ArcelorMittal evita, a due mesi dal subentro all’Ilva dei commissari, il primo sciopero di 24 ore nel siderurgico di Taranto. I sindacati Fim Cisl, Fiom Cgil, Uilm e Usb l'avevano promosso per il 14 gennaio. La trattativa che si è svolta questa mattina (dopo il rinvio di ieri) ha permesso di approdare ad un accordo. La polifunzionalità, che è la richiesta fatta dall’azienda per trasferire temporaneamente i lavoratori a fronte di fermate o rallentamenti impianti, resta sul tavolo, non è revocata, solo che, da ora in poi, sarà condivisa da azienda e sindacati. Che lo monitoreranno ad hoc.
Da dove era nata la decisione dello sciopero? Dal fatto che ArcelorMittal, nei giorni scorsi, aveva trasferito una cinquantina di lavoratori delle acciaierie: 14-15, per un periodo di tre-quattro mesi, alle manutenzioni (che è un settore della fabbrica che necessita di un rinforzo visto gli obiettivi aziendali di fare decollare la produzione a 6 milioni di tonnellate nel 2019) e gli altri, ma solo sino a febbraio, sempre all’interno dell'acciaieria. Tutti sarebbero stati formati sulle nuove mansioni. Era così giunto l’altolà dei sindacati, che hanno anche richiamato ArcelorMittal a completare il percorso delle assunzioni da Ilva in amministrazione straordinaria in base all’accordo di settembre al Mise. Vedendosi proclamare il primo sciopero, l’azienda ha subito manifestato la disponibilità a un incontro e a cercare una soluzione, ma ha soprattutto chiarito che il trasferimento era temporaneo e numericamente limitato.
Nell’intesa firmata oggi a Taranto si legge che l’azienda in merito alla ricollocazione di parte del personale, «ha illustrato dettagliatamente le motivazioni sottese alla ricollocazione temporanea e il relativo percorso di training da realizzare». Questo avrà «una durata commisurata alle esigenze tecniche delle competenze richieste dalla mansione di temporanea destinazione e l’azienda conferma che il personale del Treno lamiere e del Condizionamento bramme, a oggi coinvolto nel percorso, sarà ricollocato presso gli impianti di provenienza al riavvio degli stessi». Riguardo specifiche esigenze di polifunzionalità «inerenti alcune attività legate al processo produttivo, le parti - si legge nell’intesa - convengono di monitorare l’iniziativa al fine di potere approdare, sulla scorta di quanto realizzato e verificato, ad una specifica intesa sulla materia».
Nell’accordo, inoltre, ArcelorMittal conferma gli obiettivi delle assunzioni, 8.200 addetti a Taranto, e dice che tale processo è «ancora in corso», afferma di volere raggiungere il «target concordato» e manifesta disponibilità «ad avviare un confronto con le rsu diretto ad individuare un percorso condiviso per la gestione delle risorse che si sono rese disponibili nelle ipotesi di fermate temporanee degli impianti, anche nel condiviso obiettivo dell’innalzamento della professionalità degli addetti». Per Biagio Prisciano, segretario aggiunto Fim Cisl Taranto, «l’accordo è importante. Si revoca lo sciopero del 14 gennaio e si fissano tre elementi significativi: il processo di ricollocazione eventuale di manodopera sarà monitorato e condiviso; gli assunti di ArcelorMittal a Taranto saranno, a organizzazione conclusa, 8.200 così come scritto nellìaccordo di settembre al Mise; i lavoratori eventualmente ricollocati in altri settori, una volta cessate le esigenze dello spostamento torneranno dove erano, avendo acquisito nel frattempo anche un nuovo bagaglio di qualificazione professionale».
«Le nostre richieste sono state accolte - commenta Antonio Talò, segretario Uilm Taranto -. Ad ArcelorMittal abbiamo detto che la polifunzionalità che loro vogliono introdurre a noi non sta bene in quel modo. Se ci sono problemi impiantistici o fermate produttive possiamo parlarne come abbiamo sempre fatto, la nostra disponibilità a cercare soluzioni appropriate c’è e la riconfermiamo, ma, appunto, dobbiamo discuterne insieme e insieme trovare la soluzione. Non può passare il criterio che l’azienda prende i lavoratori e li trasferisce come meglio crede. Oltretutto - conclude Talò - ad ArcelorMittal abbiamo ricordato che deve ancora rispettare i numeri dell’accordo di settembre al Mise, che per lo stabilimento di Taranto prevedono 8.200 assunti da Ilva in amministrazione straordinaria».
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