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UniCredit: due settimane per definire altri 900 esuberi. Tagli alle…

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lavoro e credito

UniCredit: due settimane per definire altri 900 esuberi. Tagli alle filiali al Sud

Al gruppo UniCredit non restano che poco più di tre settimane per trovare un accordo con i sindacati per riallineare organici e filiali nelle diverse regioni, che in pratica significa far uscire oltre 900 persone, coda finale del Piano di trasformazione 2019. Interventi di riorganizzazione, riassume in due parole la lettera che la banca ha inviato ai sindacati per avviare la procedura contrattuale ai sensi dell’articolo 17 del contratto nazionale di lavoro. Dal 2014 non passa anno in cui il gruppo non sigli un accordo per riorganizzazione: il 28 giugno 2014, l’8 ottobre 2015, il 5 febbraio e l’8 marzo 2016, il 4 febbraio 2017. Gli effetti di questi accordi, sommati, secondo una stima sindacale, hanno portato fuori dal gruppo, in Italia, 9.100 bancari, tra pensionamenti, prepensionamenti attraverso il Fondo di solidarietà e uscite volontarie. Oltre a 2.800 assunzioni di giovani e mille consolidamenti di apprendisti.

La trattativa vera e propria comincerà martedì, il 16 gennaio, quando sindacati e azienda hanno in programma un nuovo incontro. Secondo quello che si legge nella lettera, le rilevanti riorganizzazioni funzionali sono state rese necessarie dal contesto generale negativo e dalla mancata riduzione dell’operatività allo sportello, connessa all’accelerata propensione della clientela a un uso prevalente quando non esclusivo di canali self service e formati transnazionali evoluti. Di qui i piani di esodo. Per minimizzare gli impatti sociali, in passato, i criteri utilizzati per le uscite sono stati l’età e la volontarietà, ma dopo attenta valutazione delle uscite, la banca ha riscontrato adesioni disomogenee e quindi disallineamenti tra organici e filiali nelle diverse regioni. Se prendiamo l’Emilia Romagna, la Lombardia, il Veneto o il Piemonte le adesioni all’uscita hanno superato il 90% all’interno del potenziale bacino, ma soprattutto al Sud, le adesioni sono state molto più basse. Così, in pratica, nel Lazio e in Sicilia in particolare e in altre regioni del Sud in generale bisogna ricercare soluzioni per far convergere gli organici e i fabbisogni organizzativi in modo tale, tra l’altro, da consentire di attenuare le ricadute gestionali dell’ampia flessibilità di uso del personale nelle aree dove sono più forti i cosiddetti disallineamenti.

Stefano Cefaloni, coordinatore Fabi UniCredit dice che è «prioritario rispettare l’accordo del 4 febbraio dello scorso anno e dare luogo immediatamente alle assunzioni concordate e al rispetto del turn over. Allo stesso tempo, la definizione per il riconoscimento del premio aziendale 2017 per tutti i lavoratori non può subire ulteriori ritardi, alla luce dell’impegno dei dipendenti su cui sono ricaduti gli effetti della riorganizzazione. Anche il tema delle pressioni commerciali deve trovare il rispetto delle intese sottoscritte in azienda e in Abi, ed eventuali nuove iniziative di UniCredit saranno attentamente valutate, ferma restando la volontarietà per l’adesione dei lavoratori interessati».

La banca intenderebbe arrivare all’obiettivo finale senza rimettere in discussione i livelli occupazionali complessivi e senza effettuare nuovi riassetti organizzativi, ma usando il Fondo di solidarietà in chiave espansiva, come spiega nella missiva, cercando di alimentare la cosiddetta staffetta generazionale, anche se in quali proporzioni è tutto da vedere. Il primo passo sarà la riapertura dei termini temporali di accesso ai piani di esodo con pensionamento diretto o prepensionamento attraverso il Fondo, alle stesse condizioni definite con l’accordo del febbraio 2017, l’altro passo sarà invece l’incentivo di 24 mesi per chi vorrà uscire, ma non ha i requisiti per accedere al Fondo. Dato che la procedura è stata avviata a fine 2017, la riapertura del Fondo consentirà di usufruire dei contributi di sostegno previsti dalla penultima finanziaria che per il 2017 erano pari all’85% dell’assegno, poi ridotti al 50% nel 2018, mentre nel 2019 si vedrà. Nello stesso tempo, anche alla luce dello scenario socio economico dove si continuano a registrare tassi di disoccupazione giovanile elevati, la banca cercherà di creare una staffetta generazionale e investirà su un piano di assunzioni di giovani che andranno ad aggiungersi alle 1.500 del triennio 2014/2016, alle ulteriori 1.300 del triennio 2017/2019 e ai mille consolidamenti di apprendisti.

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