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La siderurgia italiana investe nel 4.0

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SIDERURGIA

La siderurgia italiana investe nel 4.0

(Afp)
(Afp)

Continua ad ampliarsi, nel panorama della siderurgia italiana, la divaricazione tra realtà che subiscono le difficoltà di mercato e sono costrette a pesanti ristrutturazioni e tra chi invece prova a «governare» il futuro con ritrovata convinzione, investendo non solo in acquisizioni ma anche in nuovi impianti, tencologicamente aggiornati. I casi più recenti riguardano i nuovi laminatoi di Acciaierie di Verona e Acciaierie Venete, ai quali si affianca la modernizzazione della colata di Valbruna e le nuove scelte di Alfa Acciai.

Sono investimenti che spesso rientrano a pieno titolo nelle agevolazioni previste dalle Legge di bilancio con il piano Industria 4.0. È il caso del nuovo laminatoio di Acciaierie Venete, commissionato a Danieli nelle scorse settimane. «L’impianto - spiegano i tecnici della Danieli - è progettato con un sistema di automazione 4.0, che prevede il controllo totale del processo di produzione partendo dall’acciaio liquido fino al prodotto finito, per agevolare la produzione di piccoli lotti di acciai e cambi frequanti di dimensioni». Per realizzarlo l’azienda di Padova (34 milioni di utili nel 2016) spenderà circa 50 milioni, comprese le opere civili. Il sistema si basa su una architettura di automazione e di sensoristica intelligente interconnessa, che permette la raccolta strutturata di tutte le informazioni dell’impianto per l’analisi e l’ottimizzazione del processo in termini di qualità, efficienza, manutenibilità.

La tecnologia Q-Long sviluppata da Danieli, in particolare, permette di programmare la produzione, di gestire turni e personale grazie al tracking delle fermate, di monitorare la qualità della produzione in tempo reale tramite apposite interfacce. «L’officina - dettaglia Danieli - è gestita dall’automazione: questo permette un inventario completo e la gestione dei componenti dell'officina, riconoscendoli in automatico attraverso i tag Rfid». Con il modello metallurgico Dlpp (Danieli long product predictor), inoltre, è possibile realizzare il set up automatico dei trattamenti termici a seconda delle caratteristiche metallurgiche del prodotto finito. Tutte le informazioni disponibili, infine, fanno capo al sistema Q3Intelligence che si compone di un data collector che raccoglie, sincronizza, normalizza ed esegue un’analisi qualitativa dei dati. «Il Q3Intelligence - sintetizzano i tecnici Danieli - sará lo strumento principe per perseguire l’azzeramento degli scarti in base all’analisi dei dati sulle campagne precedenti. Sará possibile ottenere subito, ovvero dalla prima billetta, un prodotto in qualità sia dimensionale che metallurgica, riducendo consumi e difetti».

COSÌ NEL MONDO
I principali produttori nazionali nel mondo, primi due mesi dell’anno. Dati in migliaia di tonnellate (Fonte: Worldsteel)

Anche Pittini ha scelto Danieli per traghettare l’ex Galtarossa di Verona verso una siderurgia moderna. Il nuovo laminatoio delle Acciaierie di Verona, il cinquecentesimo fornito dal gruppo friulano e definito «il più moderno laminatoio a vergella», è completamente automatizzato, ha una capacità di 750mila tonnellate, con una colata continua a sei linee e una velocità di laminazione di 100 metri al secondo. Il costo complessivo dell’intervento, che oltre al nuovo laminatoio comprende anche il rifacimento di altri impianti, è stato di 100 milioni di euro.

Valbruna si è invece affidata a Primetals (società controllata in partnership da Mitsubishi e da Siemens) per il revamping dell’impianto di colata continua per billette in acciaio inossidabile e leghe speciali. L’impianto è operativo dalle scorse settimane: ora è in grado di realizzare propdotti finiti con dimensioni maggiori. «Primetals - si legge in una nota - ha fornito la colata continua billette allo stabilimento di Acciaierie Valbruna Bolzano nel 1992. Come parte del lavoro di ammodernamento è stato incrementato il raggio macchina a 9 metri, essenziale per la produzione di acciai con sezione trasversale superiore a 160 mm, fornendo nuove lingottiere, nuovo raffreddamento secondario e modificando l’oscillatore idraulico. Anche l’area di estrazione è stata rivista, con l’installazione di una nuova cesoia a taglio verticale».

L’inizio d’anno è stato moderatamente positivo per l’andamento della produzione siderurgica italiana. I primi due mesi dell’anno, secondo le rilevazioni di Federacciai, confermano il trend evidenziato alla fine dell’anno scorso. L’emorragia degli ultimi anni si è arrestata (quasi 7 milioni di tonnellate d'acciaio perse dal 2011 al 2015): dopo il consistente recupero dell’anno scorso (+6,2%, con una produzione tornata sopra la soglia dei 23 milioni di tonnellate), l’ouput si sta assestando, anche se ancora su livelli lontani dai massimi degli anni passati. Manca la versa pinta alla ripresa. La crescita a febbraio è stata dell’1,2%, per un cumulato, nei primi due mesi dell’anno, dello 0,8 per cento. Il dato è positivo, soprattutto se confrontato con il -0,6% registrato a livello europeo. Considerando anche gennaio il confronto con l’Europa cambia: in questo caso il dato bimestrale italiano è in linea con un avvio d’anno positivo anche a livello continentale (+1,6%), dove le uniche note negative sono quelle di Francia (-2,9%) e Spagna, che nei primi due mesi perde il 6,6%, appesantita dalle difficoltà di un campione nazionale come Celsa. Continuano a correre, invece, i paesi emergenti: la Cina, nonostante gli annunci relativi a tagli, conferma la crescita della produzione (+5,8% a 128,8 milioni di tonnellate prodotte nei primi due mesi), ma è soprattutto l’India, nel 2017, ad accelerare, insidiando da vicino il Giappone al secondo posto assoluto tra i maggiori produttori mondiali di acciaio.

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