Economia

Ilva, vicenda alle strette tra tentativi di accordo e guerra di ricorsi

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spaccato il fronte degli enti locali

Ilva, vicenda alle strette tra tentativi di accordo e guerra di ricorsi

La vicenda Ilva verso la stretta. A partire da domani si avvia una fase nella quale si capirà quanto spazio esiste per chiudere positivamente su un doppio fronte: ritiro del ricorso al Tar di Lecce presentato contro il Dpcm sul piano ambientale da Regione Puglia e Comune di Taranto e accordo tra Am Investco e sindacati sull'occupazione e sui piani industriale e ambientale dei nuovo investitore.

Domani dovrebbe partire per il Governo la controproposta dei due enti locali pugliesi per superare il conflitto al Tar. Si tratta di un accordo di programma in alternativa allo schema di intesa inviato giorni fa dai ministri Calenda e De Vincenti. Le differenze sono diverse. Il Governo indica un protocollo di intesa che rafforza l'attuazione del Dpcm, Regione e Comune chiedono l'accordo di programma perchè ritengono che sia lo strumento che li garantisca di più. Il Governo condensa l'offerta in nove articoli, gli enti locali rilanciano con 22.

Sulla Valutazione del danno sanitario per misurare di quanto gli investimenti riducono inquinamento e malattie correlate, il Governo dice che si effettua in base al decreto ministeriale del 24 aprile 2013 e rimette all'esame congiunto con le istituzioni territoriali il rapporto annuale di Arpa Puglia ed Asl Taranto. Invece gli enti locali chiedono l'applicazione delle linee guida delle specifica legge regionale. Sugli interventi ambientali, lo schema del Governo accelera su parco minerali, parco fossile e parco loppa (sul primo la copertura avverrà in 24 mesi da febbraio prossimo). Regione e Comune vogliono che ci sia un'accelerata su tutto rispetto ai tempi indicati nel Dpcm.

Eppoi l'indotto. Tolti 15 milioni di vecchi crediti antecedenti l'amministrazione straordinaria di Ilva che, garantiti dalla prededuzione, saranno saldati quando Am Investco verserà il prezzo di acquisto dell'Ilva, sui restanti 115 milioni chirografari il Governo parla di impegno a cercare le soluzioni per soddisfarli sempre dopo che Am Investco avrà versato il prezzo di acquisto. Gli enti locali, invece, chiedono accordi transattivi. Sulla decarbonizzazione, infine, il Governo parla di impegno di Am Investco per uno studio di fattibilità e di disponibilità dell'investitore a valutare il ricorso a questa tecnologia se fattibile e conveniente; gli enti locali rilanciano e chiedono che si applichi su due altiforni da rifare.

Martedì intanto c'è l'udienza al Tar di Lecce sull'Ilva. Non accadrà nulla di particolare perchè Regione e Comune hanno ritirato la richiesta di sospensiva con la quale chiedevano ai giudici di sospendere l'efficacia dell'atto impugnato, il Dpcm appunto. In mancanza di accordo, resta in piedi il ricorso che si avvia al giudizio di merito, che però non è immediato. Sebbene depotenziata da conseguenze a breve proprio perchè la sospensiva non c'è più, infuria però la battaglia dei ricorsi: a Regione e Comune che avversano l'atto di Governo, a Italia Nostra che presenta un ricorso a sostegno degli enti locali (“ad adiuvandum”), si contrappone la Provincia di Taranto che al Tar ne ha depositato uno contrario (“ad opponendum”). Chiede ai giudici il rigetto dell'impugnazione poichè ritiene il Dpcm valido. Al contrario di Regione e Comune, la Provincia infatti afferma che il Governo «ha dato nuovo impulso all'attività dell'Ilva di Taranto» grazie al «contemperamento degli interesse coinvolti, sia di quelli ambientali e sanitari, sia di quelli imprenditoriali, salvaguardando adeguatamente i livelli occupazionali, nonché garantendo interventi positivi per fronteggiare l'emergenza ambientale». E la Provincia è tra i soggetti chiamati dal Governo a firmare l'accordo, così come lo sono due Comuni dell'area di crisi ambientale di Taranto (Statte e Montemesola) propensi anch'essi alla firma.

Infine il 10 gennaio si rivedono al Mise Am Investco e sindacati. Parte una nuova fase di trattativa che vedrà altri incontri il 17 gennaio con un tavolo specifico sull'Ilva di Genova. Incontri tecnici di sito presso il Mise sono poi previsti il 23-24 gennaio per Taranto e il 30 per Genova e Novi Ligure. Obiettivo è arrivare alla stretta finale. Nelle precedenti riunioni Am Investo ha dichiarato disponibilità ad assumere 10mila dei 14mila addetti Ilva.

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