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Ilva, futuro in bilico. L'Anac: ci sono criticità, ma…

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a rischio l’aggiudicazione ad arcelor mittal

Ilva, futuro in bilico. L'Anac: ci sono criticità, ma annullamento gara compete al governo

Torna a farsi nebuloso il futuro dell'Ilva. L'Anac, l'Autorita anticorruzione, risponde al ministro dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, che l'aveva interpellata al riguardo e dice che ci sono criticità nella gara che, 13 mesi fa, ha portato Governo e commissari ad aggiudicare l'Ilva alla cordata formata da Arcelor Mittal e Marcegaglia (Am Investco) e a stoppare l'offerta di Acciaitalia (Jindal, Cassa Depositi e Prestiti, Arvedi e Del Vecchio).

Era stato il governatore della Regione Puglia, Michele Emiliano, a scrivere giorni fa a Di Maio e a parlare di possibili zone d'ombra nella gara relativa all'Ilva invitando lo stesso ministro a ricorrere all'Anac.

Cosa che Di Maio ha subito fatto. Ma se la gara per l'Ilva dovrà essere annullata, non è decisione che spetta all'Anac, rileva l'Autorità guidata da Raffaele Cantone, ma al Mise qualora vi individui un preminente interesse pubblico violato che è invece da salvaguardare. Dal Mise segnalano gli ultimi sviluppi a Palazzo Chigi e il premier Giuseppe Conte fa sapere che sarà data massima priorità alla questione.

La lettera inviata dall'Anac a Di Maio è di sette pagine. L'Anac spiega inizialmente la competenza nella sua valutazione, legata al fatto che la procedura, benché esclusa dal Codice degli appalti, prevede l'obbligo di procedure improntate al rispetto dei principi di parità di trattamento, trasparenza e non discriminazione. Tutti principi che l'Autorità è deputata a tutelare. Poi si passano ad esaminare i tre problemi sollevati da Di Maio. Il primo riguarda il termine per la definizione del piano ambientale, slittato durante la procedura di gara. In particolare, i tempi sono stati dilatati quando la platea di pretendenti all'Ilva tra i passaggi delle offerte iniziali e quello dell'offerta vincolate si era ristretta a due sole cordate. Il ministero chiedeva di verificare se si fosse leso il principio della concorrenza e l'Anac risponde che il ben più ampio arco temporale di realizzazione del piano ha senza dubbio modificato in modo rilevante il quadro economico e fattuale.

Il periodo più lungo di addirittura sei anni avrebbe potuto spingere più imprese a partecipare alla competizione, aumentato il livello di concorrenza e la qualità delle offerte.Il secondo quesito riguardava invece le scadenze intermedie del piano, che non sono state rispettate. La proroga del piano ambientale - spiega l'Anac - non ha fatto venire meno il carattere vincolante delle prescrizioni del ministero dell'Ambiente. E in punta di diritto il mancato integrale adeguamento alle prescrizioni fissate dal ministero potrebbe essere sanzionata con l'esclusione dalla gara. Con una valutazione che, anche in questo caso, spetta all'amministrazione. L'ultimo punto riguarda il rilancio delle offerte, per le quali l'Anac rileva che questo aspetto della gara era stato inizialmente previsto ma poi non disciplinato in modo dettagliato, indicando come questi rilanci avrebbero potuto portare più soldi nelle casse dello Stato.

Va tuttavia ricordato che la gara è stata lanciata, esperita ed aggiudicata in base ad una precisa normativa, passata al vaglio anche dell'Antitrust europeo che a maggio ha dato l'ok a Mittal. Mentre il piano ambientale è stato gestito dal ministero dell'Ambiente con una procedura specifica e infine eventuali rilanci delle offerte sono stati esclusi dall'Avvocatura dello Stato.

Preoccupate le reazioni sindacali. Per Marco Bentivogli, segretario generale della Fim Cisl, è singolare che questo avvenga 13 mesi dopo la gara. Di Maio ora decida, dichiara Bentivogli, perchè rinvii e attese nuocciono all'Ilva. Di situazione assurda parla infine Rocco Palombella, segretario generale Uilm, che chiede che si faccia al più presto chiarezza sull'intera vicenda.

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