Nuova scommessa di Amazon sull’Italia. E per farla il gigante dell’e-commerce piazzerà sul tavolo una fiche di poco superiore ai 150 milioni di euro. Con questa dote nasceranno un nuovo centro di distribuzione a Torrazza Piemonte, 25 chilometri a nord-est di Torino e un centro di smistamento a Casirate, in provincia di Bergamo. Il primo appartiene all’attività “core” sul versante logistico: i centri in cui la merce viene presa in carico, impacchettata e spedita. Il secondo è un centro per favorire il deposito e lo smistamento di merce già “lavorata”, ritenuto di grande rilevanza per poter ridurre i tempi di consegna e per supportare il numero crescente di piccole e medie imprese indipendenti che decidono di vendere i propri prodotti su Amazon.
«In tre anni – conferma Roy Perticucci, vice president di Amazon per le Operations in Europa – creeremo 1.600 posti di lavoro, tutti a tempo indeterminato». Il grosso, 1.200 dipendenti, sarà nel centro logistico (in Amazon li chiamano “fulfillment center”) di Torrazza Piemonte: il quarto in Italia dopo quello storico di Castel San Giovanni (Piacenza) e i siti di Passo Corese (Rieti) e Vercelli avviati in autunno.
Proprio come quello laziale l’hub piemontese sarà espressione della logistica del futuro made in Amazon, con sistemi automatici, “robotizzati”. In pratica non sono più i magazzinieri a muoversi all’interno del centro logistico andando alla ricerca di scaffali in cui riporre la merce, ma sono gli scaffali a spostarsi, loro, fino al magazziniere che ha solo il compito di inserire o estrarre prodotti. Cosa, questa, possibile grazie all’implementazione della piattaforma di un’azienda acquisita nel 2012: la Kiva. Da lì la creazione di un sistema proprietario che fa muovere questi “robot magazzinieri”. Sono al momento otto in Europa (3 in Uk, 1 in Polonia, 2 in Spagna, 1 in Germania e 1 in Italia) e il 25% di quelli complessivi in Usa i centri Amazon che hanno questi sistemi di logistica automatica.
«La macchina per le assunzioni – dice Perticucci – si metterà in moto a breve. In primo luogo apriremo le posizioni per il management e le funzioni di supporto per logistica, finance e risorse umane.In una seconda fase saranno aperte le posizioni per gli addetti al magazzino». Nel primo caso tutte le posizioni saranno disponibili attraverso www.amazon.jobs; per gli addetti al magazzino si troveranno sul sito www.lavora-con-amazon.it.
La scelta di un fulfillment center non a grande distanza da Castel San Giovanni può essere legata alle problematiche nel sito piacentino (si veda altro articolo in pagina) e a possibili switch di attività? «Assolutamente no», replica Perticucci che giudica «per nulla rilevante» l’impatto delle proteste degli ultimi tempi. «I nostri investimenti – aggiunge – vengono fatti con una programmazione pluriennale. Di questi due nuovi centri abbiamo iniziato a parlare un anno fa» aggiunge il Vp Amazon che scandisce le parole riferendosi al ruolo del colosso di Seattle in Italia: «Abbiamo investito in questi anni 800 milioni creando più di 3mila posti di lavoro a tempo indeterminato».
Puntare sull’area nei pressi di Torino, spiega il manager Amazon, è stata «una scelta determinata dalla vicinanza con la Francia, oltre che dalla possibilità di coprire meglio il Nord Italia», ma anche dal fatto che «nell’area c’è un tessuto manifatturiero di livello». Musica per le orecchie delle istituzioni locali. «L’apertura della struttura logistica, in una dimensione legata all’impiego di tecnologie innovative, offre inoltre uno spiraglio concreto all’occupazione. Un investimento, quest’ultimo, che segue quello annunciato da Amazon lo scorso anno a Torino per un nuovo centro di sviluppo per l’intelligenza artificiale e il machine learning», commenta Chiara Appendino, sindaca della Città metropolitana di Torino. «Questa buona notizia è l’ulteriore conferma di come il Piemonte sia un territorio dove valga la pena investire, un luogo di innovazione e di competenze», aggiunge il presidente della Regione, Sergio Chiamparino.
Certo, se Amazon scommette è comunque «perché tutto l’e-commerce in Italia è in crescita» puntualizza Perticucci. Quindi dopo questi investimenti arriveranno altri centri al Sud? «Non lo escludo, anche se al momento non abbiamo piani concreti». Medesima la risposta se gli si chiede del possibile avvio di una flotta targata Amazon. Esiste in Uk per esempio. «Noi qui in Italia lavoriamo bene con i corrieri. Poi per il futuro, mai dire mai».
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