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Scienziati all’attacco contro il biologico

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Scienziati all’attacco contro il biologico

(AdobeStock)
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C’è solo una cosa, su cui si dicono d’accordo. Ed è la necessità di rivedere il sistema dei controlli e delle certificazioni. Per il resto, sostenitori e detrattori dell’agricoltura biologica sono pronti a darsi battaglia. Il terreno di scontro sarà il Senato, dove sta per approdare il tanto atteso disegno di legge che dovrà regolare una volta per tutte un comparto che oggi in Italia copre il 15% della superficie agricola nazionale, dà lavoro a 76mila aziende, ha un fatturato di 3,5 miliardi di euro e rappresenta circa il 3,5% della spesa alimentare degli italiani.

Alla Camera, a dicembre, il disegno di legge 988 è stato approvato a larghissima magggioranza. «Il biologico non è più un settore di nicchia», ha detto ieri Maria Chiara Gadda, capogruppo Pd in Commissione Agricoltura alla Camera e promotrice della legge sul biologico, nel corso del convegno “Biologico, una scelta di campo”, ospitato dalla Camera stessa. «L’obiettivo della legge italiana è dotare il sistema di risorse per la ricerca e promuovere aggregazioni di prodotto e di produttori», ha aggiunto. Sempre ieri Agrinsieme, che riunisce varie associazioni rappresentative del mondo agricolo, ha chiesto di «accelerare l’iter di approvazione del Ddl».

Il testo, così come è uscito dalla Camera, ha però fatto strabuzzare gli occhi a molti membri della comunità scientifica italiana. Agronomi, ricercatori, docenti universitari: in oltre 400 hanno firmato la lettera che il 9 gennaio scorso è stata indirizzata a tutti i senatori della Repubblica e che della legge chiede il ritiro. Cosa contestano i firmatari? Ad esempio, la scarsa produttività dell’agricoltura biologica: fino al 70% di resa in meno rispetto a quella convenzionale.

È falso, dicono poi gli scienziati, che gli agricoltori bio non facciano alcun ricorso ai pesticidi, perché il rame va catalogato esattamente come tale. E quanto al sistema dei controlli, appunto, l’ultimo decreto legislativo in materia - entrato in vigore esattamente un anno fa - stabilisce che proprietarie degli organismi di controllo e certificazione possano essere le stesse società produttrici del bio: in evidente conflitto di interessi.

Tra i chiamati a votare la nuova legge quadro sul biologico ci sarà anche Elena Cattaneo, docente alla Statale di Milano e senatrice a vita. Una delle prime in Italia ad aver smascherato il metodo Stamina. «La lettera sottoscritta da oltre 400 scienziati ed esperti - sostiene - per la prima volta demolisce la “bella ma impossibile” narrazione del biologico. Per giustificare prezzi fino al 100% superiori, è stata promossa l’illusione che il bio fosse l’unico metodo in grado di salvare il mondo e farci vivere meglio e di più. Ma non esistono prove scientifiche a confermarlo, anzi le analisi dicono che i prodotti biologici non sono qualitativamente migliori e che il bio su larga scala è insostenibile in quanto per le principali colture produce fino al 50% in meno, richiedendo il doppio della terra».

Per la senatrice Cattaneo, è l’impostazione stessa del Ddl ad essere fuorviante: «Promuove a core-business dell’agricoltura italiana una produzione di nicchia, disconoscendo di fatto quel 97% dell’agricoltura che rende unici i nostri prodotti DOP. Il ddl arriva perfino a prevedere finanziamenti solo per linee di ricerca specifiche per il biologico, anziché promuovere la ricerca in agricoltura tout court, quanto mai necessaria per capire quale metodo, in quale contesto, sia scientificamente migliore». Da emendare, secondo Elena Cattaneo, è anche il capitolo in cui si equiparano agricoltura biologica e biodinamica: «Quest’ultima fa riferimento a credenze esoteriche come la “fecondazione cosmica”, da potenziare per mezzo del “cornoletame” e di vesciche di cervo riempite di fiori di achillea. Come può il Parlamento promuovere la stregoneria di Stato in agricoltura?».

Alla lettera degli scienziati contro è seguita una seconda petizione, a firma del “Gruppo di docenti per la Libertà della Scienza”, che secondo FederBio ha superato quota 430 sottoscrittori e che si propone di ribattere punto per punto alle critiche al Ddl. Tra le altre cose, gli autori sostengono che l'agricoltura biologica diminuisce la produttività per ettaro solo tra l’8 e il 25%.

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