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Ambiente, la strana storia del ministro sugli inceneritori in Sicilia

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L'Inchiesta |rifiuti

Ambiente, la strana storia del ministro sugli inceneritori in Sicilia

Imagoeconomica
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Succede una strana storia sugli inceneritori, sulla Regione Siciliana e sul ministro dell’Ambiente, Sergio Costa. Succede che la Regione (in serissima insufficienza di impianti e in emergenza rifiuti) abbia preparato un piano rifiuti piuttosto velleitario, omeopatico e lontano dalla realtà drammatica.
Il ministero dell’Ambiente avrebbe risposto suggerendo di migliorarlo e di completarlo con almeno due inceneritori per avvicinare la Sicilia alle regioni più evolute d’Italia.

Apriti cielo: il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, nemico giurato degli impianti di termovalorizzazione, è stato preso in giro sui social network.
Ma come (questo il senso dei commenti), il ministro dice di essere contro gli inceneritori ma poi con la Sicilia in crisi si accorge quanto siano utili quegli impianti. E il presidente della Regione, Nello Musumeci, contesta il ministro.
Così il ministro ha fatto scrivere con un intenso lavorìo avvocatesco un comunicato stampa scritto in legalese, e come tutte le cose scritte dagli avvocati è un comunicato che non comunica proprio niente ma che smentisce di avere mai detto alla Sicilia di costruire inceneritori.
Poi il ministro si è imbufalito con chi aveva scritto il documento a favore degli inceneritori e minaccia sanzioni per il funzionario fedifrago pro-inceneritore.
Infine, bisticcio interno al ministero: la sottosegretaria all’Ambiente, la leghista Vannia Gava, si pone di traverso e promuove la soluzione impiantistica per la Sicilia.

Atto primo, il piano rifiuti della Regione Siciliana
La Regione Siciliana da tempo lavora sul piano di gestione dei rifiuti. A fine dicembre per la prima volta è riuscita a darsene uno, ed è quello rifiuti, quello proposto dall’assessore Alberto Pierobon, che intende attenersi alle direttive europee che riguardano la prevenzione, il riuso, il recupero di materia ed energia e lo smaltimento.
Il piano prevede 21 nuovi impianti, una differenziata che passi dal 30% attuale al 65% entro il 2021 e si basa su quattro punti: trasparenza, ordine, efficienza ed efficacia. L’approvazione del piano, definito da Pierobon «pratico, snello e veloce», potrebbe consentire di sbloccare 170 milioni di euro fermi a Bruxelles.

Atto secondo, il ministero boccia il piano
In una relazione di 35 pagine il ministero dell’Ambiente ha boccia punto per punto il piano elaborato dal governo Musumeci, dalla adeguatezza del Rapporto

ambientale ai contenuti e obiettivi del Prgr. «Serve una profonda revisione — scrive il ministero, e — destano perplessità le considerazioni in ordine alla qualità e alla veridicità dei dati, tra l’altro non sufficienti, per costituire una plausibile base di sviluppo del Piano stesso».
«Per superare la continua situazione di criticità del territorio parrebbe più appropriato dotarsi di uno strumento di pianificazione chiaro e certo che preveda cronoprogrammi attuativi e prenda decisioni immediatamente efficaci senza ulteriori rimandi».
«Proprio per il suo valore strategico il Prgr avrebbe dovuto prevedere un sistema sinergico di gestione dei rifiuti residui in questa fase e non entro i prossimi 7 anni».

Atto terzo, la Sicilia risponde a Roma
«Il ministero dell’Ambiente pare intenzionato a non farci risolvere presto il problema dei rifiuti in Sicilia. Invece di agevolare e sostenere la nostra coraggiosa azione, cerca mille cavilli al piano regionale dei rifiuti per allontanare la soluzione e riavvicinare l’emergenza. Replicheremo ai cavilli entro sessanta giorni», dice in una nota il presidente della Regione siciliana Nello Musumeci.

Nello Musumeci, politico. (Imagoeconomica)

«Prendiamo atto che il governo grillino di Roma si è convertito ai termovalorizzatori e ci chiede di realizzarne almeno due. Per noi non è un problema, visto che non abbiamo mai avuto alcun pregiudizio su questo tipo di impianto. Qualcuno però avverta il ministro dell’Ambiente Costa, che invece ha sempre ripetuto di essere contrario agli inceneritori. Questa schizofrenia non agevola la celere soluzione del problema rifiuti nell’isola, ma serve almeno a far capire ai siciliani con chi abbiamo a che fare, alla faccia della leale collaborazione tra istituzioni».

Atto quarto, il ministro Costa viene maltrattato

Su diverse testate online e sui social network ciò diventa motivo di dileggio. Vengono ripescati gli interventi in cui Costa dichiarava la sua guerra personale contro gli inceneritori e vengono raffrontati con la “promozione” fatta dal suo ministero.

Atto quinto, il comunicato del ministero dell’Ambiente
Attorno alle 20 di mercoledì 3 aprile, dopo un lavorìo di lima leguleia, il ministero dirama questo oscuro comunicato di cui l’unico aspetto chiaro è il titolo.

COMUNICATO STAMPA

Rifiuti Sicilia: ministero, osservazioni non esprimono necessità realizzare termovalorizzatori

La precisazione del dicastero

Roma, 3 aprile 2019 – “Con riferimento al punto 2.2.20 delle Osservazioni del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare sul Rapporto ambientale elaborato nell’ambito della Valutazione ambientale strategica del Piano regionale di gestione dei rifiuti della Regione siciliana si rileva quanto segue. Il citato punto 2.2.20 non esprime alcuna autonoma valutazione circa l’opportunità o la necessità di realizzare impianti di incenerimento di rifiuti con recupero energetico. Viceversa in tale sede ci si limita a richiamare testualmente le previsioni del diritto vigente in materia, ed in particolare quanto previsto dall’Allegato III – Individuazione degli impianti da realizzare o da potenziare per soddisfare il

fabbisogno residuo nazionale di incenerimento di rifiuti urbani e assimilati del d.P.C.M. 10 agosto 2016, di attuazione dell’art. 35, comma 1, del d.l. n. 133 del 2014. Si fa inoltre presente che la normativa vigente sul tema non considera i fabbisogni di incenerimento individuati nel menzionato d.P.C.M. come senz’altro obbliganti per le Regioni, potendo queste ultime richiedere la modifica del fabbisogno che le riguardi “in presenza di nuova approvazione di piano regionale di gestione dei rifiuti o dei relativi adeguamenti” (art. 6, comma 3, del d.P.C.M. 10 agosto 2016). Risulta dunque evidente che – anche nell’ottica di perseguire il più possibile l’obiettivo della risalita nella gerarchia dei rifiuti – la rivalutazione del fabbisogno di incenerimento individuato nel d.P.C.M. 10 agosto 2016 potrà essere effettuata solo a seguito della prefigurazione, nel Piano di gestione dei rifiuti della Regione siciliana, delle politiche di prevenzione della formazione dei rifiuti, di incremento della raccolta differenziata, nonché della esaustiva individuazione dei flussi”. Lo comunica in una nota il ministero dell’Ambiente.

Sergio Costa ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. (Imagoeconomica)

Atto sesto, nuovo comunicato del ministero
Una mezzoretta dopo, attorno alle 20,30 del 3 aprile l’ufficio stampa del ministero ha diramato un nuovo, ben più drammatico e comprensibile, comunicato: sarà punito il funzionario amico degli inceneritori.

COMUNICATO STAMPA

Rifiuti Sicilia, ministro dell’Ambiente Costa apre istruttoria interna

Roma, 3 aprile 2019 – “Ho dato mandato immediato al Capo di Gabinetto e al Segretario generale di aprire un’istruttoria amministrativa interna per conoscere chi abbia violato la mia direttiva politica: mai e poi mai avrei proposto quanto letto nelle deduzioni nell’ambito della Vas del piano regionale rifiuti”: lo dichiara il ministro dell’Ambiente Sergio Costa. In tale documento tecnico, citando la normativa vigente e la impossibilità, allo stato attuale, da parte della regione Sicilia, di gestire in autosufficienza i rifiuti prodotti, i tecnici del ministero hanno rappresentato la possibilità di costruire nuovi inceneritori, alla luce della mancanza, nel piano rifiuti, di riferimenti specifici di discariche esistenti. “Mai e poi mai – ribadisce Costa – da questo ministero ci sarà un via libera a nuovi inceneritori”.
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Ufficio Stampa Ministero dell’Ambiente
Via Cristoforo Colombo 44 00147 Roma

Atto settimo, la sottosegretaria contro il suo ministro
Giovedì 4 aprile la sottosegretaria all’Ambiente, la leghista Vannia Gava, si mette in contrapposizione contro il ministro quinquistelle.
Ecco integrale il comunicato diramato attorno alle 14,30:

Rifiuti Sicilia: Gava, Servono impianti. Costa si ravveda, politica dei No porta a immobilismo
Roma, 4 apr. – «Servono nuovi impianti per risolvere una situazione che sta diventando insostenibile. Con i No non si va da nessuna parte. Se il ministro Costa ha a cuore le sorti dei siciliani e dell'intero Paese non può sposare la politica del No a tutto. L’immobilismo e il timore di prendere decisioni concrete non ci appartiene. Solo qualche giorno fa La Corte di giustizia Ue ha condannato l’Italia per un uso eccessivo delle discariche che rappresentano il passato essendo uno spreco di territorio e di risorse. Costa dovrebbe sapere che gli impianti all’avanguardia, oltre a risolvere l’emergenza rifiuti, creano energia elettrica e calore. Lo hanno capito in tutta Europa: non esiste economia circolare senza impianti di smaltimento e di termovalorizzazione. La speranza è che anche il ministro Costa cambi idea e si proietti al futuro invece di rimanere ancorato al passato. Il rifiuto deve essere una risorsa, non un problema da cui fuggire».
Lo dichiara Vannia Gava sottosegretario all’ambiente.

Atto ottavo, Chicco Testa di Assoambiente
Interviene anche Chicco Testa, presidente dell’Assoambiente.
«La posizione esternata ieri dal Ministro dell’Ambiente Sergio Costa, in contrasto con i propri tecnici, non ci sorprende, ma ci trova in profondo disaccordo e, dati alla mano, evidenzia un approccio pregiudiziale, che peraltro non trova riscontri nelle realtà europee più evolute che oggi fanno pieno affidamento su questa tecnologia. Il rafforzamento del fragile sistema di gestione dei rifiuti in Sicilia non può che passare dal significativo aumento delle percentuali di riciclo su tutto il territorio e dalla valorizzazione energetica dei quantitativi residuali, limitando il conferimento in discarica che in Regione supera ancora il 70% (dati Report rifiuti urbani Ispra 2018). Chi pensa di raggiungere questi obiettivi, in linea con le Direttive europee sull'economia circolare, senza la creazione di almeno due termovalorizzatori nella Regione non riconosce la realtà dei fatti e accetta che prosegua il “turismo dei rifiuti” verso altre destinazioni fuori Regione, con negative ricadute ambientali ed economiche per i cittadini. E' fondamentale tornare a prevedere e poi realizzare concretamente tutti gli impianti necessari per chiudere il ciclo di gestione dei rifiuti».

Si attendono nuovi sviluppi.

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