Nessuna marcia indietro sul gasdotto Tap: l'opera è autorizzata e deve andare avanti. Il ministro per il Mezzogiorno e la Coesione territoriale, Claudio De Vincenti, ieri a Taranto ha avuto anche modo di parlare del caso Melendugno, nel Salento, dove da martedì scorso la protesta dei contrari al gasdotto (ambientalisti, esponenti dei movimenti locali, No Tap e Cinque Stelle) e dei sindaci della zona ha fermato l'espianto temporaneo degli ulivi nell'area dove sorgerà il microtunnel (gli alberi vengono tolti e messi a dimora in un'altra area per il tempo necessario ai lavori).
«Si sta alle regole - sottolinea De Vincenti -. Ci sono autorizzazioni, procedure, e vanno rispettate. L'opera quindi andrà avanti, deve andare avanti». «Sono fiducioso - aggiunge il ministro - che lo sblocco ci sarà a breve e a chi oggi protesta, dico che il gasdotto è un'opportunità per il territorio».
De Vincenti conosce il problema Tap, sul quale più volte s'è scontrato anche col governatore della Puglia, Michele Emiliano, fermamente contrario all'approdo a Melendugno dell'opera, che via Mar Adriatico arriva da Albania e Grecia per trasportare, dal 2020, 10 miliardi di metri cubi di gas all'anno provenienti dall'Azerbajian. Il suo richiamo alle «regole» fatto ieri chiama in causa le due principali autorizzazioni che il gasdotto ha già ottenuto: a settembre 2014 la Valutazione d'impatto ambientale dal ministero dell'Ambiente e a maggio 2015 l'Autorizzazione unica del ministero dello Sviluppo economico (quest'ultima impugnata da Regione Puglia e Comune di Melendugno, con udienza il 9 marzo scorso al Consiglio di Stato di cui ora si attende la sentenza).
Ma anche i via libera arrivati a valle di questo percorso, cioè le autorizzazioni a togliere temporaneamente gli ulivi date agli inizi di marzo sia dall'Osservatorio provinciale fitosanitario che dal Servizio provinciale agricoltura di Lecce, entrambe branche del Dipartimento agricoltura della Regione, che invece frena sull'espianto attraverso il Dipartimento ambiente.
Contrarietà, questa, a cui una settimana fa ha risposto il ministero dell'Ambiente, chiamato in causa dallo stesso Dipartimento ambiente della Regione, specificando che le prescrizioni della «fase 0» sugli ulivi sono state rispettate, che Tap può quindi espiantarli, e che le prescrizioni relative al microtunnel riguardano fasi successive, distinte dalla «fase 0», e alle quali corrispondono altre prescrizioni e controlli. Così Tap lunedì scorso aveva cominciato l'espianto dei primi 33 ulivi su un totale di poco più di 200. Poi proteste e tensioni hanno fermato tutto nel giro di 24 ore. E spinto il prefetto di Lecce, Claudio Palomba, a chiedere a Tap di tenere le bocce ferme in attesa di sviluppi. Raccogliendo la protesta dei sindaci, il prefetto ha quindi chiesto al ministero dell'Ambiente di intervenire per un ulteriore chiarimento. Risposta che però sino a ieri non era arrivata e quindi i lavori di Tap restano bloccati.
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