Un’alleanza ad ampio raggio nel naviglio di superficie, civile e militare, che declini ulteriormente l’asse già esistente tra Italia e Francia. È questa la traccia di discussione attorno alla quale, oggi pomeriggio, il ministro francese dell’Economia, Bruno Le Maire, e i colleghi italiani, Pier Carlo Padoan (Economia) e Carlo Calenda (Sviluppo Economico), proveranno a riannodare le fila per superare l’impasse sul dossier Fincantieri-Stx e accelerare il percorso verso un’intesa di massima che, almeno nelle intenzioni dei due paesi, potrebbe essere presentata il 27 settembre a Lione, dove è in programma un bilaterale tra i due governi.
Il lavoro delle diplomazie
Se si riuscirà a chiudere il cerchio, è ancora presto per dirlo. Ma certo le diplomazie hanno lavorato intensamente in queste settimane nel tentativo di avvicinare le posizioni e spianare la strada alla trattativa che non arriverà a comunque a traguardo già nel vertice di oggi. Da dove, con molta probabilità, verrà invece ribadita la volontà di proseguire il confronto nel tentativo di dare forma a un maxi-polo civile e militare tra Roma e Parigi. Con l’obiettivo, come detto, di raggiungere un accordo generale in vista del summit di fine mese e dettagliarne i contenuti nelle settimane successive.
Lo strappo di Macron dopo il precedente accordo
Fin qui, le poche, pochissime, certezze di una partita che si era chiusa, sotto la presidenza Hollande, con un’intesa che avrebbe sancito l’ingresso di Fincantieri, affiancata dalla fondazione Cr Trieste, in posizione maggioritaria, nel capitale di Stx France in - cui fanno capo i cantieri di Saint-Nazaire, straordinario presidio, per via del più lungo bacino di carenaggio d’Europa, della crocieristica e della difesa transalpina - e che invece è stata rimessa in discussione dal nuovo inquilino dell’Eliseo, Emmanuel Macron. Quest’ultimo ha così incaricato Le Maire di ridiscutere i punti di un percorso condiviso, praticamente già firmato, ma considerato penalizzante dal leader di “En Marche!”, che ha optato per la nazionalizzazione temporanea dei cantieri.
Posizioni ancora distanti
Oggi, dunque, i tre si siederanno allo stesso tavolo nel tentativo di smussare le differenze ancora esistenti: i francesi insistono per uno schema paritario, ancorché si allarghi il perimetro anche alle navi militari, mentre il governo italiano è intenzionato a tenere il punto sulla necessità di assicurare a Fincantieri la maggioranza del nuovo conglomerato che si andrebbe a costituire. Il tutto sotto lo sguardo di Bruxelles che, proprio in questi mesi, ha deciso di accelerare sulla strada della Difesa comune, dopo tante false partenze, e che dunque guarda con estremo interesse alla possibile aggregazione. Che, non a caso, il ceo di Fincantieri, Giuseppe Bono, ritiene cruciale ai fini di quel consolidamento europeo dell’industria di settore, che va sostenendo da molti anni e che non è più, a suo dire, rinviabile.
Le prove d’integrazione (già esistenti) tra Fincantieri e Naval Group
Ecco, perché, già dal 2015, insieme a Hevé Guillou, ceo di Naval Group (l’ex Dcns) - l’azienda francese della difesa a controllo pubblico che Parigi ha schierato in campo fin dalla prima ora - il top manager calabrese ha lavorato al “matrimonio” tra le due società, che già hanno cooperato su alcuni programmi comuni (i cacciatorpedinieri Orizzonte e le fregate Fremm), noto come programma “Magellano”. Quest’ultimo potrebbe quindi rappresentare la base su cui costruire l’auspicata «combinazione delle capacità» di Fincantieri, NG e Stx France, di cui si parlava, tra le righe, nella nota seguita all’ultima riunione ministeriale a inizio agosto. Un’alleanza, insomma, che potrebbe procedere per tappe, partendo da un architrave già messo nero su bianco con l’integrazione tra Fincantieri e NG (mediante scambio azionario, una newco compartecipata da entrambi o un altro meccanismo, si vedrà) e poi conferendo Stx France e gli altri asset strategici della partita.
La proposta dei francesi per superare l’impasse
Questo, però, è il secondo tempo del match, tutto ancora da scrivere. Quel che è probabile, invece, è che oggi Le Maire, facendo tesoro del confronto che non si è mai interrottoin queste settimane, provi a riguadagnare terreno presso i suoi interlocutori italiani, assicurando a Fincantieri un ruolo “di peso” nel futuro raggruppamento, oltre alla gestione operativa dei cantieri affacciati sulla Loira. Perché è evidente che un ridimensionamento dell’Italia, ancorché in un progetto allargato rispetto alla sola Saint-Nazaire, non sarebbe accolto positivamente dal tandem Padoan-Calenda.
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