Svolta green per McDonald’s. L’obiettivo è tagliare di oltre un terzo (36%) le emissioni di gas serra di ristoranti e uffici entro il 2030. La sforbiciata fa riferimento alle emissioni complessive del gruppo nel 2015. Inoltre, sempre entro il 2030, McDonald’s si impegna a ridurre del 31% rispetto al 2015 l’intensità delle emissioni (per tonnellata di alimenti e imballaggi) lungo tutta la supply chain. Un obiettivo che presuppone uno sforzo congiunto con tutti i player coinvolti. E la catena di ristoranti in Italia farà la sua parte con gli oltre 560 ristoranti e più di 20mila dipendenti.
Il doppio piano è stato approvato dal Science Based Targets initiative (SBTi): una collaborazione tra l’Istituto Mondiale di Ricerca, Wwf, Cdp (Carbon Disclosure Project) e il Patto Globale delle Nazioni Unite, che aiuta le aziende a determinare di quanto debbano tagliare le loro emissioni per contribuire alla sfida al cambiamento climatico proporzionalmente alle loro dimensioni.
In cifre: con queste iniziative, McDonald’s punta a ridurre di 150 milioni di tonnellate le sue emissioni di gas serra in atmosfera entro il 2030. Questo equivarrebbe a ritirare 32 milioni di autovetture dalla strada per un intero anno, o a piantare 3,8 miliardi di alberi e coltivarli per dieci anni.
«Per raggiungere questi obiettivi – ha detto Steve Easterbrook, presidente e Ceo del gruppo statunitense – lavoreremo con i nostri fornitori per un approvvigionamento responsabile, promuoveremo le fonti rinnovabili e un uso più efficiente dell'energia, ridurremo i rifiuti e implementeremo il riciclaggio».
Tra i miglioramenti innovativi sono previsti luci al led, strumenti ad alta efficienza nelle cucine, packaging riciclato o certificato, raccolta differenziata nei ristoranti, e supportando pratiche agricole sostenibili. La multinazionale lavorerà in particolare sui segmenti maggiormente responsabili del suo carbon footprint: produzione di carne bovina, utilizzo di energia nei ristoranti e relative fonti, imballaggio e produzione di rifiuti. Da queste voci deriva il 64% delle emissioni globali di McDonald’s.
La ricerca di pratiche innovative per ridurre le emissioni di gas serra saranno adottate anche su scala locale. McDonald’s implementerà un sistema di misurazione, comunicando annualmente i suoi progressi, le sfide e i traguardi con l'obiettivo di impegnarsi al massimo verso la trasparenza.
Per Fred Krupp, presidente dell’Environmental Defense Fund, «McDonald’s ha una buona opportunità per essere il promotore di questo cambiamento, e gli obiettivi ambiziosi che l’azienda si è posta saranno d’esempio per innovazioni, collaborazioni e soprattutto per riduzioni critiche dei gas serra nelle operazioni globali e nelle catene di approvvigionamento».
Proprio con l’Environmental Defense Fund (Edf), la multinazionale Usa ha un rapporto trentennale e nel corso degli anni l’attenzione alle tematiche ambientali è progressivamente cresciuta, con azioni per contrastare i cambiamenti climatici e contro la deforestazione, che si stima determini il 15% delle emissioni globali di gas serra.
«Con questo annuncio, una delle aziende più grandi del mondo si impegna a ridurre scientificamente, lungo tutta la sua catena e in maniera significativa le proprie emissioni» ha detto Carter Roberts, presidente e ceo del Wwf negli Stati Uniti.
«Lavorando con i suoi fornitori per l'adozione di pratiche agricole che riducano gli sprechi, McDonald's traccerà un percorso migliore per i propri licenziatari, clienti e per l’ambiente». sottolinea Andrew Steer, presidente e ceo del World Resource Institute (Wri), uno dei partner dell'iniziativa legati al Science Based Targets.
Nel 2017 McDonald’s ha pubblicato i suoi obiettivi per il 2020 sulla sostenibilità delle carni. Questo significa aver compiuto un nuovo passo nella collaborazione con i produttori di carne per identificare e condividere le pratiche più sostenibili nella produzione. A inizio 2018 McDonald’s ha dichiarato il proprio impegno nei confronti delle famiglie e la definizione di nuovi obiettivi in termini di packaging e riciclaggio.
In proposito, circa due mesi fa l’azienda ha chiarato a livello globale che entro il 2025 il 100% del proprio packaging proverrà da fonti rinnovabili, riciclate o certificate. In merito a questo impegno, l’Italia è uno dei paesi più avanti al mondo, perché il packaging di carta proviene già al 100% da fonti rinnovabili, contro il 64% di media globale. Inoltre, da tempo l’azienda è attenta alla sostenibilità anche nel limitare l’impatto dei propri ristoranti.
Infatti, nel 2014 è nata la collaborazione con l’agenzia CasaClima, una struttura pubblica che si occupa di certificazione energetica e di qualità nel settore edilizio.
In Italia McDonald’s è stata la prima catena di ristorazione a collaborare con CasaClima con l’obiettivo di ridurre gli impatti sull’ambiente e sulla salute e il benessere delle persone della propria rete. Il primo ristorante a ottenere questa certificazione è stato quello a San Giovanni Lupatoto, in provincia di Verona, che ha avuto il ruolo di apripista per questa tipologia di locali. Da allora infatti tutti i nuovi ristoranti Drive (le classiche “casette” freestanding) vengono realizzati secondo lo standard CasaClima: si tratta di circa venti ristoranti ogni anno
Questi edifici sono realizzati con strutture portanti in calcestruzzo cellulare, un prodotto composto di sabbia e quindi al 100% riciclabile. Ma tante sono le importanti innovazioni che li caratterizzano nell’impegno per la sostenibilità, come i vetri basso emissivi per un maggiore isolamento termico; i convogliatori di luce naturale, che riducono sensibilmente l’utilizzo di luce artificiale; gli impianti fotovoltaici, per illuminazione e riscaldamento dell’acqua; i condizionatori di ultima generazione e le vasche di accumulo dell’acqua piovana, utilizzata per l’irrigazione del giardino e per gli scarichi dei servizi igienici.
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