In viaggio tra antichi borghi e lungo le strade del vino da giugno a settembre. La sfida per la “destagionalizzazione del turismo” in Sardegna si gioca seguendo un percorso che mette assieme il patrimonio enogastronomico, quello paesaggistico, architettonico e artigianale. Un esperimento, dedicato ai turisti che arrivano durante l’estate ma che vuole diventare una sorta di vetrina anche per il futuro, presentando luoghi e attività alternative o complementari a quelle balneari.
L’iniziativa, come fanno sapere dalla Regione, è nata nell’ambito di un programma di cooperazione interregionale promosso con la Regione Sicilia e «si rivolge con particolare attenzione ai turisti italiani e stranieri presenti in Sardegna durante la stagione estiva e vuole presentare il patrimonio paesaggistico, architettonico, enogastronomico e artigianale dei territori coinvolti». Si inizia a Baunei (30 giugno), si prosegue poi a Nuoro (7 luglio), Orosei (14 luglio), Atzara (29 luglio), Aggius (5 agosto), Sant'Antioco (26 agosto) e Cabras (15 settembre). Punti differenti legati tra loro da un filo che cuce centri storici, vino, gastronomia e cultura.
«La centralità tematica del vino – spiegano i promotori - verrà ribadita dalla presenza, nelle varie tappe, delle produzioni di circa 90 cantine sarde rappresentative di tutto il territorio regionale, grazie alla collaborazione con quattro Strade del vino (Vermentino Docg, Cannonau, Sardegna Nord Ovest, Malvasia) e col Consorzio di tutela del vino Carignano del Sulcis». Ogni tappa sarà poi accompagnata da un convegno sui temi della valorizzazione dei borghi, del vino e della sua cultura come attrattore territoriale e della biodiversità che caratterizza le varie zone della Sardegna oltre a degustazioni guidate con chef ed enogastronomi specializzati.
«Questo progetto – fa sapere l’assessore regionale al Turismo. Barbara Argiolas - costituisce un ulteriore tassello nell’arricchimento della nostra offerta turistica, che non può essere limitata solo al balneare ma deve puntare sulla sostenibilità, sul nostro patrimonio materiale e immateriale e su una offerta integrata in grado capace di coniugare qualità ambientale ed eccellenze agroalimentari». Il primo passo per rilanciare un settore, quello turistico, costretto a fare i conti, troppo spesso, con i limiti della cosiddetta stagionalizzazione.
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