Economia

Dossier Flos lancia la nuova linea Outdoor e guarda al digitale

  • Abbonati
  • Accedi
Dossier | N. 46 articoliSalone del Mobile 2017

Flos lancia la nuova linea Outdoor e guarda al digitale

A quasi due anni dall’acquisizione di Ares – azienda specializzata nella produzione di apparecchi per l’illuminazione architetturale da esterni – il gruppo bresciano Flos lancia ora sul mercato la nuova linea «Flos Outdoor». Sei famiglie di prodotto realizzate dalla stessa Ares (80 dipendenti e un fatturato di 20 milioni), ma che alle performance ingegneristiche caratteristiche Ares aggiungono, dice il ceo del gruppo Piero Gandini, «design e stile di Flos. Alla tecnica abbiamo aggiunto un po’ di poesia e visione».

L’arrivo sul mercato della nuova collezione risponde a una strategia di sviluppo rafforzata – nel novembre 2014 – dall’ingresso del fondo di private equity Investindustrial di Andrea Bonomi nel capitale di Flos, di cui ha acquisito l’80%. La strategia prevede l’espansione attraverso la crescita interna dell’azienda e mirate acquisizioni di società esterne, allo scopo di creare business unit specializzate. Oltre ad Ares, già prima dell’arrivo di Investindustrial Flos aveva rilevato la spagnola Antares, specializzata in illuminotecnica, di modo che oggi il gruppo conta tre unità produttive: Home, Architectural e Outdoor.

Sul fronte invece di una espansione sui mercati, il gruppo ha acquisito nel novembre 2015 la statunitense Lukas Lighting, specializzata nell’illuminazione «custom», con l’obiettivo di accelerare lo sviluppo del mercato contract in Nord America. Mentre è della settimana scorsa l’operazione con cui la controllata francese Flos France ha preso la maggioranza di Kkdc France, per consolidare uno dei principali mercati del gruppo.

Tutte queste operazioni, precisa Gandini, hanno l’obiettivo di allargare la gamma di prodotti e servizi da proporre offrire al mercato, mantenendo però inalterata «la visione di Flos, che deve essere trasferite a tutte le divisioni». I criteri di selezione, condivisi con Investindustrial, sono precisi: «Ragiono per business unit che hanno competenze specifiche e crescono proprio perché sanno fare molto bene quello che fanno».

I risultati sono sulla carta: il gruppo ha chiuso il 2016 con ricavi per 208,4 milioni di euro (dati di pre-chiusura), in crescita del 4,7% sul 2015, migliorando anche l’Ebitda (+6,3%), a quota 53,8 milioni. «Prevediamo un livello analogo di crescita anche per quest’anno – precisa Gandini – sia nei ricavi, sia nei margini, con l’obiettivo di non scendere sotto il 25% di Ebitda per tutte le controllate». Quanto alla divisione outdoor, per Ares le stime sono di assestamento fino alla metà del 2017 e di crescita robusta a partire dal 2018, nell’ottica di replicare lo sviluppo di Antares, che in poco più di dieci anni è salita da circa 15 a 90 milioni.

E il progetto di espansione prosegue: «Credo che i prossimi passi dovranno andare nella direzione dell’elettronica digitale e della gestione digitale dei prodotti e delle informazioni, che rappresentano il futuro – dice Gandini –. Le nuove tecnologie stanno rivoluzionando il mondo della luce e nel giro di qualche anno sarà necessaria una integrazione tra chi produce apparecchi di illuminazione e chi realizza i sistemi elettronici di trasmissione dei dati». Inoltre, le competenze di Flos nel design potrebbero essere spese anche fuori dal mondo della luce: «Ad esempio – conclude il ceo – in quello degli accessori».

© Riproduzione riservata