Malissimo i mercati extra-Ue. Appena sufficienti quelli europei. Settembre non regala grandi notizie al made in Italy, che rispetto all’anno precedente cede il 2,8%, un miliardo in meno in valori assoluti. Il calendario meno favorevole produrrebbe una crescita “reale” dell’1,6%, ma anche con questo dato il rallentamento rispetto ai risultati dello scorso anno è evidente.
Decisivo il crollo (già comunicato), dei principali mercati extra-Ue, che arretrando del 7,1% vanificano i fragili progressi in Europa, dove la crescita è limitata allo 0,4%. Pochi i settori a salvarsi dalla debacle, che coinvolge meccanica e macchinari, ma anche mezzi di trasporto, farmaceutica , alimentari, tessile e abbigliamento. Da segnalare il quasi azzeramento del nostro export di auto in Cina, un crollo vicino al 90% nel mese, dall’inizio dell’anno quasi di 70 punti percentuali, oltre 900 milioni di euro.
La fragilità in Europa coinvolge i nostri principali mercati di sbocco, con vendite in calo in Germania e Francia, in un momento in cui l’intera economia continentale è in fase di rallentamento. Gli scambi intra-Ue crescono comunque a settembre del 2,2% e anche nelle vendite extra-Ue (-1% per l’area Euro a settembre) le performance sono migliori rispetto a quelle dell’Italia. Dall’inizio dell’anno al made in Italy resta così una crescita limitata al 3,1%, peggio di quanto fanno ad esempio Germani a e Francia.
I risultati migliori delle importazioni (+2,1% al netto dell’energia) riducono a settembre l’attivo commerciale, che si attesta a 1,3 miliardi, ben tre in meno rispetto allo stesso mese del 2017.
Segnali meno pesanti arrivano invece dal lato dei ricavi. A settembre resta fermo l’indice in termini congiunturali ma su base annua la crescita delle vendite è ancora significativa, pari al 3,9%, spinta in particolare dal boom dei macchinari (+9,8%), che continuano a raccogliere il frutto della massa di ordini raccolti tra la fine del 2017 e l’inizio dell’anno. Progressi dei ricavi visibili soprattutto all’estero ma anche il mercato interno progredisce di oltre tre punti. Meno brillanti le indicazioni sugli ordini, -2,9% rispetto ad agosto, in calo annuo dello 0,9%. I dati in questo caso solo grezzi, sono penalizzati dal calendario meno favorevole ma si tratta comunque, segnala l’Istat, del primo calo dell’indice delle commesse dopo 16 mesi di crescita ininterrotta.
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