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A Marzo balzo record dell’export, cresce del 14%

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A Marzo balzo record dell’export, cresce del 14%

(Imagoeconomica)
(Imagoeconomica)

Balzo record per l’export italiano a marzo, una crescita superiore al 14% (+4% su base mensile) risultato di un progresso quasi analogo in Europa e nei mercati più remoti.

Il calendario (Pasqua 2016 a marzo, quest’anno ad aprile) può senza dubbio aver giocato a favore di questa performance, che tuttavia appare robusta in ogni componente, in grado di rilanciare le medie del made in Italy dopo un febbraio invece non esaltante.

Ad una crescita di 15 punti nei mercati extra-Ue si affianca un progresso di 14 punti in Europa, in entrambi i casi si tratta di risultati superiori rispetto alle performance del primo bimestre.

In Germania i guadagni sono del 16,3% e scatti decisi ci sono anche per il made in Italy diretto in Spagna (+23,4%) e Regno Unito (+10,6%).

Tra i settori monitorati dall’Istat l’unico segno meno è per i mezzi di trasporto (auto escluse), con crescite a doppia cifra diffuse e performance di rilievo in particolare per farmaceutica e soprattutto auto, in progresso del 28,1%, miglior risultato tra tutti i comparti. Auto che realizzano performance interessanti soprattutto nei principali mercati, con una crescita delle vendite del 27,7% negli Stati Uniti, addirittura del 35,3% in Germania.

Uno scatto complessivo per il made in Italy che nel mese per le imprese si traduce in incassi aggiuntivi per oltre 5 miliardi di euro, il che produce nel primo trimestre per l’Italia un valore globale di export pari a 108,9 miliardi, in crescita del 10% rispetto all’anno precedente, ad un passo dai volumi francesi.

Nel confronto europeo si tratta di un risultato decisamente positivo rispetto ai “big” del commercio internazionale, con un tasso di crescita doppio rispetto alla Francia, di due punti superiore nei confronti della Germania.

Osservando i numeri dell’Europa a 28 è comunque evidente la ripresa in atto nel commercio internazionale, che si traduce in performance positive quasi ovunque. Nel confronto con il primo trimestre 2016, le vendite dell’Europa a 28 crescono a doppia cifra in tutti i principali mercati extra-Ue, a partire da Stati Uniti (+11%) e Cina (+22%). Il “ritorno” più gradito è tuttavia quello della Russia, con importazioni dalla Ue in crescita del 28%, il che significa per le imprese del continente 4,4 miliardi di euro in più in tre mesi. Performance che consente a Mosca di tornare al terzo posto tra i maggiori mercati di sbocco europei, riprendendosi la posizione occupata temporaneamente dalla Turchia.

Crescite percentuali visibili anche nei numeri dell’Italia, che nei mercati extra-Ue concretizza il quinto rialzo mensile consecutivo: scorrendo le statistiche Istat ci si imbatte in una lunga teoria di progressi a doppia cifra, con balzi percentuali che accelerano rispetto alla già ottima performance dei primi due mesi dell'anno. Dai Bric's, grandi “malati” del 2016, continua ad arrivare una spinta robusta, con acquisti arrembanti e persino inattesi in queste dimensioni.

La Cina a marzo incrementa le commesse di made in Italy del 32,3%, la Russia di oltre 21 punti (con un balzo vicino al 50% per i macchinari, chiaro segnale della ripresa del ciclo di investimenti), l'India di 12. Così come in progresso a doppia cifra (+23,4%) è l'area Mercosur, “proxi” del Brasile in attesa dei dati puntuali per paese.

Uno scatto delle vendite estere a cui si affianca una decisa crescita anche dal lato delle importazioni, il che porta in rosso (come comunicato ieri dall’Istat) il contributo della componente estera netta al Pil.

Tra gennaio e marzo l’import tricolore lievita del 14%, in particolare per i maggiori costi legati all’energia. Il saldo commerciale del trimestre resta ampiamente positivo (6,7 miliardi) ma si riduce di quasi 2,5 miliardi proprio per effetto della bolletta energetica più “salata”.

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