Un algoritmo deciderà dal 1° luglio quali grandi navi da crociera potranno ormeggiare a Venezia. L’ha deciso la capitaneria di porto.
Il modulo d’armamento EN=D^2/3+2hB+0,1A (chiedo scusa al lettore per l’oscurità della formula) è l’algoritmo freddo, imparziale, anaffettivo con il quale si calcolerà il combustibile usato dalle caldaie della nave, la forma dello scafo con l’idrodinamica e lo spostamento d’acqua, l’onda generata, il dislocamento; questa formula con algida razionalità taglierà fuori dalla laguna il 15% delle navi cariche di crocieristi. Se ne vadano altrove, a Trieste o Ravenna o nei porti esteri che non vedono l’ora di accogliere navi stracariche di turisti e di portafogli in vacanza.
Con un’ordinanza emessa lunedì ma già delineata nel Comitatone di novembre, il comandante della capitaneria di Venezia, Goffredo Bon, mette il primo punto fermo di una rotta che dovrà portare nei prossimi anni a ridurre la visibilità delle navi da crociera davanti agli occhi sconcertati di turisti, foresti e intellettuali di terraferma. Quest’anno la formula dovrebbe incidere subito con una riduzione iniziale del 10-15% in aggiunta alle nuovi navi già perse da Venezia perché più grandi ancora. Clicca qui per leggere il testo dell’ordinanza.
Nel 2012 un decreto (i ministri erano Corrado Clini all’Ambiente e Corrado Passera ai Trasporti) fissò due limiti: è vietato alle navi con stazza superiore alle 40mila tonnellate passare nel “salotto buono” di Venezia, cioè davanti a piazza San Marco e nel Canale della Giudecca. Il decreto aggiungeva che è ammessa una deroga alle navi fino a 96mila tonnellate finché non sarà trovata una via alternativa. Via che forse è stata trovata e forse no.
Così per far applicare il decreto del 2012 la capitaneria ha emanato l’ordinanza. Resta il limite invalicabile delle 96mila tonnellate ma per il limite valicabile delle 40mila tonnellate la selezione delle navi, ispirata all’accordo Venice Blue Flag, non sarà basata sulla semplice stazza lorda delle navi poiché è un valore che non corrisponde al reale movimento d’onda. Contano la massa d’acqua spostata dalla carena, il tipo di motore, il carburante con minore percentuale di zolfo impiegato. Così ordinanza decide che, tenendo fisso il limite di 96 mila tonnellate, le navi di stazza superiore alle 40 mila tonnellate passeranno soltanto se l’algoritmo darà il disco verde.
E poi d’ordinanza dettaglia molti altri aspetti come l’area laterale dello scafo espressa in metri quadri esclusi i decimali, la velocità massima 6 nodi (11 chilometri l’ora) nella zona di maggiore attenzione, l’obbligo di due rimorchiatori in tiro di cui quello di frenatura a poppavia deve avere potenza superiore alle 35 tonnellate e tanti altri aspetti.
Con il passare del tempo saranno inaspriti le restrizioni e il taglio del traffico passeggeri. Già dal 1° marzo 2019 l’algoritmo imporrà regole ancora più restrittive. Nel frattempo le compagnie di navigazione stanno ordinando ai cantieri navi ancora più colossali di quelle che a Venezia tanto spaventano i turisti, i forestieri e gli intellettuali.
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