Le 3.600 imprese a proprietà estera attive a Milano generano un fatturato di 167,6 miliardi di euro (il 30% del totale generato dalle società estere presenti in Italia) e danno lavoro a 280mila persone.
Sono i numeri della banca dati Reprint (un progetto Ice-R&P-Politecnico di Milano) contenuti nel «Dossier Ema» che il Comune di Milano ha presentato a fine luglio a Bruxelles, per spingere la candidatura del capoluogo lombardo a
ospitare la sede dell’Agenzia europea del farmaco. Una partita difficile (sono ben 19 le città che ambiscono a questo “trofeo”) ma cruciale per la città, per consolidare quell’ondata di trasformazione in metropoli moderna e internazionale che, avviato già da alcuni anni, ha trovato in Expo 2015 un acceleratore decisivo. E che potrebbe trovare ulteriore linfa dall’arrivo di attività legate al mondo della finanza dopo l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea.
Una città più attrattiva
«Dopo lo stallo seguito alla crisi, negli ultimi anni Milano ha ripreso ad attrarre imprese e capitali dall’estero», spiega l’economista Marco Mutinelli, responsabile della banca dati Reprint, che ogni anno redige anche il report «Milano produttiva». Se la Lombardia assorbe quasi la metà della presenza di multinazionali operative in Italia, la sola provincia di Milano ne ospita un terzo, con un numero che, tra il 2009 e il 2016, è aumentato del 7,5%.
Analizzata nelle sue componenti, questa crescente attrattività riflette la trasformazione del capoluogo lombardo, sempre meno polo industriale produttivo e sempre più polo direzionale. Basti pensare che, per quanto riguarda la manifattura, la provincia di Milano ospita il 18% delle sedi di società a partecipazione estera, ma solo il 12% dei loro stabilimenti. Se si guarda al terziario, osserva Mutinelli, Milano e la sua area assorbono oltre il 50% delle società estere presenti in Italia. Se si guarda al manifatturiero in senso stretto, tale percentuale si riduce. Multinazionali come Nestlè, Lactalis o (tra gli ultimi arrivati) Whirlpool hanno infatti i propri siti produttivi o logistici nel territorio limitrofo o addirittura in altre regioni, tuttavia scelgono Milano per stabilirvi la sede operativa, direzionale o commerciale, oppure centri software, di progettazione o ricerca.
Centro direzionale d’Italia
«La città si è terziarizzata, come del resto è avvenuto in passato per le altre grandi metropoli internazionali – fa notare Mutinelli – e oggi è in grado di offrire alle grandi società estere tutti quei servizi qualificati che servono a un quartier generale: competenze manageriali, personale qualificato, fornitori, rete infrastrutturale...».
E Milano sembra decisa a non mollare la forza propulsiva avviata con Expo 2015: sul piatto ci sono progetti (pubblici e privati) per oltre 10 miliardi, che nei prossimi dieci anni cambieranno il volto della città, dall’area ex-Expo alle periferie, dal centro storico agli ex scali ferroviari. A sostegno di questa sfida potrebbe arrivare la cosiddetta Legge speciale per Milano, in discussione alle camere, che prevede ad esempio incentivi fiscali per chi investe nell’area metropolitana milanese, assumendo almeno 50 persone, o la defiscalizzazione dei benefits per i manager che si trasferiscono in città.
La mappa dei gruppi esteri
L’elenco delle multinazionali già presenti a Milano sarebbe lunghissimo: dall’industria alla finanza, dall’hi-tech all’Ict, il capoluogo lombardo ospita la stragrande maggioranza delle sedi direzionali dei gruppi esteri attivi in Italia. Compresi i protagonisti della new economy, come Google, Microsoft, Samsung o Amazon. I player internazionali hanno qui il proprio hub tecnologico o commerciale da cui gestiscono tutto il Paese o, talora, diversi Paesi europei (è il caso di Huawei, Discovery o Whirlpool). Proprio le multinazionali sono del resto i principali acquirenti o locatari dei più recenti e innovativi sviluppi immobiliari: dal quartiere direzionale di Porta Nuova ai grattacieli di CityLife, fino ai palazzi ristrutturati o i corso di riqualificazione nel centro storico o nelle periferie.
La finanza
Principale hub finanziario italiano (con 10mila operatori del settore e circa 200 banche con sede in città), Milano ospita le filiali di oltre 40 istituti di credito stranieri. E sebbene i numeri siano limitati, rispetto alle grandi capitali finanziarie mondiali, sono in corso diversi movimenti, che potrebbero ricevere una ulteriore spinta dalla Brexit. Tra i gruppi già presenti, la tedesca Deutsche Bank, con il quartier generale della Bicocca, e Credit Suisse, che ha ricollocato a Milano alcune funzioni di marketing e product development. A breve Bnp Paribas trasferirà il quartier generale italiano nel nuovo quartiere direzionale di Porta Nuova. Sul fronte assicurazioni, invece, Allianz trasferirà entro l’anno 3mila dipendenti nella Torre Isozaki di City Life.
I big dell’hi-tech
A puntare su Milano sono anche i big dell’hi-tech. Microsoft, ad esempio, ha investito 30 milioni di euro (per i prossimi tre anni) nella Microsoft House inaugurata lo scorso febbraio all’interno dell’avveniristico edificio progettato dagli architetti svizzeri Herzog&De Meuron in viale Pasubio. Entro l’anno è atteso il trasferimento degli uffici operativi di Amazon in un palazzo di nuova costruzione in zona Porta Nuova, capace di ospitare fino a 1.100 dipendenti corporate (attualmente sono 400). Il nuovo quartiere direzionale di Porta Nuova ospita anche il distretto tecnologico di Samsung e la sede di Google, che dal 2014 ha qui il suo headquarter in un edificio di 5mila mq su 11 piani.
Non mancano le sedi italiane di Facebook e Linkedin o, sul fronte ecommerce, di Alibaba e ePrice. Chissà se anche Zalando sceglierà Milano per avviare l’hub logistico annunciato nei giorni scorsi nel Nord Italia, dal quale fornirà anche altri Paesi europei. In ambito Ict, circa il 70% delle multinazionali attive in Italia hanno sede a Milano, che non solo è una delle città più connesse d’Europa, ma concentra inoltre il 70% delle start up innovative italiane, in gran parte operative in questo settore .
Moda e design
Milano è anche riconosciuta capitale internazionale del fashion e del design. Tra i big della moda con uffici o hub a Milano citiamo Ralph Lauren, Pandora, Louis Vuitton, Dior, Richemont e VF.
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