Non si lavora oggi al cantiere del gasdotto Tap a Melendugno nel Salento. L’espianto temporaneo degli ulivi, laddove sorgerà il microtunnel dell’opera, è stato provvisoriamente fermato ma non per divieti delle autorità o revoche delle autorizzazioni già date alla società Tap. Quanto per l’oggettiva difficoltà ad assicurare anche oggi, dopo due giorni molto intensi, un’adeguata copertura delle forze di polizia all’attività di cantiere.
La ripresa potrebbe avvenire domani o probabilmente lunedì. Tap, infatti, che aveva già cominciato l'espianto degli ulivi nella precedente settimana, si è infatti rimessa all’opera martedì scorso, una volta ricevuta la sentenza favorevole del Consiglio di Stato, che ha respinto il ricorso della Regioone Puglia e del Comune di Melendugno contro l’autorizzazione unica del Mise, e, sopratutto, l’ulteriore via libera del ministero dell’Ambiente che ha risposto alla Prefettura di Lecce.
Si è così lavorato ieri l’altro e tutto ieri: martedì sono stati portati via 28 ulivi e ieri 77 (altri 33 erano stati espiantati nei giorni precedenti). Adesso ne restano meno di un centinaio da espiantare e ricollocare provvisoriamente, come tutti gli altri, nel sito di masseria del Capitano. Solo che in questi giorni l’espianto – sia pure a fatica e con non poche difficoltà – è stato possibile solo perchè poliziotti, carabinieri e finanzieri, presenti in gran numero, hanno cinturato l’area del cantiere, aperto un varco ai mezzi e fronteggiato i vari assalti dei No Tap. Una situazione molto tesa, soprattutto l'altro ieri, che ha richiesto un dispendio di energie e di uomini. Poichè ci sono anche altre necessità di ordine pubblico da garantire, oltrechè turni da coprire, oggi lo stesso presidio delle forze di polizia, almeno in termini numerici, non poteva essere assicurato. Di qui lo stop temporaneo e consensuale.
Da rilevare, infine, che stamattina i No Tap e i manifestanti hanno in parte ostruito alcune strade creando delle piccole barricate con le pietre dei muretti a secco asportate dalle campagne vicine. Un gesto che ha suscitato disapprovazione sui sociali considerato che i muretti a secco sono un elemento distintivo del paesaggio pugliese e come tale protetto sotto il profilo ambientale.
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