«Sono un grande appassionato di musica, chitarrista per piacere, assiduo frequentatore di concerti, uno di quelli che si collegano alle piattaforme online il primo giorno disponibile. Più di una volta mi è capitato di non riuscire ad acquistare, sempre per colpa del secondary ticketing. Non deve più succedere: il nostro emendamento alla Legge di Bilancio punta a quello». Parola di Sergio Battelli, genovese di 36 anni, deputato del Movimento 5 Stelle, «nemico di ogni forma di bagarinaggio», dice di sé. È il promotore dell’emendanto del biglietto nominale che, tra giovedì e venerdì, dovrebbe essere approvato dalla Camera.
Sport «stralciato»
Il passo successivo sarà l’esame da parte del Senato. E intanto, fuori dal Parlamento, impazza la protesta di promoter e società di ticketing. L’emendamento Battelli, rispetto a una prima e a una seconda formulazione, nel frattempo è cambiato: l’introduzione dei
biglietti nominali si dovrebbe applicare alle attività di spettacolo in impianti con capienza superiore a 5mila spettatori
(non più mille come in origine si era detto). Dalla norma rimangono inoltre esclusi gli spettacoli di attività lirica, balletto, sinfonica, cameristica, jazz, prosa,
danza, circo contemporaneo e tutti gli eventi sportivi. «Per questi ultimi, in particolare, stiamo studiando una misura ad
hoc da poter applicare a brevissimo», comunica Battelli.
Il cambio nome «trasparente»
E oltre all’istituzione di un Osservatorio sul fenomeno e all’obbligo, per le società di ticketing primario come TicketOne,
Ticketmaster e Vivaticket, di allestire servizi di re-ticketing così da consentire ai clienti che non possono prendere parte a un evento
di mettere in vendita, in maniera trasparente, il titolo acquistato, arriva un’ulteriore novità: «Per rispondere alle critiche
di chi contesta l’impossibilità di cedere il biglietto che non può più essere utilizzato a un familiare, un amico eccetera,
dico che siamo al lavoro su un’altra idea, da mettere a punto a stretto giro, che consentirebbe di ri-immettere il biglietto
sulla piattaforma ufficiale indicando nome e indirizzo mail della persona alla quale vorremmo cederlo. Sarebbe poi la stessa
piattaforma a inviare un messaggio alla persona designata, che a quel punto dovrebbe solo riacquistarlo. Tutto con la massima
trasparenza e tracciabilità».
E Battelli non riuscì a vedere i Foo Fighters
Battelli non teme contraccolpi negativi sul comparto dei concerti, il segmento più in salute della filiera della musica? «Nella
maniera più assoluta», risponde. «Tanto per cominciare, il nostro non sarà un intervento a gamba tesa: ci sarà un periodo
di transizione per consentire alle aziende di adeguarsi alla nuova normativa. Chiaramente, una volta che finirà la fase sperimentale,
non si faranno sconti. E poi le attività nelle quali il soldout non è la regola saranno esentate. Le aziende serie continueranno
a lavorare bene. Il bagarinaggio - sostiene Battelli - è una piaga. Che sia secondary ticketing o quello tradizionale. Con
il biglietto nominale prosciugheremo i pozzi dei bagarini». Che esperienza ha l’onorevole pentastellato del fenomeno? «So
di cosa parlo. Mi è capitato più volte di restare senza biglietto, malgrado mi fossi collegato nell’ora precisa di apertura
delle vendite». L’ultima? «Se ben ricordo per un concerto dei Foo Fighters».
L’emendamento? «Passa sicuro»
Non sarebbe più efficace oscurare i siti di secondary ticketing? «Una norma del genere sarebbe complicatissima da applicare
in una democrazia», secondo Battelli. «Un sito che chiudiamo adesso può riaprire magari tra un’ora, domiciliandosi in chissà
quale Stato. E poi oscurando i siti di secondario non colpiremmo il bagarinaggio tradizionale, cosa cui non rinunciamo». L’emendamento
intanto arriva alla Camera: passerà? «Ne sono sicuro. Noi del Movimento 5 Stelle siamo compatti, la Lega è sensibile ai temi
che hanno a che fare con la legalità». Il settore è avvisato.
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