Economia

Dossier Naturali, sintetici o hi-tech. I materiali «star»…

  • Abbonati
  • Accedi
Dossier | N. 40 articoliIl design al Salone e al Fuorisalone: la settimana d'oro di Milano

Naturali, sintetici o hi-tech. I materiali «star» dell’arredo

Tintura al vino per il legno. Quella che potrebbe suonare solo come un’idea originale, riservata a qualche collezione speciale o di nicchia, è invece un brevetto internazionale che ha richiesto tre anni di ricerca e si sta dimostrando molto efficace per valorizzare in modo naturale il colore del legno. Un’idea nata, per uno strano destino, davanti a un caffè. Tommaso Passoni – quarta generazione alla guida dell’azienda di famiglia di Manzano (Udine), specializzata in arredi in legno – stava lavorando con il padre Alvise e alcuni architetti alle nuove collezioni. Il nodo era ottenere tinture più omogenee e una maggiore varietà cromatica, seguendo però la scelta dell’azienda – che compie 70 anni – di usare soltanto elementi naturali, per rispettare ambiente e salute, oltre al valore della materia prima.

Di qui la proposta di sperimentare le caratteristiche di acidità di vino e vinaccia e l’implementazione di una tecnica che oggi Passoni presenta al Salone del Mobile di Milano in modo strutturato, applicabile a tutta la gamma di prodotti. «È solo un tassello del nostro percorso di ecosostenibilità, avviato dieci anni fa con l’ottenimento della certificazione FSC», spiega Tommaso Passoni, direttore vendite e marketing dell’azienda, che al Salone presenta anche un altro brevetto, la «Pellemela», un’ecopelle realizzata con scarti di bucce delle mele, come suggerisce il nome e che permette di ottenere risultati molto gradevoli al tatto.

La continua ricerca di innovazione sui materiali è un must per molte aziende italiane dell’arredo-design, finalizzata a una maggiore sostenibilità ambientale dei prodotti e dei processi produttivi, ma anche a una migliore performance dei prodotti stessi, a effetti estetici inediti o alla salute e sicurezza delle persone che li usano. Secondo una recente indagine di FederlegnoArredo, nel 2017 le imprese del mobile hanno investito in ricerca l’1,4% del fatturato complessivo. Ma i marchi più all’avanguardia arrivano a quote del 6-7% sui ricavi annui.

Riva1920 presenta al Salone una cabina armadio in cedro che, sfruttando le caratteristiche intrinseche di questa essenza (agisce da antitarme naturale e profuma l’aria), permette di eliminare l’uso di collanti e altre sostanze potenzialmente nocive. L’impegno dell’azienda di Cantù sul fronte della sostenibilità si estende anche ad altri progetti, ad esempio una collezione realizzata riutilizzando le “Briccole”, i pali in rovere che servono a segnalare le vie d’acqua nella Laguna di Venezia. O nella lavorazione del Kauri, un antichissimo tipo di conifera della Nuova Zelanda, con esemplari di oltre 70 metri di altezza. La scoperta di un giacimento sommerso di Kauri, rimasti intatti dopo una serie di cataclismi 50mila anni fa, ha permesso a Riva1920 di ottenerne l’utilizzo (evitando dunque di abbattere alberi) per la realizzazione di alcuni tavoli speciali.

Salone del mobile: le voci delle aziende

Anche il focus di Giorgetti, azienda nata a Meda nel 1898 come laboratorio di ebanisteria e oggi affermata nell’arredo di alta gamma, è il legno, unito ad altri materiali per ottenere effetti estetici particolarmente preziosi. Per celebrare i suoi 120 anni, il marchio ha presentato al Salone The Cabinet of Memories, un mobile-scultura con 120 scomparti in acero e un’anta scorrevole in una particolare fibra di carbonio, realizzata ad hoc da un’azienda specializzata.

Anno di celebrazioni anche per Unopiù, marchio dell’outdoor che per i suoi 40 anni ha affidato a Garage Italia di Lapo Elkann la progettazione della poltrona Lap40, in fibra di bamboo, e che prosegue nella ricerca sui materiali con il lettino Deauville, la cui imbottitura tecnica Breathair consente il drenaggio dell’acqua piovana, impedendo il ristagno all’interno del mobile. Unopiù ha inoltre brevettato una corda poliolefinica intrecciata a mano, che permette di ottenere elevate performance di resistenza alle intemperie e insieme un effetto estetico migliore rispetto alla fibra sintetica, richiamando alla vista e al tatto la corda naturale.

È invece il vetro il terreno di sperimentazione di Vismaravetro, specializzata in box e cabine doccia, che è al salone con Suite, un sistema che prevede l’uso di vetro temperato o stratificato, in grado di garantire una maggiore sicurezza, ma anche l’inesrzione, all’interno dei blocchi di vetro, di elementi terzi per ottenere particolari effetti estetici o di colore.

© Riproduzione riservata