Economia

Sardegna, diversi i gruppi interessati al futuro di Alcoa

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Sardegna, diversi i gruppi interessati al futuro di Alcoa

Da una parte l’attesa per la presentazione del piano industriale da parte di chi (Sider Alloys) ha manifestato interesse ad acquisire lo smelter Alcoa di Portovesme. Dall’altra il pressing sul Governo, da parte dei sindacati, per «velocizzare e accorciare i tempi della vertenza che va avanti dal 2012». In attesa dell’incontro tra i sindacati e il ministro dello sviluppo economico fissato per il 30 marzo, in commissione Attività produttive alla Camera e rispondendo a un’interrogazione, il viceministro Teresa Bellanova spiega che «tra le manifestazioni di interesse per l’Alcoa di Portovesme c’è anche quella della Sider Alloys che ha formulato un’offerta vincolata e si è in attesa di ricevere il Piano industriale».

L’esponente del Governo indica anche una tempistica di massima: «Realisticamente si può ipotizzare che lo stato di avanzamento sin qui delineato possa concludersi entro alcune settimane a partire dal ricevimento del Piano industriale». In campo anche l’interesse di altri gruppi, uno di questi potrebbe essere il fondo americano Kps. «I soggetti che hanno manifestato interesse – dice ancora – stanno svolgendo le loro valutazioni economiche in merito al possibile investimento, mediante l’attività di due diligence». Intanto per il 30 marzo è previsto l’incontro tra le organizzazioni sindacali e il ministro Calenda. Da sciogliere ci sono i nodi legati al futuro della fabbrica che sino a cinque anni fa produceva alluminio primario garantendo occupazione a quasi 900 persone tra dipendenti diretti e appalti. «L’incontro al Mise sarà l’occasione per fare il punto sullo stato della vertenza – spiega Rino Barca, segretario regionale della Fsm Cisl – ossia a che stadio è la proposta d’acquisto presentata dalla Sider Alloys il 28 febbraio. Perché a oggi in campo c’è l’istanza della multinazionale svizzera che ha già fatto la due diligence e altre manifestazioni d’interesse che non sono andate oltre». Obiettivo dei sindacato è quello di accorciare i tempi di una vertenza che va avanti dal 2012, quanto sono state spente le celle elettrolitiche dello stabilimento che a Portovesme produceva una media di 155mila tonnellate di alluminio primario con un fatturato di circa 580 milioni di euro. «Questa è diventata ormai la vertenza infinita – prosegue Barca – ora devono arrivare risposte concrete perché il tempo passa ed è necessario dare risposte a chi ha manifestato interesse e alle persone che hanno professionalità e competenze e sperano di riprendere a lavorare».

L’attenzione delle organizzazioni sindacali è rivolta anche verso le istituzioni regionali. «Deve essere chiarito una volta per tutte il problema delle bonifiche – argomenta ancora Barca – ossia quanto ogni azienda dovrà pagare per il risanamento». Eppoi da definire c’è la partita legata ai lavoratori rimasti senza ammortizzatori sociali. «Ci sono circa 130 persone che non hanno alcun sostegno – conclude – gli impegni che sono stati assunti non riescono ancora ad essere concretizzati. È necessario che ci sia un incontro chiarificatore proprio per definire questo aspetto. In mancanza di risposte siamo pronti a ripartire con la mobilitazione».

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