I porti italiani, nel 2017, hanno movimentato complessivamente 10,67 milioni di teu (unità di misura pari a container da 20 piedi), segnando un +0,7% rispetto al 2016 e superando per la prima volta il dato pre-crisi globale del 2007, che era di 10,64 milioni. In questo quadro, tre sono i sistemi portuali che hanno il maggior peso rispetto al movimentato complessivo del 2017: quello di Genova e Savona, che rappresenta il 25% del totale; quello di Gioia Tauro e Messina, che è al 23% (ma con un calo, in termini di teu, del 28,9% rispetto al 2007) e quello di La Spezia e Carrara, che si aggiudica il 14% del totale. I dati sono stati raccolti da Contship, che proprio nel porto della Spezia gestisce Lsct, suo principale terminal gateway in Italia.
Il riassetto dei moli
Lo scalo spezzino, peraltro, sta affrontando un vasto progetto di riassetto dei moli che potrebbe essere a regime entro il 2024 (ma in parte già nel 2020), con ingenti investimenti, sia pubblici che privati, supportato ovviamente dall’Autorità di sistema portuale del Mar ligure orientale (La Spezia e Carrara) ma anche da una coesa community di operatori (terminalisti, spedizionieri, agenti marittimi e spedizionieri doganali), che punta a far sistema. «Per il porto della Spezia – afferma Daniele Testi, direttore marketing di Contship Italia – è fondamentale essere sempre più un gateway internazionale, che vuol dire avere un sistema in grado di gestire velocemente il pre-clearing (sdoganamento in mare), attivare il centro unico per i controlli delle merci, poter fare i fast-corridor doganali, offrire lavorazioni nel vicino retroporto di Santo Stefano Magra, nonché avere flussi informatici veloci». La Spezia, prosegue, «deve coprire aree di mercato che oggi possono essere ancora contendibili, come la Svizzera e la Germania del Sud. Su questo Contship sta facendo investimenti: grazie anche alla nostra base logistica di Melzo, ad esempio, La Spezia dispone di un treno con la Svizzera ogni giorno, per cinque giorni la settimana».
Le ferrovie
La modalità ferroviaria per l’uscita delle merci dal porto è una dell’eccelenze su cui punta anche l’Adsp. Se nel 2017 i container movimentati alla Spezia (1,47 milioni) hanno registrato un incremento del 15,8% sul 2016, anche i treni inoltrati l’anno scorso (7.465) «sono aumentati, segnando +6,4% - dice Federica Montaresi, presidente di La Spezia shunting railways (società pubblico-privata di manovre ferroviarie del porto) - con 127mila carri movimentati (+6,7%). Oggi il 33% del traffico containerizzato del porto si muove via ferro». Ma l’obiettivo è arrivare al 50%. A questo scopo è già stato approvato dal Cipe un finanziamento da 39 milioni per la realizzazione, a cura dell’Adsp, di 11 binari di lunghezza adeguata agli standard Ue. «A breve – prosegue la Montaresi – ci sarà l’avvio dei lavori, che dureranno due anni». Poi è prevista una nuova infrastrutturazione ferroviaria sul molo Garibaldi e interventi per un nuovo layout ferroviario presso lo scalo di Santo Stefano Magra. Oggi La Spezia è collegata via treno con gli interporti di Padova, Verona, Melzo, Rho, Bologna, Rivalta Scrivia, Rubiera, Dinazzano. E da Melzo e Verona si fanno “rilanci” su centro e Sud Ue».
Il retroporto
Snodo del sistema logistico della Spezia, è anche il retroporto di Santo Stefano, che si estende per circa 88mila metri quadrati a soli 8 chilometri dallo scalo. Una grande possibilità per il porto, afferma Bruno Pisano, ad di Sernav Log (partecipata al 50% dal gruppo Tarros), che vanta 16mila metri quadri coperti di magazzino e 15mila esterni a Santo Stefano, «è sfruttare al meglio le opportunità del retroporto. I container hanno l’esigenza che il carico sia “rotto” e la merce selezionata sul posto, prima di essere spedita a destinazione. Con Santo Stefano si possono avvicinare le attività logistiche e distributive ai moli, creando un centro di smistamento con depositi doganali. Tra l’altro è attivo un servizio shuttle di camion che raccorda continuamente il porto e il retroporto con costi molto contenuti. E i prezzi scenderanno ulteriormente quando sarà migliorato il collegamento su ferro e sarà attivato lo sportello unico doganale e dei controlli (la palazzina per ospitarlo è già pronta, ndr)».
Il futuro
Lo sviluppo del retroporto, peraltro, è un complemento del riassetto del porto. Il quale, chiarisce il presidente dell’Adsp, Carla Roncallo, «partirà con l’allargamento del Terminal del Golfo». Il molo è gestito dalla Tarros (famiglia Musso) che investirà oltre 100 milioni (89 solo per i tombamenti) sull’opera, supportata anche dall’ingresso di nuovi soci nella gestione della banchina (la turca Arkas, col 40%, e Cosulich, col 10%). Il terminal è specializzato in container ma anche in project cargo. Per il porto «sono poi previsti due riempimenti delle aree occupate da Contship: Molo Garibaldi, sul quale il terminalista investirà 50 milioni per l’ampliamento, e Marina del Canaletto, sulla quale Contship metterà 47 milioni». Poi, ricorda la Roncallo, «c’è la zona dedicata alle crociere». Ferma restando l’attuale collocazione sulla parte Ovest di molo Garibaldi, «l’Adsp, investirà 28 milioni per realizzare a Calata Paita un ulteriore molo per le crociere. La sua configurazione ha avuto l’ok del Cslp e per la gestione del terminal c’è una proposta di project financing di Msc e Royal Caribbean insieme». Il progetto di riassetto del porto prevede anche una fascia di rispetto con barriere fonoassorbenti, larga dai 10 ai 30 metri, tra città e porto. «Alcune opere – prevede la Roncallo – potranno essere finite già nel 2020 e tutto dovrebbe essere operativo entro il 2024».
Le incertezze
Le uniche perplessità su questi progetti, dice Alessandro Laghezza, presidente degli spedizionieri spezzini e rappresentante della Port community, vengono dai rischi di ritardi per «burocrazia, politica e scontri tra istituzioni. I tempi, poi, appaiono lunghi. Noi vorremmo che la parte merci fosse pronta al massimo entro il 2021, in concomitanza con il completamento del Gottardo col tunnel Ceneri». Laghezza teme anche lo scontro in atto, a Gioia Tauro, tra Contship e Msc su questioni di tempi di pagamenti. Una battaglia che sembra avere ricadute anche sulla Spezia, visto che, da marzo, una linea di Msc per gli Usa non toccherà più il porto spezzino, che perderà così 80mila teu. In ogni caso, assicura Contship, il suo piano di sviluppo alla Spezia «va avanti».
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