Economia

Niente patteggiamento per Ilva e Riva Forni elettrici

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Niente patteggiamento per Ilva e Riva Forni elettrici

Doccia fredda per Ilva in amministrazione straordinaria e Riva Forni Elettrici. Oggi a Taranto il collegio della Corte d’Assise ha respinto l’istanza di patteggiamento delle due società rispetto al processo “Ambiente Svenduto” in corso a Taranto. Patteggiamento che era stato già accettato sia dalla Procura di Taranto che dai giudici dell’Assise che si stanno occupando di Ambiente Svenduto.
Per la Corte, i reati contestati alle due società - Ilva in amministrazione straordinaria affidata ai commissari Gnudi, Carrubba e Laghi, Riva Forni Elettrici dell’omonimo gruppo ora gestito da Claudio Riva - sono gravi, trattandosi di disastro ambientale e di avvelenamento, e quindi non possono rientrare nel patteggiamento.

Sul punto viene però osservato dai legali che le due società rispondono delle violazioni connesse alla legge sulla responsabilità amministrativa delle imprese. Ilva in amministrazione straordinaria valuterà adesso se ricorrere o meno alla Corte di Cassazione. Il no dei giudici al patteggiamento non blocca in alcun modo la cessione dell’Ilva ad Arcelor Mittal e Marcegaglia, riuniti in Am Investco Italy, nè influisce sul rientro in Italia, cosa peraltro già avvenuta, dei fondi esteri dei Riva. Un miliardo e 100 che serviranno al risanamento ambientale del sito di Taranto e che saranno gestiti dai commissari in aggiunta agli interventi dei privati in questo stesso campo.
Col patteggiamento, l’Ilva in amministrazione straordinaria avrebbe dovuto versare 241 milioni a titolo di confisca, quale profitto del reato, 2 milioni di sanzione, ed assoggettarsi a otto mesi di commissariamento giudiziale affidato ai commissari attuali.

Riva Forni Elettrici, invece, avrebbe dovuti versare 2 milioni per il patteggiamento. Patteggiando, le due società sarebbero uscite dal processo “Ambiente Svenduto” nel quale ora rischiano di rientrare insieme alla terza società coinvolta, l’ex Riva Fire - già capogruppo Ilva -, ridenominata a fine 2016 “Partecipazioni Industriali” e affidata dal Tribunale di Milano, dopo l’amministrazione straordinaria, al curatore Carlo Bianco.

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