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Negozi, chiusure domenicali: l’esame delle proposte di legge slitta di una settimana

  • – di Redazione Online

Sarebbe dovuto cominciare oggi, alle 14.45, l'esame delle cinque proposte di legge sulle chiusure domenicali degli esercizi commerciali, ma la riunione della
commissione Attività produttive della Camera è stata sconvocata per consentire ai deputati di votare la fiducia al decreto Milleproroghe. L'esame dei ddl è stato quindi rinviato alla prossima settimana e si terrà probabilmente già a partire da martedì 18 settembre.

GUARDA IL VIDEO / “Con chiusure domenicali migliaia posti rischio”

La fake news delle chiusure in Europa
La notizia dello slittamento è stata accolta con favore dall’Unione nazionale consumatori, il cui presidente Massimiliano Dona auspica «che questa settimana consenta agli onorevoli di documentarsi meglio. Sono troppe,
infatti, le fake news che circolano sulla questione delle aperture domenicali, come quella pubblicata oggi sul Blog del M5S secondo la quale i negozi chiudono la domenica in tutta Europa». Uno studio dell’Istituto Bruno Leoni, infatti, sottolinea come «in 16 dei 28 Stati membri dell'Unione europea non è presente alcuna limitazione di orario o apertura domenicale - continua Dona - Sul blog citano solo 6 Paesi Ue e si dimenticano gli altri 22».

La proposta dei 5 Stelle
I 5 Stelle hanno affidato al blog del movimento la loro posizione, sottolineando che «in Parlamento sono incardinate tre proposte di legge per cancellare la legge Monti: una del M5S, una della Lega e una del Pd». Sulla proposta i % Stelle precisano che «garantisce che ci sia sempre un posto aperto per far la spesa in caso di reali necessità: ogni negozio potrà aprire 12 domeniche o giorni festivi l’anno, in base alle esigenze specifiche del suo territorio e in accordo
con gli enti locali» per garantire un quarto dei negozi aperti per
ogni settore merceologico». Il blog precisa anche che la proposta non coinvolge bar e ristoranti e che sono escluse le località a interesse turistico».

Il nodo dei posti di lavoro
«Chi sostiene che i posti di lavoro siano in pericolo con l’introduzione di questa proposta di civiltà dovrebbe dare uno sguardo ai dati che fornisce Confesercenti sugli effetti della liberalizzazione degli orari introdotta da Monti. Dal 2012 gli
occupati del commercio sono diminuiti di 29.724 unità e le chiusure dei negozi hanno superato le aperture per circa 108mila unità: una vera e propria moria di negozi», conclude il post. Secondo i dati di Movimprese, a fine 2011 si contavano 816.670 attività di commercio al dettaglio attive. Al secondo trimestre 2018 il numero è sceso a 788.710, con una contrazione di quasi 28mila unità.

Si torna a prima delle lenzuolate di Bersani
A stretto giro la replica affidata a Gianluca Benamati, vicepresidente Pd della commissione Attività produttive della Camera: «La proposta della Lega riporta indietro il nostro Paese non al prima di Monti nel 2012 ma alle liberalizzazioni di Bersani negli anni novanta». In merito alla proposta di Di Maio, Benamati sottolinea che l’idea di una turnazione «appare impraticabile nei fatti» e «significa introdurre non solo un obbligo di chiusura, ma anche un obbligo di apertura. Con il problema aggiuntivo che non tutte le domeniche o le feste hanno lo stesso valore commerciale». Ognuna delle proposte, secondo l’esponente Pd «porta con sé un tema importante di riduzione dell’occupazione nel settore che Pugliese di Conad ha quantificato in 40.000/50.000 unità».

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