Battuta d’arresto ad aprile per il made in Italy, che secondo i dati Istat cede su base annua il 2,8%, risultato di un calo sia in Europa (-2,1%) che nelle aree extra-Ue (-3,7%). Determinante tuttavia il calendario, con la presenza di due giornate lavorative in meno rispetto allo stesso mese del 2016. Correggendo il dato per tenere conto di questa differenza, l’Istat stima che le vendite oltreconfine crescono in termini reali del 5,7%.
Il risultato dell’intero quadrimestre resta tuttavia ampiamente positivo, con una crescita delle vendite del 6,6%, superiore a quanto realizzato nello stesso arco temporale da Germania e Francia (si veda altro articolo correlato). Proiettando questo tasso di crescita per l’intero anno, le nostre imprese incasserebbero 28 miliardi in più rispetto all’anno precedente, che già rappresentava in termini correnti il massimo di sempre per il made in Italy.
Tra i mercati europei si segnala un calo diffuso, con Germania e Francia a cedere tra i 4 e i cinque punti, il Regno Unito ne cede otto. Segno positivo invece per Belgio e Polonia, in crescita anche a dispetto del calendario.
All’interno delle aree extra-Ue sono pochi i segni più, tra cui spicca però ancora una volta il balzo a doppia cifra in Russia, risultato di una crescita complessiva che coinvolge sia i beni di consumo che i prodotti intermedi e strumentali, segno di una ritrovata capacità di spesa sia dal lato delle famiglie che delle imprese
In termini settoriali l’energia è il settore più tonico ma il segno più è presenta anche per farmaceutica (+16,2%), chimica (+3,4%) e autoveicoli (+4,3%).
L’avanzo commerciale del primo quadrimestre si attesta a 10,2 miliardi di euro.
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