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Amazon apre anche a Buccinasco: la strategia di espansione in Italia

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Amazon apre anche a Buccinasco: la strategia di espansione in Italia

Tassello dopo tassello, Amazon continua nella sua espansione in Italia. Già a gennaio il gigante di Seattle aveva annunciato un investimento di poco superiore ai 150 milioni di euro per far nascere un nuovo centro di distribuzione a Torrazza Piemonte, 25 chilometri a nord-est di Torino e un centro di smistamento a Casirate, in provincia di Bergamo. Entrambi sono attesi all’operatività entro il 2018.

Ieri un ulteriore annuncio: l’entrata in funzione nel giro di qualche settimana di un deposito di smistamento a Buccinasco, nell’hinterland milanese.

La rete logistica. La struttura, spiega una nota della società, «consentirà ad Amazon di incrementare la capacità e la flessibilità della sua logistica in Italia, garantendo consegne più veloci ai clienti e un servizio migliore per le aziende che vendono tramite Amazon e che beneficiano della sua rete di distribuzione». Il centro – pensato quindi per favorire l’attività di trasportatori e corrieri, anche più piccoli, di cui Amazon si serve per le consegne – va a unirsi ad altri otto depositi di smistamento situati ad Avigliana (To), Origgio (Va), Rogoredo (Mi), Crespellano (Bo), Calenzano (Fi), Vigonza (Pd), Pomezia (Rm) e Fiano Romano (Rm). A regime vi lavoreranno un centinaio di persone, tutte a tempo indeterminato.

La marcia di espansione di Amazon in Italia: nuovo centro di distribuzione a Buccinasco

Le politiche di assunzione. Su quest’ultimo versante la politica di Amazon incontra il favore delle organizzazioni sindacali che non hanno fatto mistero di apprezzare il fatto che il colosso dell’e-commerce non faccia ricorso a cooperative esterne. I 100 addetti a tempo indeterminato saranno poi affiancati, nei periodi di picco, da altri lavoratori “somministrati”. Così funziona anche a Castel San Giovanni, alle porte di Piacenza, dove lavorano in 1.600 cui se ne aggiungono altri 2mila con contratti in somministrazione per il picco di Natale (da ottobre a dicembre).

Le trattative con i sindacati. Questo enorme magazzino nel Piacentino, avamposto delle attività di Amazon in Italia, ha rappresentato alla fine dello scorso anno il teatro di uno scontro fra azienda e sindacati, con due scioperi all’attivo. Le organizzazioni sindacali hanno messo all’indice il tema delle condizioni di lavoro e la mancanza di un integrativo. Dopo vari tira e molla le parti hanno ripreso a sedersi attorno a un tavolo e stanno cercando di trovare una quadra sulla tematica dell’organizzazione del lavoro. In questo mese di maggio qualche risultato potrebbe arrivare. E sarebbe una svolta non da poco, oltre che una prima volta per la stessa Amazon.

I numeri di un colosso. Quello annunciato ieri è comunque un passaggio sicuramente significativo di una strategia di crescita nel nostro Paese. Non esistono dati ufficiali, ma una possibile stima vedrebbe per Amazon un volume di vendite attorno agli 1,5 miliardi di euro. Numero che volge verso l’alto come, del resto, la crescita del giro d’affari complessivo della società fondata da Jeff Bezos che nel 2017 ha registrato 177,9 miliardi di dollari (142,5 miliardi di euro) di vendite (+31%) con utile netto passato da 2,4 a 3 miliardi di dollari (2,4 miliardi di euro). All’e-commerce si affianca a livello mondiale l’attività nei servizi cloud per le aziende, nei supermercati con Whole Foods e nell’audiovisivo con Prime Video.

Centri automatizzati. In Italia con il sito in arrivo di Torrazza Piemonte arriveranno a quattro i centri logistici (in Amazon li chiamano “fulfillment center”) dopo quello storico di Castel San Giovanni e i siti di Passo Corese (Rieti) e Vercelli avviati lo scorso autunno. Quello di Torrazza Piemonte, come il sito di Passo Corese, sarà espressione della logistica del futuro made in Amazon, con sistemi automatici, “robotizzati”. In pratica non sono più i magazzinieri a muoversi all'interno del centro logistico andando alla ricerca di scaffali in cui riporre la merce, ma sono gli scaffali a spostarsi, loro, fino al magazziniere che ha solo il compito di inserire o estrarre prodotti. Cosa, questa, possibile grazie all'implementazione della piattaforma di un'azienda acquisita nel 2012: la Kiva. Da lì la creazione di un sistema proprietario che fa muovere questi “robot magazzinieri”.

La crescita del servizio Prime. Di centri così ce ne sono almeno otto in Europa (3 in Uk, 1 in Polonia, 2 in Spagna, 1 in Germania e 1 in Italia) e in Usa rappresentano il 25% del totale. Numeri che, come detto, danno l’idea solo per quanto riguarda una delle attività di Amazon. Nella lettera agli azionisti il fondatore e ceo Bezos si è concentrato su un aspetto mai toccato prima d’ora. È stato infatti rivelato che ha rivelato che Amazon Prime, il servizio in abbonamento che garantisce la consegna gratuita al cliente e una serie di altri servizi, ha più di cento milioni di clienti. Numero raggiunto puntando sull’unione di qualità e velocità: fattori per i quali centri e depositi di smistamento non sono variabili indipendenti. Il cerchio si chiude.

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