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Reddito cittadinanza, nei Centri per l’impiego corsa ai posti da…

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welfare e lavoro

Reddito cittadinanza, nei Centri per l’impiego corsa ai posti da “Navigator

Reddito di cittadinanza? meglio un posto da «Navigator». Maria Rosaria lavora al al centro per l’impiego di Milano, in via Strozzi, una delle sette agenzie gestite nel Milanese da Afol Metropolitana, l’azienda speciale per i servizi di formazione e lavoro partecipata dalla Città Metropolitana di Milano e da 67 Comuni. «Qualcuno è venuto in questi giorni, a chiedere informazioni su come accedere a questa nuova misura. Ma parliamo davvero di poche persone – spiega la tutor –. È troppo presto: noi stessi non abbiamo risposte certe da fornire, siamo in attesa di indicazioni».

Piuttosto, racconta Maria Rosaria, si sono viste parecchie persone – soprattutto giovani istruiti, laureati o formatori di professione – interessate a sapere se Afol Met assumerà nuovo personale, in vista del potenziamento dei centri necessario a gestire la nuova misura introdotta dal decretone. Anche se resta da capire come funzionerà l’arruolamento dei 6mila Navigator previsti dal governo, è innegabile che i centri per l’impiego avranno bisogno di nuove risorse, umane prima ancora che economiche.

«Noi siamo una macchina ben oliata – assicura Giuseppe Zingale, direttore generale di Afol Met, che in provincia gestisce sette centri per l’impiego e nel 2018 aveva un budget di 22 milioni –. Abbiamo una storia di 18 anni di investimenti nelle politiche attive del lavoro, una rete di 3.500 aziende fidelizzate e 540 operatori, di cui 283 nell’area lavoro». Tuttavia, il Reddito di cittadinanza porterà inevitabilmente un’aggravio di lavoro. «Secondo le stime ufficiali, in tutta la Lombardia dovrebbero esserci 178mila cittadini potenzialmente interessati a questo strumento, di cui 52mila immediatamente disponibili per la chiamata – precisa il direttore –. Se i numeri sono questi e se riceveremo il potenziamento promesso, non dovrebbero esserci problemi. Si tratta di ordinaria amministrazione». Qualche preoccupazione suscita invece la gestione concomitante del Reddito di inclusione, che potrebbe vedere in difficoltà i Comuni più piccoli, con il conseguente coinvolgimento di Afol.

Come avverrà il potenziamento dei centri e come saranno arruolati è ancora tutto da definire. Probabilmente ci saranno dei bandi regionali, o forse alcuni centri potranno “attingere” ai propri orientatori. Fatto sta che si aprono le porte per nuove assunzioni: di qui le telefonate o le domande dirette su come diventare “Navigator” da parte di molti cittadini e non solo nel Milanese. Analoghe richieste sono arrivate nei centri per l’impiego a Mestre, Bologna, Napoli, Firenze, Roma...

Le code ai centri per l’impiego, spiega ancora Zingale, cominceranno probabilmente più avanti: «Il governo prevede che tutto sia pronto per aprile. Mi pare un’ipotesi un po’ ottimistica, ma la Lombardia sarà di sicuro una delle prime regioni a partire – spiega –. Resta poi da capire, quando dopo 18 mesi scatta l’obbligo di accettare posizioni lavorative anche lontano dalla propria zona di residenza, quante richieste di altre regioni dovremo gestire noi, visto che le imprese si trovano soprattutto qui al Nord». Ma questa è un’altra storia

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