Adesso una legge c’è. Perché non la si applica? Perché i siti di rivendita secondaria continuano a offrire, a prezzi maggiorati, biglietti di concerti finiti sold out? Parte da questi interrogativi l’esposto che TicketOne, piattaforma di ticketing leader in Italia, ha presentato all’Agcom nella mattinata del 29 marzo 2019 contro Viagogo, StubHub e My Way Ticket. Un testo nel quale la controllata del gruppo tedesco Cts Eventim chiede l’applicazione dell’emendamento Battelli, in vigore dal primo gennaio 2019. Provvedimento che - dal primo luglio - introdurrà anche i biglietti nominali per gli eventi da oltre 5mila spettatori.
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L’esposto all’Agcom
«Abbiamo intensificato nel tempo - sottolinea Stefano Lionetti, ad di TicketOne - tutte le misure di prevenzione contro il
bagarinaggio online a noi possibili, ma bisogna andare oltre perché il fenomeno non può essere controllato solo attraverso
il mercato primario». Il cosiddetto secondary ticketing, fenomeno tristemente noto in virtù del quale i biglietti dei concerti
più attesi scompaiono nel giro di poche decine di minuti dai siti di rivendita primaria per comparire, a prezzi maggiorati,
sui portali di re-ticketing, secondo Lionetti può essere sconfitto, senza l’entrata in vigore del biglietto nominale. L’esposto
all’Agcom sollecita l’applicazione delle misure dell’emendamento Battelli già in vigore e cioè sanzioni e interventi di contrasto
in caso di rivendita di biglietti a prezzi maggiorati. Perché - per chi non se ne fosse accorto - il fenomeno continua a prosperare.
TicketOne ha puntualmente documentato le violazioni in essere anche tramite materiale certificato da un notaio.
Viagogo, StubHub e My Way Ticket nel mirino
«Prima - ha sottolineato Lionetti - non ci eravamo mai mossi sul piano legale, i fatti dimostrano che non esistevano i presupposti
giuridici per agire, ma ora è stata fatta una buona Legge, tra le più chiare e avanzate in Europa: è tempo di applicarla.
Nonostante il fenomeno si sia chiaramente ridotto, esistono ancora tre siti, ben individuabili, che continuano a speculare
sulla rivendita di biglietti». Il riferimento è a Viagogo, leader di questo particolarissimo mercato, StubHub, controllata
di eBay, e My Way Ticket, player di dimensioni più ridotte rispetto ai primi due. «Ci aspettiamo - continua l’ad di TicketOne
- che le misure di divieto e le sanzioni previste, se coerentemente e tempestivamente applicate, possano sconfiggere definitivamente
il fenomeno. Per questo torneremo dalla politica e dalle istituzioni per chiedere di riaprire un tavolo di discussione che
limiti al minimo i disagi per il pubblico e i rischi per il business e porti a una riflessione sulla effettiva necessità di
avvio del biglietto nominale prevista per il prossimo mese di luglio».
«Biglietto nominale? La legge va ripensata»
È come se TicketOne, neanche troppo tra le righe, dicesse che il fenomeno va combattuto, ma esistono numerose mosse - tutte
previste dalla legge - da fare prima dell’introduzione dei biglietti nominali, con relativo carico burocratico che si abbatte
sugli utenti. Mosse che vanno dall’«inibizione della condotta» a multe da 5mila a 180mila euro, fino alla rimozione dei contenuti
e all’oscuramento dei siti di reticketing. «La nostra missione – ha spiegato Andrea Grancini, dg della società - è da sempre
quella di facilitare e tutelare il pubblico, per questo l’esposto è indirizzato anche all’Agcm, a tutela dei consumatori onesti
ai quali si dovrebbe garantire la massima facilità di accesso agli eventi. Prevediamo – aggiunge Grancini - che se a partire
da luglio la legge sarà effettiva in tutti i suoi paragrafi, due biglietti su tre disponibili sul circuito TicketOne saranno
soggetti a nominatività».
“Col biglietto nominale, due biglietti su tre disponibili sul circuito TicketOne saranno soggetti a nominatività”
Andrea Grancini, dg di Ticketone
L’azienda leader del ticketing, in pratica, prevede l’emissione di 3,5 milioni di biglietti nominativi all’anno (due su tre biglietti emessi) per 500 concerti che rientrerebbero nella fattispecie (uno su cinque). Questa parte della legge non convince TicketOne, alla luce dei carichi di burocrazia e dei maggiori costi per l’utenza che si porta dietro. Da qui la richiesta di ripensare il provvedimento rivolta alla istituzioni.
Assomusica: «Cambio nome? Costa al pubblico»
Quando si parla di secondary ticketing, non si può prescindere dal tema legislativo. L’unico processo penale finora celebrato
in Italia intorno al fenomeno si è concluso con la piena assoluzione di tutti gli indagati già in sede di udienza preliminare. Molto critica sull’emendamento che porta il nome del parlamentare del Movimento 5 Stelle Sergio Battelli è anche Assomusica, associazione di categoria dei promoter. «Siamo contrari a ogni forma di bagarinaggio - dichiara il presidente
Spera - ma i consumatori devono sapere che con l’introduzione dal primo luglio del biglietto nominativo per i concerti dal
vivo, i costi dei biglietti aumenteranno, cambiare il nome dell’utilizzatore non sarà una procedura veloce e si creeranno
più code agli ingressi per i controlli».
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