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Tagli del 6% nel budget Ue per coesione e agricoltura

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UNIONE EUROPEA

Tagli del 6% nel budget Ue per coesione e agricoltura

BRUXELLES. La Commissione europea presenterà la settimana prossima la sua attesa proposta di bilancio comunitario per il periodo 2021-2028, che prevede un ridimensionamento per i fondi di coesione e l’agricoltura a favore di un maggior impegno nei programmi di Ricerca & Sviluppo. L’obiettivo dell’esecutivo comunitario è di fare adottare il progetto dal Consiglio e dal Parlamento prima della fine della legislatura, quindi entro il maggio dell’anno prossimo. Non sarà facile, tanto più che il testo rischia di essere controverso, a iniziare dalla taglia del bilancio che Bruxelles vuole in aumento rispetto al settenato precedente.

Attualmente il bilancio comunitario ha un valore di circa l’1,03% del reddito interno lordo. Secondo le informazioni raccolte qui a Bruxelles, a margine ieri di una riunione dei commissari in cui si è svolto un dibattito di orientamento, il commissario al Bilancio Günther Oettinger vorrebbe strappare un aumento per raggiungere un valore totale di 1,13-1,18% del reddito interno lordo, vale a dire in buona sostanza poco più di un miliardo di euro.

La quadratura del cerchio da parte della Commissione Juncker non sarà semplice. Da un lato deve affrontare la prevista uscita del Regno Unito dall’Unione, che provoca un buco di bilancio di 10-13 miliardi di euro all’anno. Dall’altro deve finanziare nuovi impegni, dalla sicurezza alla ricerca. Il commissario Oettinger presenterà quindi una proposta che prevede tagli alla spesa, aumento dei contributi nazionali e/o delle risorse proprie, nuovi impegni finanziari per far fronte alle sfide del nuovo settennato.

La proposta dovrebbe quindi contenere tagli del 6% nella coesione e nell’agricoltura, due settori che dovrebbero vedere il loro peso nel bilancio diminuire dall’80 al 60% del totale. Sul fronte dela coesione, l’obiettivo del commissario Oettinger è di valutare le necessità delle regioni non più prevalentemente alla luce dei livelli di reddito, ma anche prendendo in considerazione altri fattori, come per esempio il loro impegno sul fronte dell’immigrazione.

A questo proposito a Bruxelles si sottolinea che non si tratta di una rivoluzione, ma di una evoluzione. Il tema è delicato soprattutto per l’Italia, che nonostante sia un contributore netto dell’Unione continua a ricevere molti aiuti comunitari per il Sud del Paese. La diplomazia italiana considera che l’adozione di nuovi fattori quali le condizioni climatiche o l’inclusione sociale sia una strada da perseguire. Roma è però convinta che la politica di coesione debba continuare ad aiutare tutte le regioni europee.

È possibile che l’Italia riesca a compensare almeno in parte sul fronte migratorio quanto rischia di perdere sul versante più classico delle politiche di coesione. A fronte di tagli nelle poste più tradizionali, il commissario Oettinger vuole inoltre aumentare il programma OrizzonteEuropa di Ricerca & Sviluppo del 40-50%, rispetto agli 80 miliardi di euro previsti nel periodo 2014-2020. Altri programmi che beneficeranno di un aumento delle risorse saranno ErasmusPlus e Frontex.

Un capitolo a parte merita la questione della condizionalità dei fondi europei. Parlando a Berlino, il commissario ha confermato che Bruxelles vuole rafforzare il legame tra l’ottenimento del denaro comunitario e il rispetto dello stato di diritto (si pensi a Polonia e Ungheria) così come delle raccomandazioni-Paese. All’Italia non piace quest’ultima condizionalità perché non sarebbe coerente con gli obiettivi delle politiche di coesione e potrebbe avere in alcuni casi di avere effetti prociclici.

Alcuni paesi non vogliono aumentare il loro contributo nazionale – l’Olanda, la Danimarca, l’Austria e la Svezia. In questo contesto, Bruxelles vorrà tentare di creare nuove risorse proprie, oltre all’imposta sul valore aggiunto e ai dazi commerciali. Tra le proposte sul tavolo, approvate dall’Italia, una tassa sui rifiuti e una imposta sulle quote di emissioni scambiate sul mercato europeo ETS. In compenso sfruttare a livello comunitario il gettito di una tassa sulle imprese digitali appare prematuro.

Il 2 maggio, la Commissione dovrebbe presentare le grandi linee del progetto di bilancio. Poi, nel corso dei prossimi due mesi, illustrerà dettagli e strumenti. In ballo c’è anche l’idea, sostenuta dall’Italia, di riservare una posta di bilancio alla zona euro, ai paesi membri e ai paesi candidati. Potrebbe valere circa 30 miliardi di euro. È da ricordare che l’attesa proposta della Commissione è solo un punto di partenza: l’approvazione del bilancio prevede l’accordo unanime dei Paesi.

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