Economia

Piombino, «moral suasion» su Cevital per spingerla a cedere

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Piombino, «moral suasion» su Cevital per spingerla a cedere

(Agf)
(Agf)

Esercitare la massima “moral suasion” possibile per fare uscire Aferpi di scena, constatata l’incapacità a mantenere gli impegni assunti per il mantenimento e lo sviluppo dell’attività siderurgica in Toscana, permettendo il subentro di un nuovo soggetto nella gestione del rilancio del polo di Piombino. Questo l’obiettivo del ministero dello Sviluppo economico, che ha convocato per la settimana prossima, a Roma, il ceo di Cevital (il gruppo algerino che controlla la holding che ha rilevato gli asset toscani dall’amministrazione straordinaria), Said Benikene.

La lettera con cui il commissario straordinario Piero Nardi contesta l’inadempimento degli obblighi di prosecuzione dell’attività produttiva costituisce di fatto l’anticamera della procedura di rescissione del contratto con il gruppo algerino. La procedura non è ancora avviata, ma il vertice della settimana prossima è un appuntamento cruciale. Indietro non si torna, perché «la mancanza di attendibilità degli impegni assunti da Cevital – come ha spiegato il ministro Carlo Calenda – sono difficilmente accettabili e superabili. Per questo ritengo sia prossimo il momento di ricercare soluzioni alternative».

Il Governo chiederà a Benikene di replicare alle contestazioni mosse e indagherà sullo stato di avanzamento delle trattative per la ricerca di un partner industriale. Data per acclarata l’incapacità di Cevital di sviluppare un piano industriale siderurgico, è interesse del Governo fare in modo che l’esperienza del gruppo algerino a Piombino si concluda il più in fretta possibile. La principale alternativa sul tavolo del ministero è rappresentata, in questo momento, dalle intenzioni manifestate per lettera da Jindal south west, anche se sono diversi i soggetti industriali avvistati a Roma. Il gruppo indiano è interessato a Piombino e, secondo le indiscrezioni, è pronto a investire circa 400 milioni per far ripartire l’area a caldo ma riavviando l’altoforno e allargando la gamma della laminazione anche ai prodotti lunghi. È presumibile pensare che sia Jsw che gli altri operatori indicati dai rumors (British steel, Liberty House, Voestalpine, Danieli) abbiano approcciato in questi mesi anche i vertici di Cevital.

Un accordo tra il gruppo algerino e un subentrante è una soluzione più fluida, e per certi versi più vantaggiosa, sia per il Mise che per Cevital. Una volta trovata l’intesa sull’inevitabilità di questo passaggio, ne restano da definire i contorni e le modalità. Se l’esito dell’ultima trattativa tra i vertici algerini e il ministero dovesse essere la cessione dell’intera Aferpi a un nuovo proprietario, saranno interrotti anche gli altri due percorsi di business immaginati dal presidente di Cevital, Issad Rebrab, per Piombino, vale a dire la piattaforma agroalimentare e quella logistica. Le due iniziative non sono mai state avviate, perché ritenute da sempre successive alla definizione della mission siderurgica. Per questo anche la concessione in prorogatio dell’area demaniale della banchina portuale (in attesa di un piano operativo) seguirebbe il destino della società cui fa riferimento.

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