«Questo sarà il nostro primo centro di ricerca e ingegneria navale fuori dalla Cina. Abbiamo scelto Ravenna e la via Emilia come sede perché è una terra di gente affidabile e di altissime competenze, di prodotti di eccellenza tecnologica come Ferrari e del patrimonio più prezioso, quello fatto di cultura, creatività e inventiva». Con queste parole Simple Hu, managing director della holding cinese CMG ha tagliato ieri il nastro dell’investimento in pieno centro a Ravenna, nel palazzo in via Guerrini al civico 5, che negli anni Novanta ospitava gli uffici di Raul Gardini e che dopo tre lustri di abbandono riprende vita come sede europea di Cmit- China Merchants Industries Technology Europe Ltd.
I numeri-monstre del colosso statale di Hong Kong sono la spiegazione delle enormi attese e delle potenzialità che un tale arrivo scatena nella città portuale tre volte capitale dell’impero d’Occidente, alle prese con la débacle dell’industria oil&gas: China Merchants Group è la seconda società più redditizia in Cina, fondata nel 1872 ha chiuso il suo 145° bilancio con 78 miliardi di euro di fatturato, 17,7 miliardi di utile e 1.163 miliardi di asset; controlla la China Merchants Bank, prima banca cinese per azioni protagonista dell’iniziativa nazionale “Belt and Road” e nel ramo industriale (con la China Merchant Industry Holdings) gestisce 53 porti in 20 Paesi ed è uno dei leader mondiali nella costruzione e riparazione di navi e piattaforme off-shore (fra i tre cantieri di proprietà nello Jiangsu, a Shantou e a Hong Kong ha oltre 2,1 milioni di metri quadrati di banchine).
Cmit ha già assunto 24 ingegneri a Ravenna, salvando di fatto la Comart (società di progettazione e ingegneria dell’oil&gas, gruppo Tozzi, finita in liquidazione lo corso dicembre), «ma dovremmo salire a 100 dipendenti entro il prossimo anno», spiega Stefano Schiavo, fondatore di Comart nel 1997 e oggi ceo di Cmit, l’artefice del sodalizio cinese e di un investimento che si avvicina già oggi a una decina di milioni di euro, anche se il direttore della holding Hu non dà cifre ma risponde «stiamo ancora studiando».
«Ho incontrato Hu per la prima volta lo scorso gennaio e siamo già qui a tagliare il nastro – sottolinea Schiavo – che da Ravenna guiderà quattro business: ingegneria di base per le navi Fpso (piattaforme petrolifere); ingegneria per navi da crociera fino a 250mila tonnellate di stazza lorda; centrale acquisti per le costruzioni navali, puntando a valorizzare nei cantieri cinesi i prodotti di nicchia della filiera di subfornitura italiana e ufficio commerciale e marketing per tutta la holding, in virtù della centralità e delle competenze che vantiamo nel Mediterraneo».
La holding CMG ha una sede di un centinaio di persone ad Amburgo che si occupa solo di trasporto navale, ma quella di Ravenna «è la prima azienda di ingegneria all’estero da noi fondata con l’obiettivo di sviluppare relazioni a lungo termine e collaborerà con il nostro centro di ricerca sulle tecnologie off-shore, che conta mille persone in Cina tra ingegneri e ricercatori», precisa Paul Lang, chairman di Cmit.
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