La battaglia degli ulivi tiene ancora bloccato il cantiere del gasdotto Tap nel Salento. L’altro ieri erano stati motivi di ordine pubblico, ovvero la presenza di un centinaio di manifestanti che hanno impedito il transito dei mezzi aziendali malgrado lo spiegamento delle forze di polizia, a spingere il prefetto di Lecce, Claudio Palomba, a chiedere alla società di fermarsi, invito accolto da Tap. Ieri, invece, il presidio di protesta si è ridimensionato. Ma tuttavia è stata la necessità di avere un ulteriore chiarimento dal ministero dell’Ambiente a proposito dell’espianto temporaneo degli ulivi nell’area del microtunnel, a far sì che il prefetto rinnovasse a Tap l’invito a tenere ancora le bocce ferme. E così su 215 alberi, cioè quanti ce ne sono nella zona interessata a Melendugno, sinora ne sono stati portati via, per essere messi a dimora in un altro sito autorizzato, solo 33: il 15 per cento del totale.
L’aver preso tempo fermando il cantiere mira a chiarire se Tap ha davvero rispettato tutte le prescrizioni preliminari all’espianto e se, avendolo fatto, può comunque togliere gli ulivi, considerato che per lavori del microtunnel devono ancora essere compiuti dei passaggi autorizzativi. Gli ulivi, infatti, devono essere rimossi perchè in quell’area va scavato il pozzo nel quale dovrà poi essere calata la «talpa». Si tratta del mezzo che, avanzando e scavando, costruirà il microtunnel che ospiterà al suo interno la condotta da 36 pollici evitando così che attraversi la spiaggia di Melendugno, la macchia mediterranea e i fondali dell’Adriatico (il gasdotto arriva infatti da Albania e Grecia). Con un diametro di circa 3 metri, l’opera sarà realizzata a dieci metri di profondità: per metà sotto terra e per metà sotto i fondali.
Ma, al di là dei movimenti e dei No-Tap, che opposizione muovono i sindaci della zona insieme alla Regione Puglia che intanto valuta nuove azioni legali contro Tap e rilancia nuovi approdi tra cui Squinzano? Il dissenso ha motivi ambientali e si può così riassumere: la Regione Puglia, a livello centrale, non ha ancora dato il via libera alla rimozione degli ulivi ed è sua, e non del ministero dell’Ambiente, la competenza in materia. Inoltre, la costruzione del pozzo sarà avviata all’inizio dell’estate ma poi si interromperà per riprendere alla fine dell’estate (tempistica già prevista per non interferire sul turismo balneare della zona). Quindi, si sostiene, non è necessario accelerare l’espianto. Inoltre, in una delle sue tante diffide a Tap, il sindaco di Melendugno, Marco Potì, richiama anche il fatto che per il progetto esecutivo del microtunnel è stata presentata una variante sulla quale è in corso la verifica di assoggettabilità alla Via. «Con conseguente, attuale indeterminatezza - scrive il sindaco nell’atto - dell’effettiva area di cantiere e della concreta fattibilità dell’intervento».
A queste obiezioni, però, il ministero dell’Ambiente ha già risposto venerdì scorso. E lo ha fatto proprio alla Regione che, col dipartimento Ambiente, chiedeva chiarimenti, ma evidentemente non è bastato. Il ministero, in particolare, ha evidenziato due aspetti. Il primo è che le prescrizioni relative alla «Fase 0», quella dell’espianto, sono state assolte da Tap che quindi «può dar corso alle attività previste». Il secondo è che tutto ciò che attiene la costruzione del microtunnel non riguarda la «Fase 0» ma quelle «1a» e «1b», distinte e separate, e alle quali «sono associate altre e diverse prescrizioni con relative verifiche di ottemperanza». Ed è sulla base di questo ok che lunedì Tap aveva cominciato l’espianto dei primi ulivi quando poi s’è dovuta fermare il giorno dopo. Ma prim’ancora che il ministero si pronunciasse, Tap aveva già ottenuto altri due benestare dal dipartimento Agricoltura della Regione.
Il 6 marzo, infatti, l’Osservatorio fitosanitario «autorizza» Tap allo spostamento degli ulivi e tre giorni dopo analoga cosa fa il Servizio provinciale agricoltura. La società Tap, è scritto nel provvedimento, è autorizzata «all’estirpazione di 215 alberi di olivo in quanto opera considerata strategica a livello comunitario e dichiarata di pubblica utilità con decreto Mise del 20.5.2015». Ma le autorizzazioni, come si è visto, non hanno permesso a Tap di togliere gli ulivi anche se temporaneamente.
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