Luglio in crescita per la produzione industriale italiana, frenata nel dato mensile (+0,1%) dal calo dell’energia ma in grado di piazzare un robusto +4,4% nella performance annua. Nella rilevazione tendenziale si tratta del sesto risultato positivo consecutivo, in grado di produrre nei primi sette mesi dell’anno una crescita media del 2,6%.
In termini macro-settoriali il progresso è corale, con una crescita più sostenuta per i beni di consumo durevole (+6,2%) e i beni strumentali (+5,9%). Il dato più confortante è lo scatto in avanti del settore macchinari e attrezzature, una crescita dell’8% di gran lunga superiore rispetto alla media del primo semestre. Indice probabile di una “messa terra” in termini produttivi della massa di ordini arrivati in alcuni comparti (macchine utensili in primis) grazie agli incentivi previsti nel piano Industria 4.0 .
Appena una manciata (e con variazioni comunque marginali) i settori in calo (tessile-abbigliamento, computer, apparati elettrici) mentre altrove i progressi sono diffusi e spesso robusti. Per alimentari e mezzi di trasporto il progresso è del 6,9% (+9,1% per l’auto), a cui si aggiungono le buone performance di farmaceutica, chimica, gomma-plastica e metallurgia.
L’industria, in sintesi, cresce. E il dato della produzione alimenta l’ottimismo sulle chance di ripresa dell’economia, inserendosi all’interno di una serie di indicatori mediamente positivi. L’export del primo semestre, ad esempio, è in crescita dell’8%, un risultato superiore a quanto realizzato da Germania e Francia, con performance positive in quasi tutte le aree del globo.
Anche se il contributo della componente estera è stato nullo, a causa della forte crescita delle importazioni, il prodotto interno lordo del secondo trimestre ha registrato un progresso dello 0,4% in termini congiunturali, dell’1,5% su base annua, il massimo da sei anni a questa parte.
Ancora meglio stanno facendo gli indicatori qualitativi, con l’indice di fiducia delle imprese lievitato ad agosto ai massimi da oltre dieci anni, così come in deciso progresso è l’indicazione in arrivo dai direttori d’acquisto (indice Pmi), arrampicatosi per l’Italia al top da febbraio 2011, in coincidenza peraltro nello stesso mese con un’impennata decisa anche per il “mood” dei consumatori registrato dall’Istat.
Positivi i commenti del Governo, con il premier Paolo Gentiloni ad indicare il Paese «finalmente in lenta ripresa, in realtà anche meno lenta
di quanto si pensasse», con un dato della produzione industriale «impensabile
anche solo uno o due anni fa».
Soddisfazione anche da parte del ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda, che in una nota del Mise sottolinea i dati riferiti a beni strumentali e macchinari, indice di un Piano Nazionale Industria 4.0 che «funziona nello stimolare e sostenere gli investimenti delle imprese», con dati che «confermano l'efficacia della scelta di eliminare gli incentivi inefficaci introducendo delle agevolazioni fiscali automatiche e non collegate ad una specifica dimensione o settore industriale. Bisogna ora continuare a lavorare - prosegue la nota - sulle politiche dell'offerta concentrando risorse a beneficio delle imprese che producono e creano lavoro».
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