Un Paese diviso in due. Con i Comuni che non viaggiano alla stessa velocità nella riscossione di tributi, tasse, tariffe, sanzioni. Quelli del Sud arrancano, quelli del Nord riescono a recuperare quasi il 100% dei balzelli, tra Imu e tassa sui rifiuti, i più difficili da riscuotere insieme alle multe per le infrazioni al codice della strada. Lo scenario nazionale si mostra molto diverso anche quando si prende in considerazione la pressione tributaria che grava sui cittadini. Pagano di più – mediamente circa 730 euro a testa - i residenti in Piemonte, Valle d'Aosta, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Abruzzo e Campania.
Se la cavano con molto meno, con circa 490 euro a testa, gli abitanti di Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige, Molise, Calabria e Sardegna. È quanto emerge da una indagine dell’agenzia di rating Crif Ratings, del gruppo Crif, che ha preso in esame la differenza tra le riscossioni e gli accertamenti: maggiore è la percentuale e migliore è la capacità di riscuotere, cosa che permette ai Comuni di avere una maggiore autonomia dai trasferimenti statali. In questo caso le amministrazioni comunali che appaiono più virtuose sono quelle del Friuli Venezia Giulia, prime in Italia nella capacità di riscuotere, con una percentuale del 100%. Seguono a ruota quelle del Trentino Alto Adige, con il 99,1%, e della Liguria, che si guadagna il 99%.
Tutti gli enti locali del Nord mostrano comunque performance migliori di quelli del Centro e del Sud. Dal Piemonte all’Emilia Romagna al Veneto i pagamenti avvengono infatti in oltre il 97% dei casi. Diversa la situazione al Sud. In fondo alla classifica troviamo la Sicilia, con una percentuale dell’86,2%. È la maglia nera del Paese. Fanno un po' meglio, anche se si collocano comunque agli ultimi posti, i Comuni della Campania e della Calabria, rispettivamente con l’89,6 e l’86,5%, tutti alle prese con la difficoltà di incassare soprattutto l’imposta sulla casa e la Tari, la tassa per la gestione dei rifiuti.
«Nelle regioni del Nord c’è una buona capacità di riscossione delle entrate tributarie ed extra tributarie e di pagamento delle spese correnti, nonché una minore incidenza dei debiti finanziari e delle anticipazioni di tesoreria», spiega Marco Bonsanto, associate corporate analyst di Crif Ratings. «Tuttavia – prosegue Bonsanto – in alcuni di questi territori la spesa pro-capite in tributi e tariffe è più del doppio di quella delle regioni del Mezzogiorno». Per quanto riguarda la pressione tariffaria i più fortunati, oltre ai residenti in Veneto e in Umbria (uniche eccezioni), sono proprio gli abitanti del Sud. Per loro il carico si traduce mediamente in 165 euro a testa. È più che tripla invece la pressione per i valdostani, gli abruzzesi e i trentini: 530 euro.
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