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Farmacie online: già 6mila chiuse nel 2017. In 7 su 10 comprano…

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LOTTA ALLA CONTRAFFAZIONE

Farmacie online: già 6mila chiuse nel 2017. In 7 su 10 comprano “Viagra”

(Olycom)
(Olycom)

Dal viagra agli anoressizzanti, dagli anabolizzanti agli integratori alimentari. Sono già 6mila le farmacie illegali chiuse sul web nei primi mesi del 2017 e oltre 20mila quelle bloccate nel 2016. La fotografia sul fenomeno della vendita online di farmaci falsi è stata scattata ieri, a Roma, da Federfarma Servizi, in collaborazione con la Società Italiana di Urologia (Siu).

Un fenomeno in cui sono soprattutto gli uomini italiani a navigare senza bussola. Perchètra tutti i prodotti, i più venduti – quasi 7 su 10 – sono “pillole dell’amore”. Ovvero, farmaci contro la disfunzione erettile. Cui seguono anabolizzanti e farmaci anticancro (sempre per tumori tipici di patologie maschili).

«È soprattutto una questione culturale – osserva Vincenzo Mirone, segretario Siu – che nasce, in parte, dagli imbarazzi dei pazienti nel parlare al medico delle difficoltà e di eventuali disturbi e sintomi legati alla sfera dell’andrologia e della sessuologia. Poi ci sono certamente i costi minori di questi prodotti. Infatti, appena 1 su 10 contiene il principio attivo in dose adeguata, alcuni ne hanno il doppio e il 25% non ne contiene affatto. E i rischi sono enormi».
I prodotti acquistati sul web, aggiunge Mirone, «possono contenere tracce di altri principi attivi che mettono a repentaglio la salute, come gli ipoglicemizzanti. Inoltre nell’8,5% si trovano impurità pericolose, dall’arsenico al veleno per topi, dall’acido borico alle polveri di cemento». Infine, c’è il rischio che i primi segnali di una patologia cardiovascolare o tumorale curata con farmaci inadeguati, se non dannosi, in completo “fai da te”, possa peggiorare le condizioni. «Questi siti – spiega Antonello Mirone, presidente di Federfarma Servizi – si moltiplicano, sfuggono ai controlli e si nascondono fra le maglie della rete. Inoltre, l’uso dei social come canale di promozione sta aumentando soprattutto per la diffusione illegale di farmaci innovativi ad alto costo».

Nel 2016, nell’operazione “Pangea” IX sono state sequestrate, in 103 Paesi, 12 milioni di unità di farmaci illegali o contraffatte, di cui circa 80mila in Italia.

L’indagine Aifa-Università La Sapienza
Ma ieri a Roma è stata anche presentata un’indagine condotta dall’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) e l’Università “La Sapienza” di Roma su un campione di mille internauti, dalla quale emerge che oltre il 41% degli intervistati valuta positivamente l’acquisto di farmaci online. Inoltre, il 43,4% ritiene il web
una fonte molto sicura cui rivolgersi per comprare medicinali. E questo a prescindere dal fatto che sul sito web vi sia o meno il “bollino di qualità” del ministero della Salute, creato per identificare la farmacie autorizzate alla vendita di medicinali online, ma ancora poco conosciuto.

«È impossibile – sottolinea Domenico Di Giorgio, direttore Ufficio Qualità Prodotti dell’Aifa – certificare la qualità dei farmaci venduti da siti web non autorizzati, poiché non è possibile stabilire da dove provengano, come siano stati fabbricati e cosa contengano. Le analisi su alcuni farmaci sequestrati hanno rilevato, ad esempio, la presenza di gesso e vernice stradale».

Il sistema «Fakeshare»
Di qui il progetto di Federfarma Servizi e Siu “Pillole Fakeshare”, che si inserisce nella campagna europea Fakeshare per il contrasto della vendita illegale di farmaci. Online dal 2015 l’interfaccia pubblica di “Fakeshare” è la piattaforma web coordinata dall’Aifa e cofinanziata dalla Commissione Europea (con oltre 350mila euro) per contrastare il commercio illegale di farmaci su Internet.
L’intento è stato quello di coordinare e ottimizzare, attraverso i sistemi di information technology, le iniziative di contrasto portate avanti dai singoli Paesi, arrivando a una gestione condivisa degli interventi di monitoraggio sulle farmacie web, per fare da supporto alle forze di polizia nelle attività di blocco e oscuramento dei siti illeciti.
Il progetto Fakeshare ha permesso di creare un repertorio di best practices a disposizione di tutti i soggetti che si dedicano alle attività di intelligence e contrasto della contraffazione nei diversi Paesi europei.
I farmaci contraffatti – provenienti prevalentemente da Giappone, Cina, India, Messico e Taiwan – rappresentano, a livello mondiale, circa il 10% del totale prodotto e riguardano sia i generici che quelli di marca.

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