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L’informazione degli italiani: più social, ma senza fidarsi…

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L’informazione degli italiani: più social, ma senza fidarsi troppo

(Agf)
(Agf)

La cara vecchia tv si conferma la porta d’accesso principale all’informazione ancora oggi. Cosa non da poco nell’era di maggior splendore per le fake news rese sempre più potenti dalla linfa che giunge dalla parte oscura del web. Ma Internet è in ascesa e ora è al secondo posto fra le finestre sul mondo. E un quarto della popolazione lo reputa il mezzo più importante per informarsi.

Sono pagine da leggere e rileggere con molta attenzione quelle del Rapporto Agcom sul consumo di informazione pubblicato ieri. Un centinaio di pagine in cui da una parte emerge tutto il cambiamento che dalla società si stanno spostando a valle sui modi per conoscerla e interpretarla. Dall’altra parte il Rapporto lascia anche poco spazio ai dubbi sulle trasformazioni di una industry, quella dell’informazione, in cui il web ha veramente stravolto le regole del gioco.

Attenzione però. Perché fra gli elementi che emergono dalla lettura del Rapporto si rileva di certo il fatto che l’80% dei cittadini accede all’informazione regolarmente, ossia tutti i giorni, ma anche che la fruizione di notizie diventa sempre più “crossmediale”. Insomma, l’online acquista progressivamente più importanza ma in questi quadro a salire è l’utilizzo dei social network. Qui però emerge un problema di attendibilità, dal momento che meno di un cittadino su quattro li giudica come fonti affidabili.

Andiamo con ordine sui numeri. Innanzitutto la tv, come detto, resta il mezzo con la maggiore valenza informativa. Nella fattispecie il 68,8% degli italiani che si informano tutti i giorni guardano notizie in Tv (che è la fonte esclusiva di informazione per l’8% della popolazione); il 41,8% si informa tramite il web (da Pc o mobile); il 24,6% attraverso la radio e il 17,1% attraverso la carta stampata. A non informarsi affatto è il 5% degli italiani.

La graduatoria della frequenza di accesso dei mezzi utilizzati per reperire informazioni non cambia quando si tratta di notizie di politica, per cui la televisione e Internet si confermano quali fonti privilegiate dagli Italiani (rispettivamente il 50,5% e il 34% degli italiani in età da voto).

Tuttavia, si legge nel rapporto, si riscontra come, nel caso di informazione politica, il cittadino presenti un percorso di consumo delle notizie meno ampio e articolato, ovvero meno cross-mediale e ibrido tra i diversi mezzi, rispetto al consumo informativo a carattere generale. Inoltre, gli individui più schierati dal punto di vista ideologico ricorrono in maniera piuttosto ampia ad Internet come mezzo di comunicazione per informarsi sulle scelte politico-elettorali, secondo dinamiche che portano alla formazione delle cosiddette “echo chamber”, caratterizzate da individui che discutono solo all'interno di una cerchia di persone vicine ideologicamente.

Un capitolo a parte ha meritato “Il consumo di informazione online”. Qui balza subito agli occhi il fatto che gli italiani accedano all’informazione online prevalentemente attraverso le fonti “algoritmiche”, ossia social network e motori di ricerca, consultate dal 54,5% della popolazione, mentre si registra una minore fruizione delle fonti editoriali, come siti web e applicazioni di editori tradizionali e nativi digitali.

Due italiani su 10 indicano una fonte algoritmica come la più importante all’interno della propria “dieta” informativa. Spicca, in particolare, la rilevanza accordata a motori di ricerca e social network, che rappresentano rispettivamente la terza e la quarta fonte informativa più volte reputata come la più importante per informarsi, considerando la totalità dei mezzi di comunicazione, sia classici che online.

Tra le fonti algoritmiche, tuttavia, si riscontra una minore affidabilità percepita, in particolare per i social network, ritenuti affidabili o molto affidabili da meno del 24% di chi li consulta per reperirvi informazioni. Facebook rappresenta il principale social network in Italia anche per informarsi, utilizzato a questo scopo dal 30% dei cittadini, mentre Instagram (utilizzato a fini informativi dal 6% degli utenti italiani) è stata recentemente scoperta anche da personaggi politici e giornalisti, tanto da superare Twitter nella dieta informativa online degli italiani. Nonostante soltanto il 5,8% degli utenti acceda a Twitter a fini informativi, la piattaforma di “microblogging” rimane ancora un riferimento saldo per politici, giornalisti e influencer di vario genere.

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