Quarta realtà agroalimentare italiana per fatturato, leader nazionale nella produzione di mangimi con il marchio Veronesi, tra i maggiori produttori in Europa nel settore avicolo con il marchio Aia e tra i primi operatori nell’industria salumiera italiana con i marchi Negroni e Fini, il gruppo Veronesi archivia un 2016 di tutto rispetto, nonostante le difficoltà e le incertezze del mercato globale.
Il bilancio dell’anno scorso della Veronesi Holding - 8mila dipendenti e 16 siti produttivi in Italia -, presentato ieri a Isola della Scala (Verona), registra un fatturato consolidato netto di 2,804 miliardi di euro, in aumento rispetto ai 2,77 miliardi del 2015, con un Ebitda a 93 milioni (-37%). Le esportazioni hanno raggiunto il 17%, a 472 milioni, con un incremento significativo del 6,5% sull’anno precedente, in particolare in Germania per l’avicolo e in Francia per i salumi. La buona generazione di cassa del 2016 h consentito il mantenimento dell’indebitamento sui livelli del 2015.
«Nonostante lo scenario incerto e impegnativo - ha commentato il presidente del gruppo industriale Bruno Veronesi -, anche nel 2016 il gruppo è stato in grado di continuare il proprio percorso di crescita. La gestione operativa si è dovuta confrontare con un mercato avicolo fortemente condizionato da un eccesso di produzione e da una richiesta poco dinamica, ma è stata sostenuta positivamente dal buon andamento degli altri nostri comparti». «I primi mesi del 2017 stanno andando molto bene - ha aggiunto il presidente -, registriamo livelli record che ci fanno prevedere di poter sfiorare, a chiusura del 2017, i 3 miliardi di fatturato. Anche grazie al costo delle materie prime come mais e soia, che dovrebbero attestarsi per tutto l’anno su livelli bassi e stabili».
Il 2016 è stato per Veronesi - che si piazza al terzo posto tra le aziende italiane per crescita a volume dei marchi propri nella grande distribuzione - un anno importante sul fronte degli investimenti, che hanno raggiunto i 118 milioni (il 4,2% dei ricavi), contro i 92 milioni del 2015: è stata potenziata l’attività di ricerca e sviluppo, sono state rafforzate le linee produttive ed è stata migliorata la qualità dell’offerta, in particolare sul fronte della tracciabilità del prodotto. I consumatori italiani si sono dimostrati sempre più amanti del pollo e del tacchino, con un consumo medio pro-capite di 21 chili annui. Questo ha rafforzato la leadership del marchio Aia nel mercato degli elaborati, con quote del 38,7% nei panati cotti, dell’87,3% nei cotti non panati, del 46,3% negli elaborati crudi e del 77% negli arrosti crudi, con la supremazia del “Bon Roll”. Un mercato in crescita anche grazie al calo dei prezzi di produzione, scesi del 9% rispetto al 2015.
«Abbiamo fatto interventi sugli stabilimenti di Reggio Emilia - ancora Veronesi - dove vengono prodotti salumi, e di Nogarole Rocca (Verona), sito di produzione avicola. Ma anche su nuovi prodotti: tra i dieci prodotti che ogni anno lanciamo sul mercato, nel 2016 ha avuto molto successo “Chicken salad”, pollo cotto affettato e pronto per insalate o pati veloci. Più in generale, stanno aumentando i consumi di carne avicola e cresceranno anche in futuro, in virtù delle proprietà di salubrità e nutrizionali di questa tipologia di carne». Il Gruppo Veronesi cresce anche nei salumi, in particolare con il marchio Negroni, che ha visto un aumento del 2% a volume, registrando incrementi più marcati sui prosciutti cotti 100% nazionali (+8%).
L’azienda alimentare investe anche nell’ecosostenibiltà: le nuove confezioni delle uova Aia sono realizzate in polpa di legno, per essere smaltite al 100%.
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