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Pratici, salutistici e anti-spreco: i cibi surgelati si fanno largo sulle tavole degli italiani, che l’anno scorso hanno aumentato del 2% i consumi dei prodotti alimentari “sotto zero”, in un contesto di generale ripresa degli acquisti alimentari. Il nostro Paese resta lontano dai picchi di alcuni vicni europei (tra tutti: la Germania, dove i consumi di surgelati raggiungono i 46,3 chili pro-capite), ma il trend sembra ben definito, come dimostrano i dati del Rapporto annuale del settore realizzato dall’Istituto italiano alimenti surgelati (Iias): ben 25 milioni di famiglie hanno acquistato cibi surgelati , per un totale di 841.500 tonnellate che si traducono in 13,9 chili a testa e un valore di mercato tra i 4,2 e i 4,5 miliardi di euro.
Segno di una produzione che ha saputo interpretare le nuove esigenze dei consumatori: dall’altro l’attenzione crescente alla qualità dei prodotti dal punto di vista nutrizionale, della varietà e della salute; dall’altro la praticità di alimenti che si possono mettere nel freezer e consumare a piacere, a distanza di tempo, spesso già pronti. A questo si lega un altro fattore che – spiega il presidente di Iias, Vittorio Gagliardi – gli italiani sembrano apprezzare: «I cibi surgelati sono un antidoto contro gli sprechi alimentari. I surgelati pesano solo il 2,5% di tutto il cibo che sprechiamo a livello domestico, contro il 63% dei prodotti freschi e il 30% di quelli confezionati a breve scadenza» (dati Progetto Reduce).
Cominciamo dall’aspetto salutistico: non sarà un caso che, tra i prodotti che hanno registrato la crescita più dinamica troviamo verdure e pesce. E poi la praticità, come dimostrano le buone performance di pizze e snack. Per non parlare delle “mode alimentari” che lo scoso anno hanno trainato i consumi alimentari nel loro complesso, come l’uso di farine integrali o le varianti senza glutine, e in generale i prodotti “free from” e “rich of”, o bio e veg.
Per il 2018 i primi dati (relativi al periodo gennaio-marzo) parlano di un rallentamento della crescita. «È ancora troppo presto per fare consuntivi o previsioni – commenta Gagliardi – ma il primo trimestre di quest’anno ci rimanda un andamento in chiaro-scuro. Se rapportiamo i dati 2018 con quelli del 2016 vediamo che il settore registra una crescita, a volume, di due punti percentuali circa. Il confronto con lo stesso periodo del 2017 mostra tuttavia una partenza a rilento, che ha caratterizzato di fatto l’intero largo consumo e il food».
Nel complesso, le aspettative delle aziende per il 2018 sono per una “normalizzazione” del trend da qui ai prossimi mesi, che consentirà comunque di registrare una crescita.
Gli alimenti surgelati che hanno registrato la crescita maggiore nel 2017 (Fonte: Iias)
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