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Ilva, Calenda duro: «negoziato congelato con il ricorso al Tar»

La trattativa sull’Ilva tra sindacati metalmeccanici e Am Investco si blocca. Il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, ha deciso così dopo che la Regione Puglia e il Comune di Taranto hanno confermato la loro decisione di impugnare al Tar il Dpcm (Decreto del presidente del Consiglio) col quale lo scorso 29 settembre è stato approvato il nuovo piano ambientale proposto da Arcelor Mittal e Marcegaglia attraverso Am Investco. Lo stop alla trattativa, che era in corso in queste settimane (gli ultimi incontri si sono tenuti ieri al Mise), si riflette anche sul passaggio dell’Ilva ad Am Imvestco che a giugno scorso con un’offerta di acquisto di 1,8 miliardi, 1,1 miliardi di investimenti ambientali e 1,2 di investimenti industriali aveva vinto la gara lanciata dai commissari Gnudi, Laghi e Carrubba diversi mesi prima.

«Sono inutili i tavoli – dice Calenda riferendosi proprio alla trattativa in corso – finchè non è chiara la situazione. Se il Tar di Lecce accoglie l'impugnativa, l’amministrazione straordinaria dovrà procedere allo spegnimento dell’Ilva. I commissari saranno obbligati a iniziare il processo di spegnimento degli impianti. Questo metterà in discussione tutta la riqualificazione e il rilancio del siderurgico di Taranto. Ci sono in ballo 5,3 miliardi di euro e io non saprei quando maiu è stato fatto un investimento simile nel Sud Italia. Ora c’è il rischio che l’investitore possa ritirare gli investimenti e scappare a gambe levate».

In effetti, è vero che Am Investco si è aggiudicata la gara battendo il concorrente Acciaitalia, ma per il passaggio formale e definitivo dell'azienda all'acquirente occorrono due condizioni fondamentali: l'accordo con i sindacati e il via libera dell’Antitrust europeo. Ora, quest'ultimo sta esaminando il dossier Ilva ed ha promesso di fornire la sua risposta anche prima dei naturali termini di scadenza dell'istruttoria (marzo prossimo) mentre la trattativa con le sigle metalmeccaniche sta andando avanti proprio in questi giorni con una serie di approfondimenti. Lo stop al negoziato fa per il momento venir meno una delle due condizioni che deve accompagnare il passaggio dell'Ilva ad Am Investco.
Regione Puglia e Comune di Taranto hanno impugnato il Dpcm per tre motivi: contestano i tempi di attuazione degli interventi, che si chiuderanno ad agosto 2023 anche se per la copertura dei parchi minerali (l’intervento fondamentale, 300 milioni) si sta accelerando i lavori verranno avviati ad inizio 2018. Contestano altresì, in diversi casi, le soluzioni prospettate per la bonifica e lamentano il fatto di aver avanzato delle osservazioni al piano ambientale, tramite il ministero, ma di non essere stati presi in considerazione.

Il ricorso di Regione e Comune è stato contestato dal presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, proprio perchè mette a rischio l’investimento, e ora i sindacati metalmeccanici manifestano preoccupazione per lo stop al confronto perchè aumenta le incertezze per una situazione già critica. Ha commentato il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci: «Basta coi trucchi, basta con i numeri al lotto, basta con gli sgarbi politici ed amministrativi, basta con la flagellazione sistematica di un intero territorio, basta con il furto del futuro dei nostri bambini: si va al Tar se in questo Paese esistono ancora dei valori non negoziabili dinnanzi al mercato».

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