescita percentuale del valore è Torino. Qui le circa 2mila società censite hanno registrato una variazione dell’equity value del 62,7 per cento. Nel dettaglio il fatturato ha segnato un rialzo del 5,2% e l’Ebitda è balzata del 52 per cento. Il risultato non sorprende Luca Pignatelli, direttore del Centro Studi dell’Unione industriale del capoluogo piemontese. «Il 2015 per le nostre imprese - dice - è stato un anno favorevole grazie all’export, con un aumento dei ricavi e del valore aggiunto grazie soprattutto alle esportazioni. La tendenza è stata confermata nella prima parte del 2016, mentre si è un po’ indebolita nel secondo semestre». Non solo. «La fiducia tiene - precisa Pignatelli - il tasso di utilizzo degli impianti, che è una spia utile per intercettare lo satto di salute del tessuto produttivo, è su livelli storicamente buoni, mentre il ricorso alla Cig è basso, anche se non è ancora tornato ai livelli pre-crisi». E a testimoniare il ritrovato dinamismo è anche la candidatura di Torino a hub di Industria 4.0.

LA PERFORMANCE DELLE 25 PROVINCE NELLA CREAZIONE DI VALORE
Variazione percentuale e variazione in valore assoluto in milioni di euro. (Fonte: K Finance)

Venezia passa dalla 22esima alla seconda posizione con una creazione di valore pari al 57,8% grazie alla buona performance ottenuta nei settori più disparati: da quello alimentare fino ai servizi. A Mantova hanno invece fatto da traino le aziende del distretto agro-alimentare e quelle del settore dell’energia. In termini assoluti è Milano la provincia che ha creato più valore: 23,9 miliardi, sulla scia dell’effetto Expo. Si deve incece accontentare del 21esimo posto Roma.

Le uniche province a distruggere valore sono state Ravenna, Modena e Trento. La prima ha registrato complessivamente una forte crescita dell’indebitamento (+10%) a parità di marginalità operativa. A soffrire è stato soprattutto il settore petrolchimico. Modena sconta invece il peggioramento della redditività del settore ceramico e tessile, ma anche della casa automobilistica Maserati. A Trento le imprese del campione hanno registrato una forte contrazione della marginalità operativa (-11%), solo parzialmente compensata da una significativa riduzione dello stock del debito esistente (-10 per cento).

«L’analisi - sottolinea Marta Testi, Responsabile Elite in Europa, il programma di Borsa Italiana ideato nel 2012 per accelerare la crescita delle imprese - dimostra come il nostro Paese abbia un tessuto imprenditoriale particolarmente dinamico e sia ricco di distretti e filiere eccellenti». Elite, aggiunge Testi, «riassume in modo esemplare questa eterogeneità: le oltre 300 aziende italiane oggi presenti nel programma rappresentano infatti quasi tutte le regioni italiane, oltre 30 settori e hanno in comune tre elementi: ambizione, crescita e qualità. Siamo convinti che supportare e affiancare le imprese nel loro percorso di crescita sia un elemento fondamentale per guidarle nella creazione di valore non solo economico, ma anche sociale. Basti pensare che le aziende Elite in Italia oggi impiegano complessivamente 134.000 dipendenti. Questo il compito di Elite: mettere in contatto le imprese con i capitali per la crescita perché facendo crescere le imprese ambiziose, cresce l’intero sistema Paese».

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