Il fine è arrivare con una bozza di accordo quadro su cui il premier Paolo Gentiloni e il presidente francese, Emmanuel Macron, potranno apporre la loro firma nel bilaterale in programma a Lione il prossimo 27 settembre. Ma resta ancora un po’ di strada da percorrere prima di quel traguardo, sebbene i contorni del compromesso tra le due sponde stiano cominciando gradualmente a prendere forma. Non a caso, ieri, al termine del nuovo incontro a Roma tra i ministri dell’Economia, Pier Carlo Padoan, e dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda, con il collega francese, Bruno Le Maire, i toni dei partecipanti non erano molto dissimili. Con i primi due che, su Twitter, hanno parlato di «passi avanti per un’intesa italo-francese» e di «incontro utile , continuiamo a lavorare in vista del vertice del 27», mentre l’omologo transalpino ha chiuso il confronto definendolo «costruttivo» e sottolineando «l’obiettivo comune», vale a dire «un accordo tra Francia e Italia» in vista di Lione.
Fin qui, dunque, il cronoprogramma condiviso, come pure l’idea di arrivare a una maxi-alleanza tra i due paesi estesa anche al militare che potrebbe passare - sarebbe questa l’ipotesi di fondo su cui però si starebbe cercando una convergenza - da un gruppo unico, in cui confluirebbero Fincantieri, Stx France e Naval Group, con una governance italiana e con due rami, uno nel civile e uno nel militare e con assetti modulati in base al “peso” delle singole industrie. Un approdo ancora tutto da dettagliare, però, vista la delicatezza degli asset in gioco e, soprattutto, l’esigenza per entrambi i governi di salvare le posizioni fin qui espresse. Che, lato italiano, vuol dire non veder stravolto il senso degli accordi già sottoscritti sotto la presidenza Hollande, che assicuravano a Fincantieri la maggioranza e la gestione di Saint-Nazaire, l’oggetto della contesa. Un punto dirimente per il tandem Padoan-Calenda che, non a caso, anche ieri avrebbero ribadito davanti al ministro Le Maire, riuscendo di fatto a strappare l’ok di massima di Parigi al pieno controllo italiano sugli ex cantieri dell’Atlantique. Un tassello, quest’ultimo, che avrebbe sostanzialmente dominato il confronto di ieri e sul quale l’esecutivo italiano avrebbe rimarcato che è prioritario raggiungere un accordo entro il vertice del 27.
Insomma, la strada sarebbe articolata per tappe. Prima un’intesa su Stx France e poi la messa a punto del progetto sulla difesa, su cui comunque ci si è soffermati anche ieri. Sul dossier, in vista della quadra finale, potrebbero esserci poi altri incontri tra i ministri prima del bilaterale a Lione. Padoan e Le Maire saranno infatti entrambi all’Ecofin informale in programma il 14 e il 15 settembre a Tallinn, mentre il ministro francese si ritroverà insieme a Calenda al G7 sull’Industria, a Torino, il 25 e il 26 settembre, proprio alla vigilia dell’appuntamento clou tra i due paesi.
Che ieri, come detto, avrebbero cominciato ad affrontare anche la partita sul militare e sul possibile asse rafforzato con Naval Group, che già opera in stretto raccordo con Fincantieri su alcuni programmi comuni (i cacciatorpedinieri Orizzonte e le fregate Fremm). Su questo versante, il ceo di Fincantieri Giuseppe Bono e il suo omologo francese, Hervé Guillou, discutono da anni tanto da aver messo a punto anche un piano vero e proprio (progetto Magellano) che comporterebbe un’integrazione spinta tra le due aziende e che getterebbe le basi di quell’«Airbus dei mari», il cui copyright appartiene all’ad del gruppo triestino, che, da almeno un decennio, va promuovendo la necessità di un consolidamento europeo dell’industria di settore.
Sul naviglio militare di superficie, forti della cooperazione già esistente, Fincantieri e l’ex Dcns avrebbero così davanti una strada già spianata verso un’alleanza a tutto campo, che però terrebbe fuori il comparto sottomarino - legato al deterrente nucleare per i francesi e dunque destinato a rimanere sotto l’esclusivo cappello nazionale - e che potrebbe sfruttare la proiezione internazionale dei due gruppi. Con Fincantieri che, negli ultimi tempi, ha riconquistato posizioni rispetto a Parigi, aggiudicandosi, proprio in concorrenza con NG, una maxi-commessa in Qatar da 4 miliardi di euro e che è ben posizionata anche in altre gare che si andranno ad aprire nei prossimi mesi, a cominciare da Usa e Canada, mentre in Australia è in short list con una delle sue Fremm insieme a Bae Systems e a Navantia.
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