Traffico in tilt, tornelli chiusi e ripresa della circolazione a singhiozzo. Lo sciopero di bus e metro – in coincidenza con il secondo giorno di apertura del Salone del Mobile – ha complicato, scoraggianto ma, a fine giornata, non ridotto gli ingressi alla kermesse internazionale del design. Qualcuno ha optato per il treno regionali – i convogli del cosiddetto passante ferroviario (nelle stazioni di Certosa, Villapizzone, Lancetti, Porta Garibaldi Passante, Repubblica, Porta Venezia, Dateo e Porta Vittoria) – altri hanno posticipato di qualche ora l’arrivo ai padiglioni. Gli organizzatori non fanno filtrare dati ufficiali ma parlano di un flusso più consistente nella seconda parte della giornata.
La visita di Silvio Berlusconi
Di certo, lo sciopero dei lavoratori dell’Atm – che ha bloccato la metropolitana di Milano dalle 8,45 alle 12,45 – non ha spaventato Silvio Berlusconi, che al Salone del Mobile è atterrato con il suo elicottero e poi si è concesso una lunga conversazione con i vertici di FederlegnoArredo sui temi dell’economia e della politica, spaziando dall’export alla necessità di una nuova legge elettorale, per poi avviarsi verso gli stand.
Berlusconi ha sottolineato «di aver incontrato tante italiane e tanti italiani con la straordinaria capacità di interpretare in modo innovativo il presente e reinventare il domani. Ne sono uscito – ha detto – anche visti i numeri dei visitatori, in costante crescita, più ottimista per il futuro».
E ha rilanciato l’ipotesi di una “doppia moneta“ per l’Italia. Parlando con il presidente della manifestazione, Claudio Luti, e con il presidente di Federlegno, Emanuele Orsini, ha poi dichiarato: «Dal ’43 al ’53 c’era una doppia moneta – ha ribadito l’ex premier –. E questa potrebbe essere una soluzione. Ne parlano anche molti premi Nobel. Penso che ci dovrebbe essere una valuta per l’import-export e una per l’economia interna del Paese».
Lo sciopero e il botta e risposta tra Comune e sindacati
Per chi al Salone è poi giunto anche con taxi o auto propria, non sono mancate le code e i rallentamenti in tangenziale così come nella circolazione cittadina.
«L’altro giorno – commenta Pierfrancesco Majorino, assessore alle Politiche sociali del Comune di Milano – davanti a Palazzo Marino mi son fermato a fare due chiacchiere con alcuni tranvieri presenti al presidio partecipatissimo che anticipava lo sciopero di oggi. E ho detto loro una cosa semplice: per me lo sciopero (di oggi) era ed è sbagliato. E non tanto per l’inevitabile prezzo del disagio arrecato. Quanto perché uno dei presupposti dello stesso non sta in piedi: nessuno vuole svendere Atm. Che deve restare in mano a Milano. E ci mancherebbe pure. Speriamo che riprenda il dialogo. La città ha bisogno del suo trasporto pubblico».
#M1: la circolazione è sospesa in entrambe le direzioni (#sciopero). Riprende normalmente alle 12.45. #ATM #Milano
– ATM informa(atm_informa)
«Il sindaco Sala ritiri la delibera sullo spacchettamento dei servizi e vedrà che lo sciopero del 5 aprile verrà sospeso. Poi sediamoci al tavolo e discutiamo perché le delibere non si possono fare in barba al sindacato». Così due giorni fa Giovanni Abimelech, segretario generale della Fit Cisl Lombardia, aveva spiegato le ragioni della protesta. Dall’assessorato alla mobilità e all’ambiente spiegano però che la delibera in questione era impellente perché a fine aprile scade il contratto di servizio con Atm e quindi era necessario decidere se fare un bando di gara o un affidamento in house. A Milano il contratto di servizio comprende sia il trasporto pubblico che una serie di servizi che vengono definiti accessori, dal bike sharing fino alla sosta. Nella delibera, fondamentale per fare la proroga del contratto di servizio, viene indicata la possibilità di di tenere separato il trasporto publbico dai servizi accessori. I sindacati chiedono invece che tutti i servizi facciano parte di un unico lotto.
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