Economia

Un referendum popolare boccia le grandi navi a Venezia

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crociere e ambiente

Un referendum popolare boccia le grandi navi a Venezia

Un vero e proprio plebiscito per il “sì”. Può essere considerato tale il risultato del referendum popolare – privo di valore legale – che domenica scorsa ha sottoposto i cittadini veneziani al seguente quesito: “vuoi che le navi da crociera restino fuori dalla Laguna di Venezia e che non vengano effettuati nuovi scavi all’interno della Laguna stessa?”. La consultazione voluta dai comitati per l'ambiente e dall’associazione No Grandi Navi a Venezia ha portato nei numerosi gazebo sparsi per la città lagunare oltre 25mila persone, tanto che le schede a disposizione, 25mila appunto, sono andate esaurite ben prima delle 18, orario della chiusura dei “seggi”.

La consultazione si è svolta il giorno dopo che il ministro dei Trasporti Graziano Delrio aveva annunciato, proprio a Venezia, in occasione dell’inaugurazione del nuovo Terminal Passeggeri dell’aeroporto Marco Polo, che la soluzione alla questione delle Grandi Navi sarebbe «vicina», aggiungendo che si sarebbe «a un passo dalla meta». «Vogliamo evitare al massimo – ha aggiunto il ministro - l’impatto ambientale sulla laguna vista nel suo complesso, ma vogliamo anche che l’economia veneziana continui a usufuire dell’indotto delle crociere. Il presidente dell'Autorità portuale Musolino ha presentato al ministero numerose ipotesi che stiamo esaminando».

Sul piatto resta l’opzione dello scavo del canale Vittorio Emanuele, all’interno della laguna, che ha l’appoggio del Porto e del Comune, canale che dovrà essere portato a una profondità di 9 metri per permettere il transito delle navi da crociera più grandi; e l’opzione che prevede la realizzazione di una piattaforma fuori dalla laguna, il Venice Cruise 2.0, progetto sostenuto dagli ambientalisti. Per procedere è necessaria la riunione del Comitatone, che deve essere presieduto per legge dal premier Paolo Gentiloni, già annunciata per le prime settimane di giugno, ma ancora non avvenuta.

Sullo sfondo dei ritardi oramai cronici nell’affrontare la questione, resta la preoccupazione dell’Unesco, che in occasione della quarantunesima sessione mondiale, prevista a Cracovia dal 2 al 12 luglio, potrebbe decidere di depennare Venezia dalla lista delle città patrimonio mondiale dell'umanità, inserendola nell’elenco dei siti considerati “a rischio”.

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