Per provare a raggiungere un accordo sull'Ilva e revocare, dopo l'istanza di sospensiva, anche il ricorso al Tar di Lecce contro il Dpcm sul piano ambientale, la bozza di accordo di programma è quasi pronta. È questa, infatti, la controproposta che rilanceranno nelle prossime ore Regione Puglia e Comune di Taranto al Governo che, attraverso i ministri Calenda e De Vincenti, ha inviato agli enti locali (ma anche ad Arcelor Mittal e ai commissari Ilva) uno schema di intesa articolato in nove punti, tutti relativi a richieste delle amministrazioni territoriali, chiedendo di firmarlo e di togliere, entro dopo otto giorni dalla firma, il ricorso al Tar. Oggi in Regione si sono riuniti gli staff tecnici e legali dei due enti. Per il Comune di Taranto c'era il vice sindaco Rocco De Franchi, per la Regione il direttore del Dipartimento ambiente, Barbara Valenzano.
Chiesto il confronto con Gentiloni
Accordo di programma anziché protocollo di intesa proposto dal Governo; confronto col presidente del Consiglio, Gentiloni; introduzione della Valutazione di danno sanitario per misurare se e di quanto riducono malattie e inquinamento sia la realizzazione dei nuovi investimenti ambientali che l'attuazione delle prescrizioni Aia; prova sulla decarbonizzazione: sono quattro punti che Regione e Comune ritengono prioritari. A partire dallo strumento tecnico. Se i ministri Calenda e De Vincenti e il vice ministro Bellanova dicono che tutti gli impegni inseriti nell'intesa diverranno obbligazioni vincolanti per Am Investco e il suo leader Arcelor Mittal in quanto “trasfuse” nel contratto di aggiudicazione dell'Ilva, il governatore pugliese, Michele Emiliano, e il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, ritengono che la formula dell'accordo di programma garantisca di più.
Emiliano: Calenda? Si faccia da parte
«Se avremo queste garanzie - sottolinea il governatore della Puglia - è evidente che nessuno di noi ha intenzione di mantenere in piedi un contenzioso che non abbia un significato di tutela della salute delle persone. Se non le avremo, il ricorso non sarà mai ritirato». E ancora, dice Emiliano, «se raggiungiamo un accordo sulla applicazione della legge regionale sulla previsione del danno sanitario (Vds) e otteniamo la possibilità di dimostrare che la decarbonizzazione non ha questo differenziale di costo così elevato come si sostiene, e che quindi si parte con la decarbonizzazione almeno sui due gruppi da ristrutturare, allora noi siamo a buon punto. Nella bozza quest'apertura sulla decarbonizzazione c'è, sia pure scritta in modo da precisare».
«Ho bisogno di parlare col presidente del Consiglio per ripristinare le normali relazioni tra Governo e Regione - insiste Emiliano rinnovando l'appello al premier -. Un impegno a lavorare in modo positivo sull'Ilva non può che essere preso da Gentiloni in persona». Calenda? «Si faccia da parte - chiede Emiliano - e ci consenta di dialogare con il presidente del Consiglio che peraltro è l'autore dell'atto (Dpcm sul piano ambientale) impugnato».
Fim Cisl contro Emiliano
La Fim Cisl, col segretario Marco Bentivogli, stoppa però Emiliano. «Il protocollo che ci è stato inviato - afferma - contiene le richieste che da tempo chiedevamo nei 9 articoli e che hanno il merito di coinvolgere tutti i soggetti interessati su un lavoro costruttivo. L'ennesimo rilancio del governatore della Puglia, Emiliano, a questo punto sarebbe ridicolo se la situazione non fosse già grave e oltre ogni limite». «Tutti noi - aggiunge Bentivogli - ma, in particolare, chi ricopre ruoli istituzionali, ha il dovere di fare la propria parte e non personalizzare lo scontro politico su vicende che attendono decisioni e concretezza. Il protocollo proposto è sottoscritto dai ministri Claudio De Vincenti e Carlo Calenda, che per noi sono gli interlocutori con cui discutere, è il documento su cui procedere nel lavoro da fare».
La Provincia contro Regione e Comune sul ricorso
Intanto il fronte istituzionale locale potrebbe sfilacciarsi. Il presidente della Provincia di Taranto, Martino Tamburrano, intende proporre ai sindaci dell'area di crisi dell'area ambientale di Taranto (Statte, Massafra, Crispiano e Montemesola, coinvolti nello schema di intesa così come Regione Puglia e Comune di Taranto) un ricorso al Tar ad opponendum qualora Regione e Comune non ritirassero il proprio. Nel processo amministrativo ad opponendum, il terzo - che deve essere comunque legittimato e la Provincia è al Tavolo istituzionale ed è invitata a firmare l'accordo - interviene nel processo per contrastare il ricorso e chiederne il rigetto da parte dei giudici.
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