Chiude i battenti Mercatone Uno. È infatti stata dichiarata fallita venerdì 24 maggio dal tribunale di Milano la Shernon Holding,
la newco di controllo di Mercatone Uno. La misura è stata necessaria e voluta dal Tribunale di Milano per venire incontro
alle richieste dei fornitori e per preservare l’azienda da un dissesto ancora maggiore: in meno di otto mesi sotto la nuova
gestione l’azienda ha infatti accumulato oltre 90 milioni di buco, in termini di indebitamento, con perdite gestionali di
5-6 milioni al mese e il rischio era che l’emorragia finanziaria continuasse senza poter essere più controllabile.
In questo modo il dossier di Mercatone Uno torna ai commissari, che stanno cercando una soluzione alternativa. Nell’udienza del 23 maggio il rappresentante dei fornitori (che raccolgono un indotto con 10mila lavoratori) si è espresso a favore del fallimento della Shernon, misura necessaria per evitare un buco ancora maggiore. Il rappresentante, William Beozzo, ha anche suggerito per Mercatone Uno una strada di salvataggio simile a quella di Parmacotto, dove i fornitori hanno avuto un ruolo fondamentale. «Grazie al Tribunale di Milano e al curatore siamo riusciti a dare voce ai fornitori e ai 10mila dipendenti dell’indotto. L’azienda ha infatti 26 milioni di magazzino da preservare. Il rischio era aumentare lo sgravio finanziario verso i fornitori. Ci sono 500 fornitori che avanzano 250 milioni di crediti non pagati, compresa l’amministrazione straordinaria. Capisco la posizione dei 1.800 dipendenti, ma questa soluzione consente di ripartire da capo e di aprire un filo di speranza», dice William Beozzo, rappresentante dei creditori. La stessa Procura della Repubblica avrebbe evidenziato nell'udienza del 23 maggio un peccato all'origine, in quanto Shernon Holding (inizialmente controllata da una holding maltese) fin dall'inizio era sembrato soggetto con scarse risorse finanziarie.
Come spiega l’istanza di restituzione dell’azienda all’amministrazione straordinaria «tale soluzione consentirebbe di salvaguardare , anche nell’interesse dell’amministrazione straordinaria, il valore delle aziende in una prospettiva di futura cessione ad altro imprenditore, consentendo altresì di valorizzare, nell’interesse dei creditori, il valore delle rimanenze, evitando la vendita fallimentare con conseguente inevitabile svilimento delle stesse».
Ma c’è un filone, uscito nell’udienza, che necessiterà di un approfondimento nelle opportune sedi: l'amministrazione straordinaria ha infatti ceduto l’azienda alla Shernon Holding, società controllata a quel tempo da una finanziaria maltese al 100 per cento. L’amministratore delegato della Shernon, Valdero Rigoni, - è stato ricordato in udienza - era tuttavia già stato amministratore di una società dichiarata fallita da parte del Tribunale di Vicenza nel 2014 (la Ctf Italia Srl). Inoltre, secondo la ricostruzione della Procura della Repubblica, l’amministrazione straordinaria avrebbe ricevuto 10 milioni dalla Shernon: ma questi 10 milioni sarebbero arrivati dalla cessione da parte della Shernon del magazzino di Mercatone Uno a una società americana (con un guadagno di 8 milioni da parte di quest’ultima) e non da fondi nella disponibilità della stessa Shernon. Inoltre nei mesi di gestione la Shernon avrebbe accumulato 10 milioni di debiti verso l’erario, con 60 milioni di debiti verso fornitori. Non sarebbe stata versata l’Iva, come le ritenute d’acconto sui lavoratori. Insomma, c’è da chiedersi perché Mercatone Uno sia stata ceduta alla Shernon lo scorso anno, se quest’ultima non mostrava le giuste garanzie finanziarie.
Ora si apre una fase complessa, ma un filo di speranza c'è, appunto, ancora. Infatti la curatela ha riconsegnato l'azienda all'amministrazione straordinaria e i commissari hanno riaperto discussioni con altri soggetti potenzialmente interessati ai 55 punti vendita. Tre gruppi starebbero visionando il dossier e uno di questi sarebbe spagnolo. Però c'è urgenza di trovare una soluzione.
L’azienda in sé ha ancora un forte valore economico, se si trovasse il giusto compratore: c’è da dire che contestualmente
al processo di cessione dei complessi aziendali, i commissari hanno avviato azioni legali nei confronti dei soggetti responsabili
del dissesto, finalizzate anche al recupero di importanti attivi immobiliari, per un importo superiore a 350 milioni. Inoltre,
a seguito della cessione dei rami d'azienda relativi ai punti di vendita, che hanno già generato un incasso di circa 35 milioni,
i commissari hanno anche avviato il processo – tutt'ora in corso - di dismissione dei beni immobili delle società del gruppo,
che ad oggi ammontano ad un valore complessivo di circa 100 milioni, come da perizie depositate presso il Mise. I commissari
hanno evidenziato in ogni caso che, nonostante il fallimento di Shernon Holding, la consistenza patrimoniale del gruppo Mercatone Uno non è stata pregiudicata.
Shernon Holding circa un mese fa aveva presentato domanda di ammissione al concordato preventivo. Mercatone Uno, famosa per aver sponsorizzato la squadra di Marco Pantani, ha oltre 1.800 dipendenti in tutta Italia. Per il 30 maggio era stato convocato al ministero dello Sviluppo economico il tavolo di crisi su Shernon-Mercatone Uno, ma gli eventi hanno fatto precipitare la situazione. Per il prossimo lunedì, 27 maggio, è convocato un urgente incontro al Ministero del Lavoro. La Shernon aveva acquisito lo scorso anno dalla ditta Mercatone in amministrazione straordinaria 55 punti vendita, con l'obbligo assuntivo di oltre duemila lavoratori. Tuttavia, col passare del tempo, la mancanza di finanziamenti e di liquidità ha fatto sì che, già negli ultimi mesi del 2018, la merce nei magazzini, e di conseguenza nei negozi, cominciasse a scarseggiare. A marzo 2019 i punti vendita risultavano sprovvisti di merce e la stessa non veniva più consegnata sebbene già venduta e pagata.
Sulla vicenda è intervenuto il vicepremier Luigi Di Maio: «Da ministro del Lavoro non posso che essere preoccupato per la notizia della chiusura dei punti vendita Mercatone Uno in tutta Italia a causa del fallimento della Shernon Holding Srl», ha postato su Facebook. Il ministro ha inoltre annunciato di aver anticipato a lunedì 27 il tavolo sulla vertenza al ministero. Tavolo, si legge «che servirà prima di tutto a salvaguardare i posti di lavoro dei dipendenti di Mercatone Uno, ma anche a fare chiarezza».
Sulla vicenda è intervenuto anche il vicepremier Matteo Salvini: «Mi impegnerò personalmente incontrando sindacati, lavoratori, fornitori e proprietà, non si possono lasciare dipendenti a casa senza rispettare gli impegni presi. Anche su questo la nuova Europa che nascerà domani dovrà essere più forte nel difendere il lavoro» ha detto Salvini commentando gli sviluppi di oggi.
Da parte sua Claudio Durigon, sottosegretario al lavoro, in una nota esprime «solidarietà ai 1.800 lavoratori della Mercatone Uno che dal giorno alla
notte hanno appreso dai social del fallimento dell'azienda e hanno trovato i cancelli
chiusi», aggiungendo che «la solidarietà però, a questo punto, non basta. Per
questo partiremo subito con la ricerca di un imprenditore italiano serio che voglia rilanciare Mercatone Uno e salvare i dipendenti
che in questi anni sono stati presi in giro da millantatori stranieri, capaci solamente di trascinare l'azienda sul baratro».
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