Economia

Arriva da campi e rifiuti il metano per i motori di navi e camion

  • Abbonati
  • Accedi
cambiamento epocale

Arriva da campi e rifiuti il metano per i motori di navi e camion

Il carburante arriva non più dai giacimenti; invece arriva dalle bucce di pomodoro o dal letame degli allevamenti. Così sta cambiando già oggi il modo di produrre e consumare energia, e non è un’utopia velleitaria di un futuro da sognatori ma un investimento vero, da 50-80 milioni di euro sonanti, con cui la Snam e la Baker Hughes costruiranno insieme quattro impianti di raffreddamento e liquefazione del metano di origine agricola e biologica. E tra qualche anno i camion e le navi faranno il pieno di questo carburante che non arriva dalle perforazioni del sottosuolo.

Prima si fanno fermentare gli scarti agricoli o il fangaccio dei depuratori; e dalla fermentazione si ottiene metano. Gli italiani sono leader in queste tecnologie, che sono quelle dei colossali “bomboloni” verdi di biogas che da qualche anno compaiono nel profilo delle campagne. Poi il metano viene surgelato fino a 162 gradi sotto zero, e per il freddo perde le caratteristiche di gas e si liquefà come acqua fresca. Terza parte, il metano liquido riempie come fosse gasolio i serbatoi dei camion e i bunker delle navi, da bruciare nel motore al posto della solita nafta puzzolente. Zero giacimenti perforati, zero nuvole di fumo solforoso.

Non è ancora stato deciso in via definitiva dove saranno costruiti i quattro impianti per liquefare il metano ottenuto per fermentazione ma con ogni probabilità uno sarà in Friuli, uno nella Bassa Veronese, uno in Sicilia e uno in Italia Centrale.

Un mercato da 15mila Tir
Si tratta dell’inizio, non l’anello conclusivo della catena di produzione, impianti piccoli ma simili per concezione ai colossali liquefattori che si trovano vicino ai giacimenti di metano in Africa Settentrionale o nel Golfo Persico, dove il metano viene raffreddato fino a diventare liquido e viene caricato sulle navi dirette ai mercati. Così anche i piccoli impianti di liquefazione di gas da fermentazione progettati dalla Snam e dalla Baker Hughes saranno vicini ai “giacimenti” biologici, ai luoghi di produzione del gas, cioè gli allevamenti agricoli e i latifondi. Ma c’è un mcercato? Oggi sulle strade (e autostrade) italiane girano non più di un migliaio di autocarri a gas che si riforniscono in 18 distributori di gas liquefatto. Il mercato potenziale è 15mila veicoli in una mezza dozzina d’anni.

Corrono i consumi di Gnl
Secondo i dati presentati nei giorni scorsi dall’Assogasliquidi Federchimica, nel 2017 c’è stata una forte crescita della domanda di metano liquido, oggi proveniente dai giacimenti, pari a circa 30mila tonnellate, domanda che ha fatto registrare un aumento del 50% rispetto ai consumi del 2016.
A fare da traino a questa crescita è stato il marcato sviluppo di tutta l’infrastruttura. Si registrano infatti 18 impianti di distribuzione di Gnlper autotrazione, triplicati negli ultimi tre anni, 10 depositi di Gnl a servizio di impianti di distribuzione metano compresso, 19 quelli a servizio di utenze off-grid e 2 depositi di Gnl a servizi di due reti canalizzate isolate.

L’auto elettrica, il camion a biogas
Molti parlano delle automobili elettriche, del futuro con batterie e chilowattora. Sicuramente per i veicoli leggeri l’elettricità è una prospettiva irrinunciabile. Diverso il caso dei veicoli pesanti. Per muovere sulla strada 25 tonnellate serve una potenza notevole. Le stime dicono che per ricaricare le batterie di un camion Tesla servirebbe l’elettricità di 4mila case. C’è chi progetta di posare fili elettrici lungo le autostrade, per dotare i camion del pantografo come i tram, i treni e i filobus. Oppure si ricorre al gas.
In questo caso i motori sono quelli convenzionali a cilindri e pistoni, ma il serbatoio è un “termos” isolato dal calore in modo da mantenere il metano alla temperatura di 162 gradi sotto zero alla quale rimane liquido.

L’accordo tra Snam e Baker Hughes
La Snam e la Baker Hughes a GE company (quotata a Wall Street NYSE: BHGE) hanno firmato un accordo che intende sviluppare appunto le infrastrutture di micro-liquefazione del gas da destinare alla mobilità sostenibile nei trasporti pesanti su strada e per promuoverne l’uso navale. Gli impianti di micro-Gnl sarebbero i primi in Italia e tra i primi in Europa e potranno avere dimensioni simili a quelle di un campo da calcio.
Esistono già alcuni impianti di liquefazione più ingombranti nei porti del Nord Europa, destinati ai grandi serbatoi delle navi, alimentati con metano estratto da giacimenti e importato tramite gasdotti. Ma non ci sono ancora liquefattori di dimensioni piccole adeguate a raffreddare e liquefare il metano rinnovabile di produzione locale.

La produzione annua complessiva dei quattro impianti sarà pari a circa 140mila tonnellate di metano di origine fossile o di provenienza biologica.
Il potenziale investimento previsto per i quattro impianti, in caso di esito positivo dello studio, è nell’ordine dei 50-80 milioni di euro nel corso dei prossimi anni. L'accordo prevede anche l'opportunità di sviluppare ulteriori infrastrutture di micro-liquefazione in Italia e all’estero. «Siamo pronti a portare le nostre competenze anche all’estero», conferma l’amministratore delegato della Snam, Marco Alverà. Aggiunge Lorenzo Simonelli, presidente e amministratore delegato della Baker Hughes: «Le fonti energetiche a ridotte emissioni di CO2 avranno un ruolo di primo piano nel consentire una transizione fluida verso un mix energetico più sostenibile».

Un ritratto delle due aziende
La Snam è la principale utility regolata del gas in Europa. Nata nel 1941 come Società Nazionale Metanodotti, da oltre 75 anni realizza e gestisce gasdotti, stoccaggi, rigassificatori e altre infrastrutture energetiche. Opera in Italia con 32.500 chilometri di tubazioni e, tramite partecipate, anche in Austria (Tag e Gca), Francia (Teréga) e Regno Unito (Interconnector). È tra i principali azionisti del Tap. La Baker Hughes a GE company fornisce soluzioni digitali, prodotti e servizi integrati per il settore petrolifero.

Si confermano i consumi di Gpl
Passando dal Gnl (metano liquido) al settore vicino del Gpl (il gas di petrolio liquefatto, quello delle bolbole e degli accendini), si è tenuta l’altro giorno a Roma l’assemblea di Assogasliquidi-Federchimica. Durante l’incontro è stata presentata una survey realizzata dall’Unione Nazionale dei Consumatori su che cosa pensano e sanno i cittadini del Gpl. Per 9 italiani su 10 l’auto a Gpl è sinonimo di risparmio e 6 consumatori su 10 ritengono che il Gpl sia un’energia pulita per riscaldare la casa. L’assemblea ha confermato per altri tre anni Francesco Franchi (Costiero Gas Livorno) all’incarico di presidente di Assogasliquidi-Federchimica e ha nominato Andrea Arzà (Liquigas) presidente del gruppo merceologico Gpl Combustione, Marco Roggerone (Autogas Nord) presidente del gruppo merceologico Gpl Autotrazione e Giacomo Fabbri (Società italiana gas liquidi) presidente del gruppo merceologico Gnl. Un cenno al mercato: secondo le stime del ministero dello Sviluppo Economico, il fabbisogno di Gpl nel 2017 è stato di 3,4 milioni di tonnellate, in linea con il 2016, di cui 1,7 milioni per uso combustione e 1,7 milioni di per uso autotrazione.
Al 31 dicembre 2017 la produzione di Gpl è stata di 1,8 milioni di tonnellate lorde, le importazioni sono state di 2,4 milioni di tonnellate e le esportazioni di 306mila tonnellate. Nei primi quattro mesi del 2018 il consumo di Gpl è stato pari a 1,2 milioni di tonnellate, sostanzialmente in linea con lo stesso periodo dell’anno precedente, di cui 700mila tonnellate per uso combustione e 500mila per uso autotrazione. Per quanto riguarda il settore auto, si registra un netto aumento, pari al 27% rispetto al 2016, delle immatricolazioni di auto a Gpl, ossia dotate già in fase di realizzazione del doppio sistema di alimentazione, che raggiungono le 129mila unità.
Sul totale delle auto immatricolate lo scorso anno, cresce la quota del GPL, dal 5,6% del 2016 al 6,5% del 2017, con la benzina al 31,9%, il diesel al 56,4%, l'ibrido al 3,4%, il metano all'1,7% e l'elettrico allo 0,1%.

Nasce un impianto in val Basento (Basilicata)
L’Ansit (Agenzia Nazionale Sviluppo Integrato del Territorio) ha registrato nuove adesioni di società, imprenditori e organismi e tra i progetti in decollo figura la realizzazione di un impianto di gassificazione di syngas (gas di sintesi a zero emissioni) nell’area industriale della Valbasento, a cura della società Fergas, nuovo associato di Ansit. Si recente l’assemblea di Ansit ha approvato il bilancio 2017 presentato dal presidente Enrico Ricci e dal segretario generale Michele Giannattasio.

© Riproduzione riservata